Le nuove disposizioni del governo nazionale sulla tracciabilità dei pagamenti superiori a 1.000 euro, da una parte, e l’obbligo per gli operatori finanziari di comunicare all’Anagrafe tributaria i movimenti dei conti correnti, dall’altra, stanno creando disorientamento.
Nei giorni scorsi alcuni lettori della “Gazzetta del Sud” sono rimasti “impigliati” nella giungla di interpretazioni ed applicazioni delle nuove norme sulle quali, evidentemente, c’è da fare il prima possibile molta chiarezza.
Oggetto della discussione, in particolare, è stato il tetto massimo di contante prelevabile allo sportello.
In sostanza ad alcuni correntisti sarebbe stato concesso un prelevamento di soli 1.000 euro, una cifra di gran lunga inferiore rispetto alle effettive richieste che erano state presentate all’operatore. E se gli altri quattrini che speravano di ritirare sono rimasti alla cassa dell’agenzia di turno, ai disorientati cittadini è stata somministrata una buona dose di dubbi e preoccupazioni per quell’articolo (si tratta del numero 11) della manovra di Natale sull’emersione della base imponibile e, così pure, per lo spauracchio della cosiddetta tracciabilità sopra la soglia dei 1000 euro che è in vigore dal 6 dicembre scorso.
L’articolo 11, comunque, oltre alla introduzione di sanzioni penali ai contribuenti che “barano” sui documenti o forniscono dati campati in aria sui loro averi, fa sorgere anche l’obbligo agli operatori finanziari di comunicare le movimentazioni dei conti correnti all’ “Anagrafe tributaria” dove le informazioni saranno a disposizione per eventuali controlli al fine di stanare i “furbetti del fisco”.
L’articolo 12, invece, estende alla pubblica amministrazione la limitazione dei pagamenti in contanti, consentiti per cifre inferiori ai 1.000 euro nonché l’adeguamento alla soglia dei libretti al portatore. Insomma c’è tutto fuorché una limitazione a prelevare contanti dal proprio conto corrente. Ma non è pur vero che il correntista ha diritto comunque di disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito sul conto oppure le cose stanno diversamente? Comunque a diradare le nubi è scesa in campo anche l’ “Abi” (Associazione bancaria italiana) che nella circolare dell’11 gennaio 2012 ha chiarito che il limite sul contante di 1.000 euro, previsto dalla manovra Monti, non si applica ai versamenti e ai prelievi.
La fatidica soglia, invece, si applica ai trasferimenti di denaro tra privati cittadini. I correntisti, dunque, possono dormire sonni tranquilli e recarsi in banca od alla posta a prelevare somme anche oltre i 1.000 euro.
Insomma viene così definitivamente chiarito un arcano mistero che, da diverse settimane, tormentava i residenti di Sant’Andrea Joni e di altri Comuni del soveratese alle prese, evidentemente, con impiegati troppo… zelanti.
Fonte: Gazzetta del Sud – Massimo Ranieri