Nel corso della notte, ad epilogo di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Palmi, su richiesta della Procura, nei confronti di: MAMMOLITI Diego, FURULI Rocco, GALLO Rocco, SCANDINARO Salvatore, . SERRETI Giovanni, D’AGOSTINO Bruno, AMATO Francesco, VARONE Michele, DE PAOLA Antonino, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di associazione a delinquere, di numerosi reati di rapina aggravata, ricettazione, sequestro di persona, detenzione di armi e munizionamento da guerra e di armi clandestine e procurata inosservanza di pena.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono da una penetrante indagine, condotta dalla Sezione Investigativa del Commissariato di Gioia Tauro e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria col coordinamento della Procura di Palmi, nei confronti di un pericoloso gruppo criminale emergente dedito alla commissione di numerose rapine e di altri reati. I provvedimenti sono stati eseguiti con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.
L’indagine, anche di carattere tecnico, durata tre anni, colpisce i responsabili di decine di rapine a mano armata, perpetrate nel comprensorio della Piana di Gioia Tauro e nel vibonese, tra gli anni 2008 e 2012 e fino ad oggi, con riconducibilità delle stesse (o comunque di buona parte delle stesse) ad un’unica organizzazione criminale, avente disponibilità di armi di varia tipologia, recuperate anche attraverso rapine eseguite in danno di cacciatori ed occultate in basi logistiche dislocate sul territorio. Alcune rapine individuate nel corso delle indagini hanno consentito di accertare collegamenti con circuiti criminali anche esterni alla piana di Gioia Tauro, in particolare della provincia di Vibo Valentia e della fascia ionica reggina, utili per acquisire la disponibilità di armi e delle auto usate per la commissione delle rapine, nonché per collocare la merce provento dei reati e ricavarne, dunque, profitto.
L’indagine, che ha ampiamente spiegato il modus operandi della suddetta organizzazione, trae origine da precedenti attività investigative riguardanti lo stesso gruppo criminale, già coinvolto in passato nella commissione di altri delitti ed in particolare rapine e prendeva spunto da altra attività culminata con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare che, nell’aprile del 2005, di fatto aveva bloccato l’operatività criminale del gruppo.
Si è raggiunta la prova di una sostanziale continuità operativa tra quella associazione e quella attuale, seppure composta soggettivamente da più numerosi e diversi indagati.
La recrudescenza dei fenomeni delittuosi e la disamina delle dinamiche criminali, poste in essere nel corso delle azioni criminose, lasciava intravedere numerose affinità tra il gruppo di criminali attenzionato in precedenza ed i soggetti responsabili dei nuovi delitti, pertanto, considerate le forti analogie sia nel modus operandi, sia nell’ubicazione geografica dove le rapine venivano perpetrate, cioè la Piana di Gioia Tauro, venne avviata un’articolata indagine ipotizzando che le azioni delittuose fossero compiute dagli stessi malviventi.
Dopo tre anni di accertamenti comprensivi di attività tecniche e di servizi dinamici sul territorio, si è accertato che la citata organizzazione criminale ha posto in essere una serie impressionante di rapine a mano armata nei confronti di autotrasportatori di furgoni e di mezzi pesanti, alcuni dei quali anche sequestrati, privati temporaneamente della libertà personale, farmacie, uffici postali, cacciatori, distributori di carburante e autovetture.
In tale contesto, sono stati accertati i ruoli di ogni singolo indagato, individuando i promotori e gli organizzatori della citata associazione, nonché i partecipi con compiti ben delineati, dal concorso nella commissione dei citati delitti, al recupero di veicoli di provenienza delittuosa, sino alla gestione delle basi logistiche, compresa la custodia di armi ed infine al supporto della latitanza di capi e/o affiliati.
Nel dettaglio il dott. Fulvio ACCURSO, GIP del Tribunale di Palmi, ha accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dai sostituti dott. Salvatore DOLCE e dott. Enzo BUCARELLI, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica f.f. dott. Emanuele CRESCENTI.
L’ordinanza è stata emessa nei confronti di MAMMOLITI Diego e di FURULI Rocco, ritenuti entrambi al vertice dell’organizzazione, già noti come collegati alla famiglia di ‘ndrangheta dei BELLOCCO di Rosarno, operante nel comprensorio della Piana di Gioia Tauro.
Il MAMMOLITI, in particolare, è stato riconosciuto quale organizzatore di tutte le rapine del 2009, nonché della rapina del 06 aprile 2012, perpetrata nei confronti del gestore del distributore di carburante “IP” di Polistena. In tale occasione, peraltro, gli operatori della Polizia di Stato, con sprezzo del pericolo ed armi in pugno, hanno arrestato in flagranza di reato SCANDINARO Salvatore che aveva commesso la rapina al predetto gestore di carburanti IP, unitamente agli altri correi, armato con una pistola cal. 9 con relativo munizionamento, arma sequestrata, dopo aver fatto cadere il passamontagna.
FURULI Rocco, per suo conto, è stato diretto protagonista di tutte le rapine commesse nell’anno 2009 e di sei rapine commesse nell’anno 2011. FURULI, tratto in arresto il 20 febbraio del 2011, è tutt’ora detenuto, motivo per il quale non è stato protagonista di ulteriori rapine successive a quella data.
La presente indagine ha dimostrato il ruolo di partecipi, attribuito ad una parte dei restanti indagati, nei riguardi di GALLO Rocco cl. 74, SCANDINARO Salvatore, TORTORA Antonino, SERRETI Giovanni, NARDELLI Cosma Biagio, AMATO Francesco e D’AGOSTINO Bruno, responsabilità comprovate dalle modalità con le quali gli stessi hanno agito e dai rapporti tra loro intercorrenti, eseguendo le direttive impartite dai capi dell’associazione.
Le attività investigative hanno accertato l’esistenza di un primo gruppo di persone, tra i quali TORTORA Antonino, SCANDINARO Salvatore e SERRETI Giovanni, che hanno agito sotto le direttive e il coordinamento di MAMMOLITI Diego e FURULI Rocco e di un secondo gruppo di persone costituito da NARDELLI Cosma Biagio, AMATO Francesco e D’AGOSTINO Bruno, che hanno agito sotto le direttive di GALLO Rocco cl. 74. In particolare, quest’ultimo, una volta tratti in arresto MAMMOLITI e FURULI ne ha proseguito l’azione, avvalendosi delle medesime tipologie esecutive per la realizzazione di quei delitti, che venivano svolti con armi, nell’identico contesto territoriale.
La consorteria criminale era provvista di organizzazione tutt’altro che rudimentale, in quanto poteva contare su solide basi operative, diffuse sul territorio; poteva disporre di numerose armi, anche da guerra, oltre che di cospicue munizioni; era in possesso di ogni materiale necessario per commettere le rapine e di numerose autovetture; forniva assistenza agli associati in caso di detenzione di qualcuno di essi e soprattutto durante la loro latitanza. La pericolosità del gruppo criminale è testimoniata dalle modalità con le quali lo stesso ha agito, incurante della presenza sul territorio delle forze dell’ordine e senza remora alcuna nell’agire anche in modo spietato contro le vittime designate.
Episodi sintomatici del modus operandi dell’associazione sono alcuni dei delitti commessi dagli appartenenti al gruppo criminale in questione, tutti caratterizzati da condotte dirette a offendere il patrimonio con il ricorso alla violenza e alla minaccia delle persone.
Il 18 febbraio del 2009, MAMMOLITI Diego, con altri soggetti non meglio identificati, perpetrava una rapina ai danni di un autotrasportatore che stazionava presso la piazzola sita nei pressi dello svincolo autostradale di Rosarno Sud, in attesa di proseguire per Cinquefrondi, dove avrebbe dovuto consegnare cibo per animali.
Alle ore 07.30, veniva svegliato da tre persone con il volto coperto da passamontagna, i quali minacciandolo con una pistola e con un’ascia, lo incappucciavano e lo costringevano con la violenza a percorrere, un lungo tratto di campagna, a piedi e a bordo di un auto, sequestrandolo per circa un’ora in una baracca, ed impossessandosi del carico del furgone, avente valore complessivo di 9600 euro, smerciando poi la merce sulla costa ionica di questa provincia.
La pericolosità del gruppo è, altresì, testimoniata da altro episodio occorso il 6 aprile 2009 allorquando gli appartenenti al gruppo criminale si impossessavano di un camion carico di mobili, che stava percorrendo la SGC – Ionio Tirreno direzione Siderno.
L’autotrasportatore veniva bloccato da un’autovettura Alfa Romeo 159 di colore nero, con a bordo due persone, una delle quali, una volta bloccato il veicolo, scendeva dall’auto e, armato di pistola e col volto travisato, faceva scendere dalla cabina di guida la vittima, impossessandosi del mezzo e fuggendo, unitamente al complice in direzione Siderno.
Altro episodio di rilievo attribuibile al gruppo criminale in parola è la rapina avvenuta, il 10 aprile 2009, presso l’esercizio commerciale “Phone Center”, ubicato in Rosarno, allorquando tre malviventi, riconosciuti per MAMMOLITI Diego, FURULI Rocco e SCANDINARO Salvatore, con volto travisato, minacciavano con un fucile la proprietaria facendosi consegnare la somma di 7,000 euro i contanti.
L’operatività criminale del gruppo è attestata anche da altri episodi altrettanto significativi avvenuti negli anni 2011 e 2012.
Il 05 gennaio 2011, FURULI Rocco e GALLO Rocco cl.74, si impossessavano di un’autovettura, puntando un’arma comune da sparo all’indirizzo della vittima costringendolo a consegnare l’autovettura, a bordo del quale saliva il FURULI.
Il 02 aprile 2012, SCANDINARO Salvatore, unitamente ad altri soggetti non meglio identificati, minacciava gli impiegati dell’Ufficio Postale di Polistena (RC) con un’arma comune da sparo e un’arma da guerra, impossessandosi di circa 11.600 euro.
Infine, riguardo ai delitti in tema di armi ed a riscontro delle molteplici attività tecniche, sono stati operati diversi sequestri, tra cui un fucile a canne mozze, pistole, pistole mitragliatrici e munizioni di ogni tipo, utilizzate nei citati delitti, individuando le basi logistiche del sodalizio.
Sono attivamente ricercati altri tre soggetti colpiti dallo stesso provvedimento restrittivo.