L’Azienda ha proposto ricorso al TAR per chiedere l’annullamento del Decreto Assessoriale, con cui è stata disposta la conclusione con esito negativo della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale in relazione alla realizzazione d’un nuovo impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti (FORSU) all’interno della centrale termoelettrica di Archi.
Il ricorso è stato depositato anche nei confronti di Padre Giuseppe Trifirò e Peppe Maimone, Presidente dell’Associazione A.D.A.S.C., che hanno deciso di costituirsi in giudizio, rappresentati e difesi dall’Avvocato Vera Giorgianni. “Ci riteniamo soddisfatti della decisione del Tribunale Amministrativo che ha giustamente ritenuto non fondata la richiesta di sospensiva avanzata dalla A2A: – ha dichiarato Maimone – il TAR ha infatti ritenuto sufficientemente motivate le doglianze delle costituite parti resistenti, affermando altresì che il ricorso presentato dalla società, non appare sorretto da sufficienti profili di fondatezza, tali da farne ipotizzare un esito favorevole nel merito.
L’impianto di Archi non rientra tra quelli previsti nel Piano d’ambito della SRR Messina, Area Metropolitana, uno strumento di esclusiva pianificazione avente ha lo scopo di stabilire la strategia di regolamentazione in funzione del fabbisogno impiantistico necessario. A2A nel progetto presentato non ha attestato la titolarità dei rifiuti, elemento necessario per ottenere l’autorizzazione; la mancata dimostrazione della titolarità dei rifiuti può scaturire un rischio di sovradimensionamento impiantistico e di violazione dei principi in termini di prossimità e autosufficienza. La violazione dei criteri di prossimità e autosufficienza riverbera negativamente sugli impatti ambientali del progetto, ove si consideri che, se si dovessero per ipotesi trattare i rifiuti di altri ambiti territoriali (o peggio di altre regioni), si sarebbe dovuto approfondire, l’incremento di traffico veicolare conseguente alle centinaia di mezzi, che ogni giorno dovrebbero attraversare la Sicilia.
Da evidenziare altresì che nella relazione di ARPA Sicilia, si evince che sono state riscontrate criticità nel corso delle campagne di monitoraggio delle acque di falda con superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione con particolare riferimento ai parametri idrocarburi totali, idrocarburi policiclici aromatici e solventi clorurati.
La decisione del TAR rappresenta sicuramente un primo risultato dopo diversi interventi ed azioni poste in essere dalle associazioni, che, nella fase di consultazione del pubblico, hanno presentato osservazioni tecniche relazionando su tutte le criticità riscontrare nel progetto. Siamo convinti che è necessario individuare una strategia corretta per la gestione dei rifiuti, prevedendo impianti ecocompatibili in aree idonee senza arrecare danno all’ambiente ed alla salute pubblica”.
Foti Rodrigo