I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Palermo, rendono noto che nel prosieguo delle attività connesse all’operazione “TORRE DEI DIAVOLI”, hanno eseguito ulteriori 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia.
I destinatari dei nuovi provvedimenti restrittivi, già detenuti per altra causa, sono accusati dell’omicidio di SCIACCHITANO Salvatore e del tentato omicidio di ARIZZI Antonino nonché dei reati connessi alla detenzione e porto delle armi utilizzate per commettere l’agguato: Profeta Salvatore, Profeta Antonino, Pedalino Francesco.
Profeta Salvatore, uomo d’onore della famiglia di Santa Maria di Gesù, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, dopo una detenzione di 18 anni era stato scarcerato alla fine del 2011 in virtù della richiesta di revisione del processo per la strage di via d’Amelio. L’inserimento del soggetto in Cosa Nostra era avvenuto in epoca ben più risalente come testimoniato dalle rivelazioni rese dai collaboratori di giustizia negli anni ’80; nel corso della 2a guerra di mafia Profeta Salvatore si era schierato con l’ala vincente di osservanza corleonese, venendo peraltro coinvolto nel noto “blitz di Villagrazia” del 1981 culminato, dopo un violento conflitto a fuoco, con l’arresto di altri otto uomini d’onore e la fuga di ulteriori sei. A seguito della riorganizzazione del mandamento e della famiglia di Santa Maria di Gesù, effettuata dopo l’uccisione dello storico capo Bontade presente indagine è emerso che l’anziano uomo d’onore aveva rifiutato ogni candidatura alle cariche elettive della famiglia sia per l’età avanzata che, verosimilmente, per la sua parentela con il collaboratore Scarantino Vincenzo. In ogni caso Profeta Salvatore rappresentava per il capofamiglia Greco Giuseppe una sorta di consigliere non ufficiale al quale era peraltro lasciata libera iniziativa in virtù della sua autorevolezza criminale.
PROFETA Antonino è figlio di PROFETA Salvatore e figghiozzu di GRECO Giuseppe che l’avrebbe scelto come proprio rappresentante particolare. Tale ruolo, non previsto formalmente nella gerarchia mafiosa, avrebbe consentito al giovane uomo d’onore di interloquire con altri appartenenti al sodalizio, svincolato dagli obblighi e dalle limitazioni tipiche derivanti dalla posizione di soldato e con la dipendenza esclusiva dal capo della famiglia ovvero, nella sola ipotesi di temporanea assenza del vertice, dal sottocapo. L’incarico fiduciario attribuito a PROFETA Antonino, al di fuori delle funzioni tradizionali ed alle dirette dipendenze del vertice, testimonia la grande considerazione in cui era tenuto all’interno dell’organizzazione.
PEDALINO Francesco, genero di PROFETA Salvatore e cognato di PROFETA Antonino, sarebbe stato recentemente designato capodecina, ponendo addirittura alle sue dipendenza uomini d’onore ben più anziani.
PROFETA Antonino e PEDALINO Francesco, come pure il figlio di questi PEDALINO Gabriele, rappresentano le nuove leve della famiglia che operavano sotto il controllo dei vertici di cui riscuotevano ampia fiducia.
Il GIP di Palermo ha inoltre convalidato i fermi operati in data 11.12.2015 nei confronti di GRECO Giuseppe, GAMBINO Natale Giuseppe, PEDALINO Gabriele, ILARDI Domenico, SCARANTINO Lorenzo e URSO Francesco.