500 Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 31 fermi del P.M. nei confronti di altrettanti capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio.
Le indagini, avviate nel maggio 2013, ovvero all’indomani dell’operazione “Argo”, e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e della Compagnia di Bagheria, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno consentito di disarticolare completamente il mandamento di Bagheria, storica roccaforte di Cosa nostra. Insieme ai reggenti del mandamento e delle famiglie mafiose di Bagheria, Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia, sono stati tratti in arresto pericolosi “uomini d’onore” della consorteria.
Le risultanze delle indagini si sono nel tempo arricchite delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, confermando il quadro indiziario già acquisito.
L’operazione “Perseo” (dicembre 2008) aveva fatto sfumare il tentativo di ricostituzione della CommissioneProvinciale di Cosa nostra palermitana.
A seguito dell’indagine Argo, da cui era derivata la completa disarticolazione della compagine operativa del mandamento mafioso di Bagheria, tre delle persone arrestate hanno deciso di collaborare con la giustizia: CARBONE Giuseppe Salvatore, GENNARO Vincenzo e FLAMIA Sergio Rosario.
Grazie alle dichiarazioni di quest’ultimo collaboratore, è possibile affermare che, anche dopo il fallimento del progetto dei boss (Operazione Perseo), Cosa Nostra è riuscita a dotarsi di un organo decisionale, composto da alcuni tra i più influenti capi mandamento della città e della provincia.
Quanto sopra risulta perfettamente in linea con le risultanze delle indagini più recenti condotte dal Nucleo Investigativo di cui ne costituisce straordinaria e logica chiave di lettura. E’ emerso, quindi, che in Cosa nostra non è mai venuta meno la necessità di trovare unione e rappresentatività, di dotarsi di un organo decisionale, una sorta di direttorio, con al vertice il più influente tra i capi mandamento liberi, in grado di relazionarsi con i capi di Cosa nostra operanti fuori dalla provincia di Palermo, di delineare le strategie operative, di dirimere eventuali conflitti interni.
L’indagine Reset ha consentito di delineare gli assetti e le attuali dinamiche operative del mandamento mafioso di Bagheria che continua a essere composto, oltre che dall’omonima famiglia (che comprende anche il territorio di Santa Flavia e delle frazioni di Aspra e Porticello), anche dalle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia.
Le indagini sulla consorteria ficarazzese hanno evidenziato come gli affiliati, a causa delle efficaci operazioni di contrasto, cerchino in tutti i modi di evitare di “parlare tra loro”, comunicando con il metodo dei “pizzini”.
Le captazioni video hanno permesso di registrare tali scambi di “pizzini”.
La disponibilità di armi da parte della famiglia mafiosa di Bagheria risulta da numerose intercettazioni ambientali.
E’ emerso che i sodali più attivi, soprattutto quelli dediti alle estorsioni, hanno la disponibilità di armi da fuoco che minacciano di utilizzare nel caso di mancato pagamento del “pizzo”.
ELENCO ARRESTATI
• GRECO Nicolò
• DI FIORE Giuseppe
• GUTTADAURO Carlo
• PIPIA Francesco
• PROVENZANO Giorgio
• FLAMIA Giovanni Pietro
• LO PIPARO Salvatore
• DI SALVO Giovanni
• MORSICATO Benito
• LIPARI Nicolò
• PRETESTI Francesco
• RASPANTI Francesco
• SPECIALE Francesco
• LI VOLSI Luigi
• TERRANOVA Francesco
• LA ROSA Giovanni
• MESSICATI VITALE Fabio
• MILITELLO Bartolomeo
• COMPARETTO Giuseppe
• LEONFORTE Atanasio Ugo
• CECALA Emanuele
• MODICA Michele
• LO COCO Pietro
• LOMBARDO Andrea
• GRANA’ Leonardo
• MACCARRONE Vincenzo
• NASTA
• RIBAUDO Paolo Salvatore
• RIZZO Giovan Battista
• ROMANO Giovanni Salvatore
• BUGLISI Salvatore