FOTO – I Carabinieri di questo Comando Provinciale hanno condotto, in Palermo e Villabate, dalle prime ore del mattino, le operazioni relative all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso, di una pluralità di reati di falso ideologico commesso dal p.u. in atto pubblico, falsità in documenti informatici, accesso abusivo a sistema informatico e truffa aggravata.
L’esecuzione dei provvedimenti conclude una prima fase di una complessa attività investigativa sviluppata dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, coordinati dal Proc. Agg. Dr. Bernardo PETRALIA e Sost. Proc. Dr. Enrico BOLOGNA e Daniela VARONE.
L’attività investigativa scaturisce da una serie di denunce presentate sin dall’agosto 2013 dall’ASP di Palermo, in seguito all’individuazione di molteplici irregolarità emerse durante le attività di rendicontazione delle fatture inerenti la fornitura e distribuzione di presidi ed ausili per incontinenza ed ha consentito di disvelare l’esistenza di un’attività criminale che da almeno due anni senza soluzione di continuità, si sostanziava nella produzione di autorizzazioni false, per la fornitura gratuita in regime di convenzione regionale di presidi ed ausili per incontinenza e prodotti per celiaci, presentate successivamente per il rimborso della relativa spesa da parte di tre titolari di farmacie e di un titolare di parafarmacia che ne ottenevano illeciti profitti.
Nel corso dell’attività di indagine sono state attivate intercettazioni telefoniche nei confronti dei soggetti che a vario titolo sono stati ritenuti inseriti nel contesto criminale nonchè intercettazioni audio video e telematiche anche all’interno di uffici pubblici.
IL MODUS OPERANDI
Sin dall’inizio si individuava quale fulcro del sistema un infedele dipendente dell’ASP di Palermo, LI SACCHI Pietro, che, utilizzando le proprie credenziali, accedeva al sistema informatico dell’ASP ed alterava i dati relativi ad assistiti per la stampa di autorizzazioni false. Proprio attraverso l’intercettazione telematica veniva accertato che il predetto creava illecitamente una serie di autorizzazioni, utilizzando le generalità di ignari assistiti già presenti nel sistema informatico, modificando o inventando le patologie sofferte, i medici prescrittori, le date e quant’altro fosse stato necessario per giustificare la gratuita erogazione dei presidi ed ausili in linea con le patologie inesistenti, con successivi rimborsi a carico del’ASP e quindi del bilancio della sanità regionale.
Non solo. Le autorizzazioni venivano preparate con date retroattive ed a volte anche a carico di persone decedute.
Il riscontro con la documentazione sequestrata, costituita da numerose fatture presentate al rimborso dalle farmacie riepilogative di migliaia di autorizzazioni, ha permesso di accertare la falsità di almeno diverse centinaia di queste ultime. Talune fatture risultavano ingiustificate addirittura per circa il 75% dell’importo totale. In sintesi, l’iter criminoso de quo si sviluppava con un sistematico e collaudato schema operativo che, attraverso la successione di una pluralità di reati commessi in concorso dai soggetti a vario titolo coinvolti, ha permesso la produzione delle autorizzazioni false, con conseguente danno del servizio sanitario. Il LI SACCHI predisponeva le suddette autorizzazioni facendole recapitare attraverso il VILLANO Giuseppe ai farmacisti che ne curavano la presentazione all’ASP attestando ingannevolmente una fornitura mai avvenuta e mai richiesta dagli ignari intestatari.
Rileva, al riguardo, precisare che l’abusiva intrusione al sistema informatico posta in essere per ciascuna operazione di arbitraria utilizzazione dei dati archiviati relativi ad assistiti e medici, con la contestuale indicazione di patologie inesistenti, comportava l’immediato depauperamento dei fondi stanziati per le necessità degli assistiti realmente bisognosi. Di talchè si creavano dei “buchi finanziari” che l’ASP era costretta a ripianare con specifiche richieste straordinarie.
Li Sacchi Pietro costituisce quindi il punto di partenza dell’iter delinquenziale non esitando a falsificare financo la firma dei propri dirigenti.
LA FALSA DISTRIBUZIONE
La responsabilità da parte del farmacista PEPE Giuseppe emerge non solo dal suo coinvolgimento diretto durante alcuni carichi di forniture filmati nel corso delle indagini ma anche dai dialoghi telefonici intercorsi con il VILLANO, suo punto di riferimento per la consegna delle autorizzazioni false.
Il meccanismo criminoso comprendeva oltre la produzione di false autorizzazioni presso gli uffici dell’ASP, anche l’apposizione da parte delle farmacie di false firme relative ad ignari assistiti (talvolta già deceduti) con l’indicazione di documenti di identità inesistenti e mai rilasciati dall’Anagrafe del Comune di Palermo.
Identico modus operandi veniva riscontrato in relazione a fatture presentate al rimborso dalle farmacie di cui sono titolari SIRCHIA Gaetano e GENOVESE Diego.
Un meccanismo analogo è stato inoltre riscontrato anche nel settore dei prodotti per celiaci in relazione all’attività della parafarmacia di cui è titolare LOIACONO Andrea, il quale presentava al rimborso diverse fatture, contenenti numerose fittizie autorizzazioni.
L’attività criminosa ha comportato un danno stimato al Servizio Sanitario Nazionale in circa 200.000 € sulla base delle fatture già esaminate e che, in proiezione statistica, potrebbe aggirarsi intorno ad oltre 1 milione di euro alla fine degli accertamenti ancora in corso.