Messina. Da venerdì 1 al 29 agosto, la Biblioteca comunale e l’Archivio Storico, siti al Palacultura, rimarranno chiusi al pubblico. La normale attività riprenderà l’1 settembre. L’Archivio Storico comunale nacque il 29 marzo 1935 con la deliberazione n. 609 del Regio commissario straordinario Gian Augusto Vitelli e fu subito affidato a Nitto Scaglione, allo scopo di raccogliere, reperire e divulgare le memorie storiche del Comune di Messina per un maggiore sviluppo delle attività relative alla conservazione delle sue tradizioni e dei suoi documenti.
L’Archivio, dalle 551 opere del 1952, è passato, alla fine del 1960, a 2.369 catalogazioni, ed oggi conserva oltre 14 mila volumi riguardanti la città, con copie risalenti al cinquecento e seicento; un’interessante emeroteca con oltre 1.600 testate; alcuni giornali risalenti al 1815 ed un’importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d’epoca. Al momento dell’istituzione si trattò di un semplice atto di fede, e non solo perché il compito spettava al nuovo ufficio che era immane, ma anche perché la guerra incombeva minacciosa. I bombardamenti del 1940-1943 non trovarono molto da distruggere, ma quel poco che c’era fu disperso.
La Biblioteca, intitolata al poeta Tommaso Cannizzaro, prese corpo dal fondo che lo stesso poeta lasciò in eredità a Messina, alla sua morte avvenuta nel 1921. Originariamente era formata da 5.000 volumi a carattere prevalentemente filosofico, storico folkloristico, etnografico e di storia delle regioni, arricchito dall’epistolario che il Cannizzaro tenne in particolar modo con lo scrittore francese Victor Hugò, con il noto pittore Mistral e con Giuseppe Pitrè, studioso delle tradizioni popolari siciliane, delle quali lo stesso poeta messinese fu insigne cultore. Oggi sono a disposizione del pubblico oltre 37.000 volumi.