Quanto accaduto sabato scorso a Guardavalle in occasione della partita di calcio del campionato di Eccellenza in Calabria con l’Acri, non può non destare fortissima preoccupazione.
E’ grave quanto denunciato dai giocatori e dai dirigenti della squadra dell’Acri in relazione a pesanti minacce subite prima dell’inizio dell’incontro da sconosciuti, che hanno intimato loro di perdere la partita. Ad un giocatore è stato addirittura puntato un coltello alla gola. Questi gravi atti intimidatori hanno indotto la squadra dell’Acri a non giocare la partita.
Soprattutto nell’ambito del calcio dilettantistico questi fenomeni sono abbastanza diffusi.
Si registrano sempre più spesso atti di intimidazione nei confronti di giocatori e di intere società sportive prima, durante e dopo le partite, tanto da far dubitare che la motivazione sportiva sia davvero quella prevalente.
Si tratta di episodi gravi che non possono essere sottovalutati e che richiedono una pronta e ferma risposta non solo da parte degli organismi di autogoverno sportivi ma anche delle forze dell’ordine e della magistratura.
Occorre fare piena luce sui fatti accaduti a Guardavalle.
Già in passato il fenomeno in Calabria era venuto alla luce attraverso incidenti gravi che, in alcuni casi, hanno registrato aggressioni con feriti in gravi condizioni e addirittura, in un caso, con una vittima.
E’ necessario liberare lo sport, e il calcio in particolare, dal pesante condizionamento di quei pochi che ne fanno soltanto un’occasione di violenza e prevaricazione.
Sottoporrò il caso con un’apposita interrogazione parlamentare al Sottosegretario Graziano del Rio titolare della delega allo sport e al Ministro dell’Interno Angelino Alfano affinché si possa valutare quali straordinarie iniziative il Governo potrà assumere sia per prevenire che per reprimere tali gravi episodi.
Fonte: www.enzabrunobossio.it