censore«Contro la criminalità organizzata, una delle piaghe più perniciose che affliggono la nostra terra e che mina alle fondamenta la nostra società ostacolandone gravemente la crescita del territorio, la sola repressione non basta. C’è bisogno anche e soprattutto di un cambiamento nella cultura, nel pensiero e nel senso civico delle popolazioni. Un cambiamento che può essere attivato solo tramite la conoscenza, la consapevolezza e la diffusione di una cultura della legalità e del rifiuto di pratiche comportamentali quali la violenza e la sopraffazione».

E’ quanto afferma il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, che parteciperà all’iniziativa dal tema “Criminalità organizzata e risposte istituzionali”, che si terrà presso l’Auditorium della Scuola di Polizia di Vibo Valentia, al quale prenderanno parte Stefano Dodaro, Direttore della Scuola di Polizia di Vibo Valentia, Franco Caso, Segretario provinciale del SIULP, Nicola D’Agostino, Sindaco del Comune di Vibo, Mario Ciclosi, Commissario straordinario della Provincia di Vibo, Angelo Carlutti, Questore di Vibo, Giovanni Bruno, Prefetto di Vibo Valentia, Arcangelo Badolati, giornalista, Vittorio Costantini, Segretario nazionale del SIULP, Bruno Censore, Deputato della Repubblica, Mario Spagnuolo, Procuratore della Repubblica, e Marco Minniti Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti.

«Un grande simbolo della lotta alla criminalità, qual è Paolo Borsellino, diceva che ognuno ha il diritto di avere paura ma il dovere di avere coraggio: non si può far finta di nulla, servono iniziative forti e tempestive soprattutto in una provincia, come quella Vibonese, ove il condizionamento mafioso – come emerso nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentata nei giorni scorsi dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano alle Camere – ha raggiunto livelli di maggiore pervasività. Quindi, dinanzi alla complessità della questione criminale – prosegue il parlamentare del PD – non possiamo cancellare quel nostro dovere che ci impone di reagire alle sfida criminale, un dovere che si consuma su un duplice binario, attraverso investimenti sulla cultura della legalità, che poi significa investire anche sullo sviluppo e sulla crescita di un territorio, e attraverso la ferma volontà di riaffermare ovunque la insostituibile autorità dello Stato e delle sue regole di civile convivenza».

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