Personale della Polizia di Stato della Questura di Catanzaro ha eseguito Lunedì scorso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme a carico della trentenne infermiera lametina Federica G., ritenuta corresponsabile dell’omicidio di BERLINGERI Francesco cl. ’60 e del ferimento del nipote minore BERLINGERI Pio Paolo, avvenuti in Lamezia Terme il 19 gennaio 2017.
Nella giornata di ieri il GIP di Lamezia Terme ha convalidato il provvedimento di fermo, applicando alla donna la misura della custodia cautelare in carcere; il medesimo provvedimento è stato notificato al marito trentaduenne Marco G., già tratto in arresto nel luglio scorso in quanto responsabile dell’omicidio di M. Gregorio, assassinato a Catanzaro il 25 giugno 2017.
Le indagini avviate nell’immediatezza dell’evento delittuoso e sviluppate mediante una dettagliata analisi di numerose video riprese dei sistemi di sorveglianza installati nei luoghi contigui a quello del delitto, hanno consentito di verificare che l’autore dell’omicidio, che aveva utilizzato una moto di tipo enduro, anche nella giornata antecedente l’evento oltre che nei momenti prossimi all’omicidio, aveva avuto il supporto logistico da parte dell’occupante di una autovettura del tipo Fiat 600 di cui veniva intravisto un parziale di targa che grazie anche alle peculiari attività tecniche del Servizio di Polizia Scientifica di Roma, veniva individuata come avente sigla parziale con iniziali CZ.
Tale accertamento, comparato con quello del modello della macchina, permetteva l’individuazione dell’autovettura targata CZ 106 XX, intestata alla G. Federica, come quella individuata nelle video riprese.
Si è presto accertato che la G. Federica è coniugata con l’uomo proprietario di una motocicletta modello BMW G450X targata DG13098, del tutto compatibile con quella utilizzata dall’autore dell’omicidio di BERLINGERI Francesco.
Le investigazioni hanno avuto ulteriore impulso dalla analisi del traffico globale della cella del luogo del delitto, dalla quale è emersa la contemporanea presenza dei telefoni degli indagati, nei momenti in cui è stata anche constatata la presenza della moto utilizzata dal killer e quella dell’autovettura di supporto, nei pressi del luogo dell’omicidio.
G. Marco non risulta allo stato inserito in contesti di Criminalità Organizzata né sono emersi pregressi motivi di rancore con la vittima cosicché, con riferimento all’omicidio, pare possa aver rivestito il ruolo di “killer” prezzolato.
Le attività tecniche realizzate in relazione all’omicidio del BERLINGERI Francesco hanno evidenziato invero, come il possibile movente del delitto sia da ricondurre ai trascorsi criminali della vittima, dedito ai furti di autovetture o mezzi industriali con la pratica del c.d. “cavallo di ritorno”. E’ probabile che proprio la realizzazione di alcuni di tali furti in ambiti territoriali sotto il controllo della criminalità organizzata abbia potuto determinare l’eliminazione del BERLINGERI.