Sta per calare il sipario su “Buon compleanno Catanzaro” , il nutrito programma di eventi che ha tenuto compagnia per oltre un mese ai catanzaresi, realizzato dall’Associazione Catanzaro e la mia città, presieduta da Francesco Vallone, inserito nell’ambito della più ampia rassegna “Sarà tre volte Natale” promossa dall’amministrazione comunale.
Si è trattato di una lunga cavalcata con oltre venti appuntamenti che hanno spaziato dal teatro alla musica, dai convegni alle visite guidate, dal teatro di strada alle fiere di mercanti ed artigiani. Un vero tuffo nella cultura e nella storia di Catanzaro, come l’ha definito il direttore artistico Mario Mauro. Particolare da non sottovalutare è che tutti gli eventi sono stati messi in atto soltanto da artisti, storici, studiosi e personaggi del mondo della cultura rigorosamente catanzaresi.
Per oggi Festa dell’Immacolata e domani 9 dicembre sono in programma gli ultimi appuntamenti. Stasera, a partire dalle ore 18 lungo Corso Mazzini da Piazza Garibaldi a Piazza Cavour (isola pedonale), sarà la volta del corteo storico con lo spettacolo itinerante degli sbandieratori, dei musici, dei militi e dei figuranti del Gruppo Storico Città di Catanzaro. Al Gruppo Storico si aggregherà per l’occasione la compagnia dei Sinafè con le musiche medievale, il cantastorie, i giocolieri e trampolieri. Le esibizioni saranno ovviamente improntate al pieno rispetto delle norme anticovid.
Giovedì 9 dicembre alle ore 21, presso il Teatro Comunale ci sarà invece l’ultimo evento: il lavoro teatrale “Sanguinis Effusione”, scritto appositamente per Buon Compleanno Catanzaro da Salvatore Emilio Corea e portato sulle scene dai suoi ragazzi della Compagnia del Teatro di Mu. Protagonista dello spettacolo sarà proprio un importante avvenimento della storia di Catanzaro, rivisitato in chiave inedita dalla sapiente sceneggiatura di Corea.
Insomma una “chiusura col botto” per una straordinaria manifestazione, durata complessivamente ben cinque settimane, che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica e che ha dimostrato come con un po’ di buona volontà e tanta passione per la propria terra si possono realizzare grandi cose.

Questa la storia dello spettacolo riportata nelle note di regia:
“Nel secolo del Rinascimento e delle grandi scoperte (l’America del Nord, il Brasile, il Madagascar, l’isola di Timor), delle Riforme in seno al Cristianesimo, del massimo splendore dell’Impero Ottomano, la Spagna è il centro del mondo, e Carlo V d’Asburgo è il dominus di un Impero sul quale per antonomasia “non tramonta mai il sole”. E tra le vastissime terre, gli sconfinati possedimenti, le immense popolazioni sottomesse al capo del Sacro Romano Impero, c’è una piccola città fortificata, il cui nome nell’estate del 1528 risuonerà nelle sale più esclusive del Potere: Catanzaro.
Assente nelle pagine dei libri di storia e spesso nella memoria dei suoi stessi abitanti, ma di sicuro meritevole di un’epopea, l’Assedio di Catanzaro e la sua eroica resistenza ai Francesi è un evento che simbolicamente conclama l’orgoglio e l’identità di una comunità.
Il Progetto Sanguinis Effusione, che Edizione Straordinaria intende celebrare sei secoli dopo quell’epica vicenda, rievocando nel titolo il motto in calce allo stemma con l’effigie dell’aquila imperiale che lo stesso Carlo V concesse ai catanzaresi: non un mero feticcio araldico, ma un importante suggello di autonomia, un lusso nel contesto storico in cui la vita delle città era perennemente appesa al filo dei saccheggi e delle razzie del primo esercito che passava.
La storia dell’assedio, così come riportata da varie fonti storiche, è stata naturalmente coniugata da noi teatranti in una partitura drammaturgica che mette le persone, i sentimenti, le emozioni davanti alla cronaca storiografica; non ci sfugge la cruda traduzione del motto ”con spargimento di sangue”, né la consapevolezza dell’equivalenza tra un padrone spagnolo e un padrone francese.
Il nostro racconto sceglie il punto di vista dei bambini, delle donne, quelli che le guerre le patiscono senza stare in prima linea, alternando il lessico popolare in vernacolo col lessico storico in lingua, la sfera emotiva del gioco con quella della tragedia”.

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