“Non è possibile continuare a contare i morti dell’indifferenza e delle superficiali politiche dell’immigrazione nel nostro Paese. Il nome di Man Addia, il liberiano lavoratore stagionale di 31 anni, morto ieri per il freddo a Rosarno, si aggiunge cinicamente al lungo elenco degli immigrati che in Calabria siamo da tempo costretti a registrare”.
E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, davanti all’ennesima vicenda che vede vittima ancora una volta un lavoratore immigrato. “La situazione che ogni anno viene a determinarsi nella Piana di Gioia Tauro non può essere affrontata con interventi di emergenza, o con la solidarietà di volontari ed associazioni che per quanto possibile sono impegnati per alleviare i disagi e soddisfare le necessità di questi lavoratori”.
“Non si può, in un Paese civile e democratico come l’Italia – afferma Giovanni Nucera – seppure con tutte le difficoltà di una crisi congiunturale insopportabile per molti, morire di freddo e di stenti perché non si riesce a trovare un luogo decente dove passare la notte. E’ una cosa inaccettabile, e dimostra che gli interventi per fronteggiare la presenza di immigrati stagionali nella Piana, siano del tutto insufficienti, o quantomento tardivi. La gestione dell’immigrazione è una prerogativa che lo Stato ha mantenuto tra le proprie competenze. Non si tratta qui – spiega Nucera – di affrontare l’emergenza di uno sbarco. A Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, ogni anno, convergono migliaia di immigrati, soprattutto giovani africani come Man Addia, che chiedono solo di poter lavorare onestamente. Racimolare un salario, che per quanto misero, riesce spesso a soddisfare le necessità dei parenti rimasti a casa. Uomini pronti ad affrontare qualsiasi tipo di difficoltà, ma che hanno bisogno di trovare un luogo, quantomeno dignitoso, dove poter trascorrere il periodo della raccolta. Capisco bene – prosegue il consigliere Segretario Nucera – i problemi che bisogna affrontare per allestire una tendopoli, e quanto impegno dedicano i funzionari della Prefettura reggina. Ma anche la morte di un solo immigrato, dimostra che serve fare qualcosa di più. Che serve forse programmare meglio e per tempo la collocazione di queste persone. Una responsabilità, che come ho già detto più volte, non può ricadere, come spesso accade, sulla Regione o sui comuni più piccoli, che oltre alla carenza di fondi sono penalizzati anche da carenze organizzative, perché strutturati funzionalmente rispetto al numero di abitanti. Lo Stato, dunque, deve fare la sua parte, ma in maniera adeguata ai numeri ed alle presenze di immigrati nel nostro territorio, iniziando da una attenzione nuova da parte del Governo centrale”.
L’Italia non si può macchiare della vergogna dei morti dell’indifferenza e della disorganizzazione. Certo – afferma il consigliere Giovanni Nucera – c’è anche da capire le vere ragioni della morte di Man Addia, sulle quale la Procura di Palmi ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte e verificare se per il decesso non siano stati determinanti non solo il freddo e le condizioni ambientali disagiate in cui viveva, ma anche eventuali patologie da cui poteva essere affetto. Ma c’è anche da capire – prosegue Nucera – come mai nella tendopoli, con una disponibilità di 500 posti, ed al completo, non ci fosse un posto, un solo posto anche per Man Addia”.
“La vicenda di Addia e la sua assurda morte dentro un’auto – conclude Giovanni Nucera – dimostra che su Rosarno e sulla Piana, per quanto impegno ci si metta, non è mai abbastanza. A dimostrazione che bisogna fare di più e meglio, programmando per tempo, le politiche dell’immigrazione nel nostro Paese ed in Calabria”.