Arrestate 5 persone per trasferimento fraudolento di valori. Interessi economici della ‘ndrangheta in Toscana: sequestrati immobili, società, autoveicoli per oltre 43,8 milioni di € a Montecatini Terme (PT), Gioia Tauro (RC) e Lamezia Terme (CZ). Dalle prime luci dell’alba è in corso una operazione a contrasto della criminalità organizzata tra Toscana e Calabria, coordinata dalle Procure Distrettuali Antimafia di Firenze e Reggio Calabria.
Le indagini, condotte per oltre due anni dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Pistoia e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze, si sono concluse con l’arresto di 5 soggetti ed il sequestro penale di un ingente patrimonio illecito del valore di oltre 43,8 milioni di € in Toscana ed in Calabria.
La vasta operazione odierna vede impegnati, nella sua fase esecutiva, anche Reparti della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Catanzaro e Lamezia Terme.
Contestualmente, i medesimi soggetti e l’ingente patrimonio vengono colpiti da sequestro di prevenzione patrimoniale antimafia sulla base di indagini effettuate congiuntamente dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria e dai finanzieri del Nucleo PT di Pistoia e del G.I.C.O. di Firenze.
Le attività investigative condotte dalle fiamme gialle di Pistoia e Firenze hanno consentito di accertare la presenza di interessi economici in Toscana indirettamente riconducibili a R.A. di anni 39, originario di Gioia Tauro (RC).
Già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso in via definitiva dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nell’ottobre del 2000 quale appartenente ad una potente ‘ndrina di Gioia Tauro per aver favorito la latitanza di G. M. e per avere gestito i rapporti economici della cosca allo scopo di realizzare lo sfruttamento economico delle opportunità offerte dalla sviluppo dell’area portuale di Gioia Tauro, il R.A., nell’ultimo decennio, aveva spostato i propri interessi economici in Toscana.
La capillare e costante azione di controllo del territorio da parte dei finanzieri toscani ha portato all’individuazione ed alla minuziosa analisi delle attività economiche avviate dai componenti della famiglia del citato R.A.. Le susseguenti indagini, sviluppatesi attraverso intercettazioni, pedinamenti, appostamenti ed una capillare ricostruzione dei redditi dichiarati e dei patrimoni accumulati e/o gestiti nell’ultimo decennio dall’intero nucleo familiare di R.A. hanno così consentito, grazie anche all’utilizzo dell’applicativo “Molecola” sviluppato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, di accertare una considerevole sperequazione tra redditi e patrimoni, nonché di scoprire come, al di là della formale intestazione, l’effettiva titolarità di una serie di aziende, intestate, a vario titolo, ai componenti della famiglia, fosse di fatto riconducibile alla piena ed esclusiva disponibilità di R.A.
Le indagini patrimoniali hanno permesso di risalire ai flussi economici che, negli anni, hanno portato R.A. ad accumulare e gestire illecitamente un ingente patrimonio costituito da beni immobili, deposti bancari e società operanti nei settori immobiliare (in Toscana e Calabria) e della gestione di case di cura (Calabria).
E’ stato quindi possibile verificare come gli interessi economici di R.A., inizialmente orientati verso l’acquisizione di una casa di cura per disabili in provincia di Catanzaro, nel tempo si siano spostati verso la Toscana, nel tentativo di diversificare e meglio occultare le ingenti disponibilità economiche; a tale scopo veniva creata anche una holding di controllo su 5 società, tra cui 2 immobiliari con sede a Montecatini Terme (PT) con cui sono state realizzate numerose villette a schiera ed appartamenti a Buggiano (PT) e Cerreto Guidi (FI).
L’intero patrimonio immobiliare che oggi viene sottoposto a sequestro è costituito da n. 29 immobili, tra cui spicca il vasto e moderno complesso immobiliare della casa di cura in Calabria. Ben 12 i fabbricati residenziali con relative pertinenze sequestrati in Toscana; 17 i beni immobiliari sequestrati in Calabria. Sottoposti a sequestro anche n. 10 autoveicoli (di cui n. 3 di grossa cilindrata).
Sono altresì oggetto del provvedimento di sequestro 7 società: la holding capogruppo con le sue 5 società controllate, nonché il 50% delle quote di una ulteriore società immobiliare di Montecatini Terme ed il 66% delle quote della di una cooperativa recentemente costituita – ed ancora inattiva – creata per gestire in Calabria una nuova struttura alberghiera destinata ad ospitare migranti.
Il sequestro colpisce infine oltre 140 rapporti finanziari la cui complessiva consistenza è in corso di quantificazione.
Le indagini economico-patrimoniali svolte dai finanzieri del Nucleo PT di Pistoia e del G.I.C.O. di Firenze, sono altresì confluite nell’ulteriore indagine che la Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria aveva autonomamente e contestualmente avviato sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. La sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio non era infatti sfuggita agli occhi degli investigatori reggini, che avevano così avviato mirati accertamenti finalizzati all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali antimafia ai sensi del D.Lgs. 159/2011.
Il successivo prezioso ed efficace coordinamento tra le Procure Distrettuali Antimafia di Firenze e Reggio Calabria ha portato alla convergenza degli elementi di responsabilità raccolti nel corso dell’indagine penale con gli accertamenti condotti nell’ambito del procedimento di prevenzione. Grazie a tale sinergia, il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso l’ulteriore provvedimento di prevenzione antimafia oggi in esecuzione, disponendo il sequestro dei beni anche ai sensi di tale normativa.
La duplice applicazione giuridica (“penale” e di “prevenzione antimafia”), rende ancor più incisiva l’azione di contrasto alla criminalità organizzata ed al reinvestimento dei suoi patrimoni che, come hanno dimostrato le indagini delle Procure Distrettuali Antimafia di Firenze e Reggio Calabria, vede interessata la Toscana in quanto area fortemente appetibile per il riciclaggio degli ingenti capitali illecitamente accumulati.