Continua il dibattito sul progetto preliminare della nuova piazza Porto Salvo. A intervenire, dai banchi di opposizione, i due gruppi di minoranza, che dopo avere espresso in più occasioni forti preoccupazioni sul futuro della piazza, hanno organizzato il 28 dicembre scorso un’iniziativa per contestare la decisione di procedere alla riqualificazione dell’area stravolgendone il tradizionale assetto e per presentare un’idea alternativa. «È un fatto positivo – scrivono – che al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica ci sia il recupero della piazza. In merito al quale il punto di vista dell’opposizione allo stato degli atti è il seguente: prende atto della modifica apportata al progetto nella stesura definitiva consistente nell’eliminazione dell’isola pedonale. È un segno improntato a ragionevolezza, che tiene conto del parere della stragrande maggioranza dei cittadini». Un passo avanti, ma non sufficiente. Per gli esponenti di minoranza, infatti, nel progetto andrebbe inserito «l’esproprio e la demolizione del vecchio frantoio per lasciare spazio a un’area aggiuntiva di oltre mq. 500 in grado di ospitare le manifestazioni culturali e religiose». Altra importante osservazione riguarda l’esproprio del vecchio palazzo, ridotto a un rudere, per farne un centro polifunzionale: «Perché – aggiungono – la nostra proposta riceve moltissimi consensi? Per cinque ragioni fondamentali: si elimina la rampa, che costituisce un pugno negli occhi, si realizza uno spazio urbano su un unico livello con tutti i vantaggi che ne derivano; si sopraeleva la piazza di oltre un metro rispetto a livello della strada lungomare, preservando un’opera e di pregio dagli allagamenti e dalle distruzioni causate dalle mareggiate; si dispone di uno spazio quasi doppio di quello previsto nel progetto definitivo, che si può attrezzare nel migliore dei modi». Per la minoranza, inltre, l’acquisto del più antico palazzo della Marina, permetterà al comune di ottenere «con facilità i finanziamenti necessari per il suo recupero, realizzato il quale, cambierà completamente il volto di un’area allo stato in condizione di grave degrado. Per noi e, riteniamo, per tutti i cittadini – concludono – costituisce questa una scelta imprescindibile, che qualifica un’amministrazione che vuole legare il suo nome a un’opera di alto valore sociale e di portata storica. Qui si misura la lungimiranza e la capacità di fare scelte coraggiose destinate a restare nella storia del paese, il cui merito andrà solo in minima parte a chi le propone, ma in misura maggiore a chi deciderà di realizzarle. Ci batteremo con tutte le nostre forze affinché la nostra proposta vada in porto. Se l’Amministrazione sarà sorda ai nostri richiami, ci attiveremo subito per chiedere l’annullamento degli atti sin qui prodotti».

Gazzetta del Sud – Imma divino

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