Si è concluso con una proposta d’un tavolo di confronto permanente per il governo della transazione ecologica del polo energetico di Milazzo l’incontro organizzato dal PD cittadino, che ha chiesto d’avviare un nuovo percorso di confronto e dialogo sull’attualissimo tema della transizione ecologica ai protagonisti del territorio più in prima fila: le industrie, che devono essere pronte a mettere in campo tutte le risorse a propria disposizione; i Sindaci, che del territorio sono i principali custodi oltre che promotori; le Parti Sociali, che hanno dimostrato di saper coniugare sviluppo e difesa dei posti di lavoro; la Deputazione nazionale e regionale, che deve farsi garante di portare nei tavoli istituzionali le esigenze di un’area così importante e di rilevanza strategica a livello nazionale.
Non mancherà successivamente di confrontarsi con altri soggetti non presenti: le associazioni, i comitati, il mondo della ricerca. “Il momento di agire è adesso. Non possiamo pensare di presentarci alle soglie del 2035 con la pretesa di affrontare la problematica della transizione, quando non ci sarà più tempo”. Sono intervenuti il Segretario provinciale Nino Bartolotta, l’On. Pietro Navarra, Deputato nazionale del PD e il Segretario cittadino peloritano del PD On. Franco De Domenico. Ha aperto i lavori il Prof. Fera e il Segretario del circolo Pd milazzese Salvatore Gitto. Si sono susseguiti ulteriori interventi da parte dell’Ing. Francesco Farilla della centrale elettrica di A2A, dei Sindaci della Valle del Mela e i Segretari Generali di CGIL CISL e Uil nonché della Senatrice Barbara Floridia. Questo il documento finale: “L’obiettivo della de-carbonizzazione del pianeta, che prevede l’abbandono di tutte le fonti di energia fossile nei prossimi decenni, deve seriamente farci riflettere sul futuro dell’area industriale di Milazzo, certamente il più importante polo produttivo della Città metropolitana messinese ed uno dei più importanti di tutta la Sicilia, un polo energetico, che fa perno su due importanti impianti: la Raffineria Mediterranea e la centrale elettrica di A2A, oltre che l’impianto della Du.Fer.Co.
Fra occupazione diretta ed indotto questo polo energetico dà lavoro ad oltre 2500 persone e grazie ad esso il reddito pro capite del comune di Milazzo – dopo quello del capoluogo – è il più alto dell’intera Città metropolitana, superando anche quello di Taormina; tuttavia questo grande polo energetico, così come lo conosciamo, nell’arco di qualche decennio massimo, è destinato a scomparire, perché in questa direzione, soprattutto dopo la Conferenza di Glasgow, portano oggi tutti gli obiettivi internazionali (si pensi all’Obiettivo 7 dell’Agenda 2030) e dell’Unione Europea con il fine prioritario di contrastare il cambiamento climatico. Di contro occorre pensare che a questa strategia carbon-free saranno destinate ingenti risorse: in primo luogo quella della New generation EU (Recovery fund), un’opportunità, che Milazzo non può farsi sfuggire. Pertanto, se non saremo capaci di introdurre profonde innovazioni nella produzione dell’intero polo; rischiamo fra qualche anno di dover affrontare delle gravissime condizioni di crisi sociale ed ambientale, perché alle migliaia di posti di lavoro persi si aggiungeranno le macerie di grandi impianti inutilizzabili, il cui smantellamento richiederà enormi risorse e che rischiano di restare ammassi di ruggine a perenne ricordo del nostro fallimento.
Dall’altro lato l’alternativa è quella di avviare una adeguata strategia di riconversione verso la produzione di energia pulita ed ecosostenibile, una strategia che è certamente possibile mettere in atto dal momento che nell’area esistono, presso le aziende sopra citate, le competenze ed il know-how necessari, che rappresentano un fondamentale risorsa da non sprecare. In questi anni Milazzo ed i comuni limitrofi sono stati teatro di uno scontro, che vedeva da un lato le popolazioni dell’area battersi a difesa del sacrosanto diritto alla salute ed alla sicurezza, i lavoratori di queste aziende e i sindacati preoccupati di difendere il diritto al lavoro; ma, dovendo riconoscere le legittime preoccupazioni del territorio e dei cittadini, le aziende, spesso più preoccupate di conciliare economicamente i propri bilanci con la salute e la sicurezza dei cittadini. Uno scontro, che a quanto sembra prosegue anche in questi giorni; tuttavia riteniamo sia giunto il momento di cambiare rotta, di mettere da parte le posizioni strumentali e di ragionare tutti assieme per realizzare l’obiettivo comune di salvare e rilanciare il polo energetico, riconvertendo la produzione, salvaguardando l’occupazione e allo stesso tempo tutelando l’ambiente e la salute, obiettivi fino ad oggi apparsi in contrasto e quasi incompatibili fra di loro; invece possiamo e dobbiamo credere che conciliare le diverse esigenze è possibile, che esistono le soluzioni tecnologiche per consentire oggi di abbattere i livelli di rischio e di inquinamento e in un futuro prossimo di convertire la produzione in direzione ecocompatibile.
È possibile una riconversione della Raffineria Mediterranea in termini di ecosostenibilità? La risposta appare possa essere positiva ed anche nel nostro Paese E.N.I. ha avviato con successo nelle raffinerie di Porto Marghera e Gela la riconversione dei vecchi impianti per produrre bio-carburante. Sono due esperienze che possono rappresentare un concreto riferimento per la realtà di Milazzo, anche se alcune criticità vanno ancora affrontate e risolte soprattutto in relazione al mantenimento dei livelli occupazionali, agli investimenti necessari, all’approvvigionamento delle materie prime (olii esausti, olio di palma, trattamento della porzione umida dei rifiuti, ecc..). In ogni caso rappresentano una strategia praticabile ed un buon punto di partenza. Certo una indubbia criticità nel programmare un processo di riconversione ecosostenibile è rappresentato dal fatto che andiamo incontro ad una più o meno sensibile riduzione degli attuali posti di lavoro; almeno stante alle esperienze già realizzate come quella della vicina Gela. Per questo è indispensabile un progetto ad ampio spettro, che si preoccupi di prevedere il rimpiego della manodopera eccedente all’interno dello stesso settore energetico, presso le stesse o altre aziende, o in altri settori produttivi, considerando in ogni caso anche la possibilità di un periodo di formazione professionale. Vanno inoltre studiati eventuali ammortizzatori sociali, prepensionamenti, ecc.
La vecchia Centrale ENEL di San Filippo del Mela, realizzata nel 1971, ha prodotto per anni energia elettrica bruciando l’olio combustibile prodotto a Milazzo, ma recentemente ha iniziato a differenziare la propria produzione puntando anche su energie alternative ed oggi a Milazzo è in funzione il primo impianto solare termodinamico realizzato nel mondo. In più A2A si è già mossa e si sta muovendo in direzione della riconversione energetica, elaborando un progetto industriale fortemente innovativo, basato sul riciclo dei rifiuti solidi urbani con trattamento degli stessi, produzione di gas rinnovabili e bio-gas e produzione di energia elettrica. Si tratta del più consistente investimento produttivo che riguarda la nostra provincia e, forse, l’intera Sicilia, pari a circa 450 milioni di euro, assolutamente in linea con gli obiettivi della New generation economy e della Green economy. Purtroppo, in un attacco di pura incomprensibile follia, la Regione Sicilia dopo 2 anni dalla richiesta ha bocciato il progetto di A2a con la risibile argomentazione che lo stesso non è previsto nel Piano di sviluppo della SRR (Società Regolamentazione Rifiuti) della provincia di Messina. La previsione di un impianto similare ci sarebbe, ma la sua realizzazione è prevista a Monforte San Giorgio e lì la Regione intende realizzarlo con soldi pubblici; solo che a Monforte San Giorgio non esistono le infrastrutture necessarie, non c’è uno svincolo autostradale, il progetto ancora è sulla carta ed è prevedibile che passeranno decenni prima che lo stesso si concretizzi. Dall’altro lato abbiamo 450 milioni di investimento privato, con elevatissime competenze nel settore, in un’area già attrezzata allo scopo.
Così, grazie alla “lungimiranza” del Governo regionale e del Presidente Musumeci migliaia di tonnellate di rifiuti, che presto potrebbero essere smaltite dall’impianto proposto da A2A, continueranno ad essere conferiti in discarica o a viaggiare alla volta dell’Italia o del Nord Europa, con un evidente enorme aggravio per le casse regionali e le tasche dei siciliani. In questo quadro generale, una ulteriore opportunità da sfruttare è rappresentata dalle Zone Economiche Speciali, in termini di incentivi economici, agevolazioni fiscali, riduzione del costo del lavoro, semplificazione amministrativa, ecc.; tutte condizioni in grado di garantire convenienze e stimolare ulteriori investimenti di altre imprese nazionali ed internazionali nel settore energetico e non. Ancora una volta con i 500 ha circa a disposizione, fra agglomerato industriale e retroporto, il comprensorio di Milazzo rappresenta di gran lunga la maggiore area Zes della Città metropolitana. Pensiamo che il polo energetico di Milazzo deve e può avere un futuro e che la sua riconversione debba essere fra le priorità del Governo nazionale in quanto area strategica per l’intero Mezzogiorno.
Il Partito Democratico messinese (o meglio le aziende e le istituzioni pubbliche e private partecipanti al convegno …….. intendono pertanto lavorare per la costruzione di un progetto comune da costruire dal basso, fra tutti i portatori di interesse, le aziende interessate, le organizzazioni sindacali, il territorio nella figura dei sindaci dei Comuni. Per la costruzione di tale progetto ci si impegna alla costituzione di un Tavolo permanente di confronto”.
Foti Rodrigo