Si è svolta all’I.T.I.S. “E. Majorana” la conferenza di presentazione del libro dal titolo “Del mio nido difficile”, una raccolta di articoli giornalistici realizzata da Filippo Russo, insigne docente alla medesima istituzione scolastica nonché cronista d’altri tempi, ma dalla lungimiranza acuta e di elevati valori etici. Nella nuova veste di scrittore egli ha inteso realizzare un’opera per tramandare il passato di un territorio, quale quello milazzese, apparentemente immobile, ma in costante evoluzione, fagocitata da quella globalizzazione massificante, che cancella le identità locali. “Questo libro è venuto fuori perché tanto tempo è passato – ha chiosato il valente pubblicista – e ciascuno dovrà fare il resoconto del proprio vissuto chiudendo un segmento del mio esistere. Compendiare bene cento articoli non è difficile, ma essi rappresentano un’autobiografia giornalistica nel vissuto quotidiano del mio territorio”. Ricco il parterre degli interventi a cominciare dal preside Stello Vadalà, il quale, oltre a sottolineare la professionalità di Filippo Russo, ne ha celebrato la profonda umanità: del suo libro è rimasto colpito dalla simbologia, poiché egli sfugge alla regola del linguaggio stringato, cui è chiamato l’odierno giornalista, e si affida ad una magnificenza linguistica e letteraria dove sono sublimati la storia e la filosofia con una comunicatività che li rende comprensibili a tutti.
“L’antologia dei suoi articoli è caratterizzata da fattori dettati dalla volontà di aiutare il suo paese con gli strumenti dell’onestà, dell’amore e della cultura. – ha spiegato il dirigente scolastico – Solo la sua penna poteva mettere insieme le mille contraddizioni di un contesto articolato come quello milazzese, poiché la sua abilità consiste nel centellinare con una tale dolcezza e garbo tutte le vicende da offrire spazio anche agli ultimi ed agli emarginati. Egli è scrittore nella misura in cui riesce a raccontare se stesso in quel preciso momento”. Lo storico Bartolo Cannistrà ha sostenuto che, essendo il passato la radice del futuro, risulta fondamentale rendere viva la memoria. Il giornalista Fabrizio Scibilia ha sottolineato il considerevole contributo di Filippo Russo sotto il profilo civico: “Il suo apparente tirare i remi in barca non è dovuto alla sua rinuncia a vivere il presente, ma raffigura il rifiuto della condizione umana relegata nella perifericità geografica, dalla quale egli ha raccolto molteplici testimonianze di sofferenza, ed al tempo stesso in lui vi è la speranza nell’avvento di un neoumanesimo”. Nella Barbera, presidente UCIIM di Milazzo ha esaltato la collaborazione in una visione aperta ai fratelli ed a Dio facendo conoscere una città a partire dagli anni ‘70 fino ad oggi. Denominatore comune è il fervore etico, che è il motore del suo operato. Per Giuseppe Fontanelli, professore associato di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Messina, il testo di Filippo Russo è un diario intimo dal sapore romanzesco all’interno del quale egli insegue il cielo: “Il tracciato letterario è molto vibrante, – ha chiosato il letterato – poiché in lui troviamo tutti i grandi autori del Novecento. Egli rappresenta un Milazzo operaia, ma allo stesso tempo celebra l’idillio mitologico nella spiaggia del Tono; inoltre si trovano anche l’impegno sociale e la difesa dei valori della patria con una poeticità di fondo, un filo epifanico legato ai gesti semplici della persona. Il senso del nido non significa per lui nostalgia, ma ricordi con la saggezza e la consapevolezza, che all’improvviso tutto può finire”. Antonio Nunzio Isgrò, laureato in Storia, ha posto l’accento sul particolare per approdare all’universale grazie alle micro-testimonianze storiche costituenti un filo di consequenzialità col passato.
A parte le considerazioni dei relatori, “Del mio nido difficile” è la testimonianza partecipata, a tratti vibrante, di un uomo dalle grandi virtù, come Filippo Russo, che con la sua semplicità, la sua generosità ed il suo impegno sociale, politico e culturale ha contribuito e si adopera ancora per lo sviluppo civile di una società, quale quella milazzese, ancora oberata di gravosi problemi secolari.
Foti Rodrigo