Libertà: è questo lo stato d’animo che domenica scorsa si è librato in volo tra i palchetti del Teatro Trifiletti, una libertà respirata ad ampi polmoni e profusa a tutti i livelli. Diretto da Giuseppe Spicuglia, sul palco Ivan Bertolami ha dato vita al magico volo de “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach, secondo spettacolo in cartellone della quinta stagione “quiNteatro”, diretta dal regista Giuseppe Pollicina e organizzata da “Tali Arti” di Tania Alioto in collaborazione col Comune di Milazzo.
A suggellare l’importanza di siffatto delicato romanzo di vita, un cast musicale, composto dai Maestri Antonio Vasta, Giorgio Rizzo, Carmelo Imbesi e Carmen Zangarà, che per l’occasione hanno realizzato musiche travolgenti, amplificando in modo sempre più crescente l’emozione, che dal palco si è librata in volo verso il pubblico, lasciatosi attraversare arrendendosi alla magia di quel messaggio semplice e potente. Ad impreziosire ulteriormente lo spettacolo anche tre ballerine, Valentina Caleca, Gabriella Rossitto e Emanuela Ucciardo, che hanno dato corpo al testo realizzando delle spettacolari scenografie.
Libertà è anche la parola caratterizzante l’intervista che l’attore Ivan Bertolami e il regista Giuseppe Spicuglia hanno concesso a fine spettacolo. «Questi romanzi hanno un valore universale. Saranno sempre validi, perché contengono il valore pedagogico della formazione. – ha chiosato Spicuglia – Sono sempiterni perché universali, adattabili a qualsiasi contesto. Hanno una ricchezza, una vastità in termini di messaggio enorme; ovunque sia sono validi, perché contengono un messaggio importante legato alla formazione ed in particolare al valore dell’umanità, inteso in senso lato, nel senso più alto possibile. L’uomo, il perché si avvicina al concetto di libertà, della misura, dell’umanità, del rapporto con gli altri, del valore dell’insegnamento, di avere al tuo fianco di quelle persone capaci di istradarti e poi lasciarti andare.
Tutto ciò è racchiuso nella parola libertà: di volare, di esprimersi, di dipingere, di danzare, fare musica, vivere la vita». «É difficile se non impossibile rispondere a questa domanda. Cerco sempre di affrontare ogni personaggio in maniera diversa. – ha espresso Bertolami – Magari posso sentirmi legato ad alcuni, ma alla fine quello che riescono a rendere ogni volta è sempre diverso, come quando mi si chiede di scegliere tra cinema e teatro: è difficile se non impossibile, perché ognuno vive una vita diversa e credo che la cosa principale per un attore sia questo; ogni volta riuscire a vivere una vita completamente diversa».
Foti Rodrigo