La 3° commissione consiliare, presieduta da Francesco Alesci, ha esitato il nuovo regolamento per l’istituzione della Consulta giovanile, che sarà spogliata della zavorra del passato legata alla presenza di rappresentanti designati su base partitica attraverso le liste, che ottenevano nel corso delle elezioni amministrative almeno il 2% dei consensi, una formula che non ha funzionato. Così si è deciso di ripartire in maniera diversa, aprendo alle scuole e al mondo delle associazioni. “Questa riforma della Consulta Giovanile – afferma il presidente Alesci – nasce dall’esigenza di una maggiore partecipazione dei giovani, come da loro stessi richiestoci, da una concreta necessità di un loro avvicinamento alle istituzioni al fine di diventare importante organo consultivo per l’amministrazione ed il consiglio. Mi auguro ora che l’aula approvi celermente la proposta di delibera e si possa dare vita ad un organismo che sia luogo privilegiato di confronto e dibattito democratico con l’obiettivo di raccogliere sollecitazioni e proposte su tutto ciò che può riguardare la condizione giovanile, in stretta collaborazione con le forze politiche”.
Dopo l’approvazione dello schema in giunta, avvenuta nel settembre scorso, si avvia concretamente la fase finale per l’approvazione del regolamento per la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali con il suo deposito per la successiva pubblicazione all’albo pretorio che consentirà per 30 giorni di avanzare osservazioni e proposte che saranno poi sottoposte al consiglio comunale.
Il predetto regolamento, che norma anche l’istituzione della De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) e risponde ad una iniziativa fortemente voluta dalla consigliera Maria Magliarditi, prevede le misure per assumere iniziative dirette a sostenere ogni forma di intervento culturale che riguardi il patrimonio relativo alle attività agro-alimentari, tra cui sagre, manifestazioni di particolare interesse pubblico per la loro tipicità locale. Saranno inoltre individuate le eventuali caratteristiche dei prodotti, le loro tradizionali lavorazioni, al fine di predisporre le misure di tutela ed evidenza pubblica attraverso l’istituzione di un apposito albo comunale e di un registro De.C.O.. Gli organi preposti saranno attivamente coinvolti nell’individuazione di misure di garanzia e tutela del prodotto “made in Milazzo” anche attraverso iniziative di sostegno economico, nei limiti della compatibilità di bilancio e coinvolgendo anche soggetti privati, associazioni ed enti che abbiano nei loro programmi istituzionali la salvaguardia dei beni culturali e tradizionali nell’ambito delle attività agro-alimentari senza perseguire fini di lucro. Il regolamento definisce infine cosa si intende per “prodotto tipico locale” caratteristica derivante dall’attività agricola e lavorativa ottenuta sul territorio comunale, secondo modalità consolidate nei costumi e nelle tradizioni locali.
Foti Rodrigo