Il giovane biologo milazzese Carmelo Isgrò alla conferenza dell’Onu sugli oceani. “La mia presenza al fianco del gruppo PRADA e di IOC-UNESCO motivo di orgoglio e spinta a fare conoscere al mondo il MuMa”
Continua la partnership tra il Gruppo Prada, la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco e il MuMa Museo del Mare Milazzo. Dopo la consegna a Ravenna del prestigioso premio EU4Ocean che la Direzione Generale della Commissione Europea per gli Affari Marittimi e la Pesca (DG Mare) ha tributato al progetto “Let’s digitize MuMa”, oggi il Direttore e fondatore del Muma, Carmelo Isgrò è stato invitato a prendere la parola nel corso della Students Award Cerimony di Sea Beyond, che si è svolta nell’ambito della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, in programma a Lisbona dal 27 giugno al 1 luglio. Il suo intervento, programmato dalle ore 11.24 alle 11.27 di questa mattina, è stato incentrato sul progetto di digitalizzazione del MuMa e sulla storia del Capodoglio Siso.
«Tre minuti – dichiara Isgrò – in cui ho avuto l’onore di raccontare al mondo del Muma Milazzo Sea Museum, di Siso e del progetto “Let’s digitize Muma”, realizzato grazie a Unesco e al gruppo Prada, a cui vanno i miei più sinceri ringraziamenti. Attraverso questo progetto farò visitare virtualmente il nostro museo a milioni di persone in tutto il mondo».
Grazie a questo progetto il museo è ora in grado di offrire un virtual tour completo e una guida digitale, facilmente fruibile dal sito www.mumamilazzo.com. Il MuMa è inoltre fornito di totem touchscreens, installazioni artistiche multimediali e giochi didattici interattivi. Accessibile anche a persone con disabilità visive o uditive, rappresenta un luogo in cui ogni barriera spaziale e temporale viene abbattuta nel nome della interconnessione globale.
«Tutela, conservazione e valorizzazione del mare sono le parole chiave che dobbiamo sempre tenere in considerazione. Attraverso il Muma – prosegue il direttore Carmelo Isgrò – noi cerchiamo ogni giorno di diffondere la cultura della tutela di un bene prezioso come il mare, di sostenere l’importanza della conservazione di ogni elemento (come lo scheletro di Siso), che ci consenta di fare memoria di ciò che è accaduto e di valorizzare le nostre risorse naturali».
LA STORIA DEL CAPODOGLIO SISO
Cinque anni fa il capodoglio Siso moriva, prigioniero di una rete da esca illegale. Spiaggiatosi tra le coste milazzesi, il biologo Carmelo Isgrò si sobbarcò il gravoso compito di scarnificarlo e ricostruire il suo scheletro, che venne collocato al centro dell’antica chiesa di Santa Maria del Bastione omonimo sito all’interno della Cittadella fortificata di Milazzo. Attorno ad esso venne fondato e costruito il Museo del Mare. Nello stomaco di Siso fu, inoltre, trovato un grande quantitativo di plastica che è stata volutamente riposizionata, insieme alla rete che l’ha ucciso, allo scheletro con l’obiettivo di sensibilizzare alla tutela e alla salvaguardia del mare.