Porto di Milazzo (1)L’accorpamento dell’autorità portuale di Messina a Gioia Tauro è un delitto non solo allo Statuto autonomistico siciliano, ma anche alle stesse città di Milazzo e Messina. Risulta questa la posizione chiara e netta espressa nel corso del convegno “Autorità portuale fattore di sviluppo per l’economia del territorio messinese” promosso da Gianfilippo Muscianisi, presidente del Centro Studi Civis nell’aula consiliare della città mamertina. A presiedere i lavori Giovanni Frazzica, direttore del periodico “Mondonuovo”. Sono intervenuti Maurizio Capone, vice-presidente del Consiglio Comunale di Milazzo; il Sindaco Giovanni Formica; Maurizio Ballistreri, docente universitario dell’Ateneo di Messina; Giovanni Mollica, ingegnere trasportista; l’onorevole Giuseppe Picciolo, presidente del gruppo DR all’Ars; Tonino Genovese, segretario generale della Cisl della provincia di Messina; Cosimo Inferrera, presidente Kiwanis Messina; Massimo Finocchiaro, coordinatore provinciale del “Megafono” e Antonio Gallo, presidente provinciale ACLI Messina.

“L’unica strategia è la non-strategia in questa scelta dissennata di accorpare Messina a Gioia Tauro. – è la posizione del Sindaco di Milazzo – Noi abbiamo un’idea, quella del grande porto, sulla quale non siamo mai stati ascoltati da nessuno. Siamo pronti ad avanzare ricorso al Tar contro la decisione del Governo nazionale”. Ballistreri è intervenuto nel merito legale della vicenda: “È stato prevaricato il dettato costituzionale. Il presidente della regione avrebbe dovuto prender parte alla decisione assunta dal governo, partecipando a quel consiglio dei ministri con un voto deliberativo, secondo l’articolo 21 dello Statuto”. Si parla da tempo di costituire un’area dello Stretto, ma non si può certo iniziare dall’accorpamento di un’autorità portuale che dispone di pochissimi poteri. È necessario prima di tutto un processo di integrazione politica”: ha aggiunto il docente universitario che non ha risparmiato le accuse alla politica di voler barattare il porto in cambio di una poltrona.

Il timore emerso nel corso del dibattito è che Messina e Milazzo, unici due porti con un bilancio attivo, possano andare a risanare i bilanci negativi dei porti calabresi. A tal proposito, Mollica ha descritto Gioia Tauro come un porto senza speranze per il futuro, fragilissimo, che sopravvive grazie a sovvenzioni pubbliche. Per l’on. Picciolo “il Ministero ha agito contro il territorio, senza definire dei criteri sensati per l’accorpamento e solo nell’interesse di alcune poltrone della sponda calabra”.

Foti Rodrigo

 

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