Non si è fatta attendere la risposta dei genitori contro il provvedimento adottato dall’Amministrazione Comunale milazzese di chiudere l’asilo nido sito nella centralissima via Impallomeni. Essi si sentono defraudati per una decisione, che solleva molteplici difficoltà particolarmente dal punto di vista logistico. Fra i promotori della protesta la mamma di un bambino dall’età di circa sei mesi, Angelina Locantro, ha denunciato le gravi carenze organizzative della struttura. «Premesso che l’asilo nido ex ONMI può ospitare al massimo sessanta bambini, per i quali la legge regionale n. 214 del 1979 stabilisce che debba essere previsto un rapporto numerico fra gli infanti ed il personale formato da educatori ed ausiliari pari ad uno a sei, allo stato attuale nella pianta organica si contano sette educatrici e due ausiliari, quest’ultimi in aspettativa retribuita per gravi problemi familiari.

Nonostante siffatta lacuna, chiosa la Sig. Locantro, l’Amministrazione Municipale ha deciso di far partire comunque l’Anno Pedagogico 2012/2013 raccogliendo ben cinquantaquattro adesioni. I presupposti tuttavia di un inesorabile processo verso la serrata non tardano a manifestarsi: oltre alla soppressione del servizio mensa posto in essere a febbraio di questo anno, il personale ausiliario non viene reclutato, ma sono inviati supplenti attinti da una graduatoria di persone disagiate con impegno in attività civica per tre ore al giorno scombussolando l’orario delle medesime famiglie. Dopo sollecitazioni rivelatesi sterili, alcuni genitori, indignati per l’inerzia dell’Assessorato preposto, cominciano a ritirare i loro figli facendo calare il numero degli iscritti a trenta. Una settimana dopo l’Assessore all’Istruzione, prof. Stefania Scolaro, visitando l’asilo, offre la più ampia rassicurazione che si sarebbe proceduto a consolidare l’organico con nuove assunzioni consentendo il regolare funzionamento del plesso dalle ore sette e trenta fino alle quattordici e quarantadue.

Il personale ausiliario promesso invece non è assunto e l’orario per disposizione della dirigente, Dr.ssa Giuseppa Puleo, è rimasto invariato. Solo a seguito dell’arrivo di un’unità ausiliaria l’asilo funziona con un orario dalle ore otto fino alle tredici e trenta, ma quattro giorni dopo s’infortuna senza che si proceda ad una sua sostituzione, ma giovedì undici ottobre perviene alle educatrici una comunicazione scritta da affiggersi all’ingresso principale secondo cui la struttura rimane chiusa fino a data da destinarsi. Il presidente del comitato di gestione, sig. Giuseppe Trimboli, decide conseguentemente d’organizzare una manifestazione davanti al Comune per chiedere un incontro con le autorità preposte. Dopo due ore arriva la Dr.ssa Puleo, che aveva dichiarato di parlare soltanto con un rappresentante dei genitori, ma ciò fa montare la rabbia dei manifestanti. Dopo avere chiamato alcuni agenti di Polizia Municipale, di cui ella è peraltro il comandante, giunge la disposizione che l’asilo comunale chiude definitivamente e tutto il personale con i bambini è dirottato nell’altro plesso municipale posto nella frazione periferica di Santo Pietro, dove peraltro già sono operanti due educatrici, pochi ausiliari e frequentano diciassette bambini.

Chiudere per inefficienza, sottolinea la Sig. Locantro, è assurdo! Tanti sono gli interrogativi che mi angustiano: sono pronte le nuove coperture assicurative per i bambini dato il loro spostamento nel nuovo plesso? Come si giustifica la graduatoria ad inizio anno degli iscritti?». Da più parti si vocifera che sia un altro atto della Giunta capeggiata dal Sindaco, Avv. Carmelo Pino, di procedere inesorabilmente verso la proclamazione del dissesto finanziario, ma una riflessione è obbligatoria: possono essere i diritti sociali, soprattutto quelli concernenti i minori e la famiglia, sanciti dai vari articoli della nostra Costituzione nazionale, sacrificati in nome delle esigenze finanziarie e di bilancio?

 Foti Rodrigo

 

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