L’assessore alla cultura e alle identità, Sergio Todesco, è intervenuto in merito alle osservazioni sulla Vara da parte dell’ex assessore Dario Caroniti. “Ho letto con gratitudine – evidenzia Todesco – la lettera che Caroniti ha voluto inoltrare per mettermi in guardia dai rischi connessi al poco tempo rimasto per la corretta organizzazione dell’evento della Vara.
Dico con gratitudine, perché tale intervento denota un’attenzione e una sollecitudine verso la nostra città che prescinde dagli schieramenti: precisamente la posizione che Renato Accorinti e la sua Giunta intendono avanzare a tutti i livelli, quella cioè di lavorare tutti insieme per una Messina sempre più bella e a misura d’uomo, e sempre più orgogliosa di esserlo: non contro qualcuno ma per tutti. Detto ciò, mi corre l’obbligo di fare alcune puntualizzazioni. Che “la Vara rischi di saltare se l’Amministrazione non imprime un’accelerazione alla macchina organizzativa” io non mi sentirei di affermarlo, intanto perché questa Amministrazione si insedia adesso, senza trovare il benché minimo avvio di attività propedeutiche che avrebbero potuto e dovuto esser poste in essere anche in regime commissariale, trattandosi di un evento di assoluta pregnanza sociale che dovrebbe avere, per così dire, un percorso organizzativo “istituzionale” prescindente dalle contingenze politiche.
A ciò si aggiunga che l’unico organismo esterno all’Amministrazione Comunale che fin qui abbia svolto un ruolo nell’organizzazione dell’evento, il Comitato Vara, si è dimesso parecchio tempo fa senza che alcuno abbia provveduto a ricostituirlo. Non intendo entrare nel merito dei motivi che hanno indotto il Comitato a dimettersi. Rilevo solo che l’episodio – in sé increscioso – che ha determinato la “crisi” dell’edizione 2013, non è stato ancora metabolizzato da molti dei suoi protagonisti, col risultato che il prossimo appuntamento con l’evento festivo sembrerebbe destinato a diventare terreno di scontro tra due concezioni della società e della legalità. Come assessore e come messinese – continua Sergio Todesco – prego la Madonna Assunta che questo non avvenga! Se errori sono stati commessi, voglio credere che ciò sia avvenuto per un’esigenza (malintesa) di “proteggere” la specificità della festa.
Chi ha eccepito che durante la processione della Vara siano stati offerti elementi di sensibilizzazione su tematiche riguardanti la legalità, di cui la nostra città ha assoluto bisogno, deve pertanto riflettere sul carattere profondamente antireligioso di tale atteggiamento. Occorre dire forte e chiaro che la Vara non può tollerare zone d’ombra; che intorno ad essa si devono raccogliere tutti i messinesi di buona volontà, desiderosi di vivere in una Messina pacifica e pacificata; che questo storico emblema cittadino deve essere, una volta per tutte, un simbolo che unisce – e non che divide – i cittadini e le istituzioni. Detto questo, inizio col dire che l’attuale situazione economica-finanziaria di Messina può sembrare un ostacolo ostativo per la realizzazione di una bella festa della Vara, ma potrebbe viceversa essere un’occasione per pensare (e prepararsi a vivere) una festa della Vara diversa. In linea di massima, è un po’ esagerato sostenere, come fa Caroniti, che “50 mila euro… da soli non bastano neppure a coprire le spese per il materiale necessario per la ristrutturazione della machina festiva”, cui aggiungere “la previsione di una retribuzione straordinaria per gli operai dell’ufficio tecnico”. In realtà, le spese indispensabili per la riuscita della festa e della processione consistono nel montaggio, apparecchiatura e smontaggio della Vara, nell’addobbo e movimentazione dei Giganti, nell’acquisto delle gomene, nelle risorse per la retribuzione straordinaria del personale, nelle spese per i fuochi d’artificio, e in poche altre cose, con un costo totale di gran lunga inferiore a quello rappresentato. Alcuni elementi (ad esempio le transenne) il Comune li possiede già, e c’è da chiedersi come li abbia in passato dovuti noleggiare. Per altre esigenze, come quelle sacrosante connesse alla sicurezza, si farà ricorso all’apporto sempre generoso delle Associazioni di volontariato e della Protezione Civile.
Le compagnie di canterini, i carretti siciliani, le majorettes e tutti gli altri elementi di contorno sono da considerare elementi aggiuntivi, per nulla tradizionali, che vanno bene solo a condizione che la città se li possa permettere e che non inficino in senso “folkloristico” il profondo valore sociale, antropologico, religioso della Vara. L’attuale situazione esige rigore e sobrietà. La festa della Vara non deve trasformarsi in una macchina per spendere soldi. Osservo sommessamente che nella Messina di ieri, quella che amiamo, tutte le forme di partecipazione, anche quelle delle varie categorie sociali, avvenivano per via di volontariato e gratuitamente. Se noi vogliamo, come vogliamo, iscrivere questo evento tra le realtà immateriali tutelate dall’Unesco, se è nostra intenzione abbinare in futuro alla festa della Vara e all’intero ciclo festivo di Ferragosto una Lotteria Nazionale, ciò potrà essere reso possibile solo lavorando tutti insieme a mantenere alla festa e al ciclo festivo i caratteri identitari che essi hanno conservato lungo l’arco di cinquecento anni. Ricorreremo senz’altro alle sponsorizzazioni e, anche, a una “chiamata diretta” di tutta la comunità messinese, per rendere più bella e più ricca la nostra festa della Vara, ma – per cortesia – non mi si venga a dire che senza gli orpelli che l’hanno negli ultimi vent’anni accompagnata (per non dire appesantita) questa festa risulterebbe meno bella, meno emozionante, meno coinvolgente! Se Gesù è stato capace di nascere in una grotta, – conclude l’assessore Todesco – credo che anche la Madre Sua Celeste non avrà niente in contrario che la città di Messina a Lei devota, in un momento difficile per la propria economia, Le tributi devozione esibendo il proprio cuore, anziché il proprio portafoglio”.