Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di ricostruire i fatti. Stamane gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di I. Angelo, 22 anni, pregiudicato e L. Maurizio, 40 anni, incensurato, ritenuti responsabili dei reati di tentato omicidio e detenzione e porto in luogo pubblico di arma da taglio.
L’Ordinanza è stata emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina Dr. Salvatore MASTROENI a conclusione delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina e coordinate dal P.M. D.ssa Federica RENDE, in seguito al tentato omicidio di un giovane avvenuto nel Rione Ogliastri nel maggio scorso.
In particolare nella serata del 25 maggio 2013 Antonino LISI, classe 78, già conosciuto alle forze dell’ordine, venne ferito all’addome da diversi colpi di arma da taglio inferti da più individui e, trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Papardo, venne sottoposto ad intervento chirurgico per l’asportazione della milza e ricoverato in prognosi riservata.
Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile hanno consentito in breve tempo di ricostruire l’accaduto.
E’ emerso infatti che la vittima, intorno alle 19.30 di quel giorno, avesse litigato con la madre dell’I. Angelo, apostrofandola con insulti e minacce e spintonandola violentemente, tanto da farla cadere a terra. In seguito all’onta subita, la donna aveva immediatamente avvisato il figlio che, unitamente al L.M. ed ad un altro uomo in corso di identificazione, si era recato sotto casa del Lisi. Non appena l’uomo aveva fatto rientro a casa a bordo del suo scooter, era stato attaccato dai tre che lo avevano immobilizzato e ferito ripetutamente all’addome con un coltello. L’aggressione era stata interrotta dall’intervento del fratello della vittima che, udite le urla, era corso in suo aiuto e, sferrando calci e pugni, era riuscito ad allontanare i tre.
L’intervento immediato delle Volanti della Polizia di Stato, giunte sul posto in seguito alla segnalazione per rissa pervenuta sull’utenza 113, hanno consentito di cristallizzare i luoghi e di avviare i primi riscontri.
Le indagini condotte dagli investigatori successivamente mediante l’escussione di testimoni che avevano assistito al delitto, oltre che l’acquisizione dei tabulati telefonici ed il rinvenimento di alcuni elementi probatori, hanno permesso di confutare le dichiarazioni rese dagli odierni arrestati e di costruire il castello accusatorio nei loro confronti.
I due arrestati sono stati condotti presso il Carcere di Messina Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che procede.