Le notizie che si rincorrono in merito al taglio ventilato, per diverse centinaia di migliaia di euro, da parte dell’ARS dei fondi destinati al Teatro Vittorio Emanuele ci lasciano esterrefatti ed indignati. A più riprese ed in tutte le sedi opportune abbiamo spiegato, nei mesi scorsi, come fosse necessario un intervento attivo e sostanziale da parte della Regione per rilanciare il principale teatro della nostra città (che è retto da un Ente regionale, vale la pena ricordarlo). Qualcuno ha provato a “rigirare la frittata”, addebitando presunte responsabilità al Comune. Oggi, anche alla luce del grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Ente Luciano Fiorino, non può che risultare evidente anche a chi faceva finta di non capire come stiano realmente le cose. Non è più accettabile che la classe politica regionale (presente e passata, anche se oggi qualche partito prova a rifarsi una verginità sull’argomento) tratti Messina e il suo teatro in questo modo. Abbiamo denunciato in tutti i modi le evidenti iniquità rispetto al contributo assegnato a Messina e quelli di Catania e Palermo (rispettivamente 14, 21 e 24 euro pro capite), così come la generale insufficienza delle risorse stanziate a tal fine e i tagli lineari effettuati nel corso degli ultimi anni (dai 7,3 milioni del 2010 ai 3,7 del 2017). E oggi, dopo che nelle settimane scorse sembrava emergere il ripristino di quel contributo – minimo e comunque non sufficiente per un vero rilancio della produzione e per la stabilizzazione degli orchestrali, come da noi preteso – ma che avrebbe consentito almeno il mantenimento della struttura dell’ente (stimata in 4 milioni), arriva questa ennesima doccia fredda. Dice bene il presidente Fiorino: “Non è possibile credere che, dopo gli sforzi e i pregevoli risultati dimostrati dal Vittorio Emanuele, nonostante le drammatiche criticità, tutti i rappresentanti istituzionali regionali, con in testa i messinesi, possano venire meno agli impegni assunti a seguito dell’allarme lanciato già l’ottobre dell’anno scorso”. La realtà è che a qualcuno, a Palermo così come a Messina, questa situazione evidentemente fa comodo. Ma noi non ci stiamo e chiediamo quindi al presidente Musumeci ed all’assessore Pappalardo, così come ai deputati ed alle deputate regionali, a cominciare da quelli messinesi, specialmente chi oggi continua a dispensare promesse da campagna elettorale, a dire chiaramente come intendono affrontare il problema e come vogliono risolverlo. Non bastano le buone intenzioni né le dichiarazioni roboanti di qualche personaggio in cerca di visibilità. L’Amministrazione Accorinti non farà neanche un passo indietro e continuerà a battersi ed a resistere, tanto nelle sedi istituzionali quanto nelle piazze, se sarà necessario, insieme alla cittadinanza, per difendere Messina e il suo principale teatro.