C’è una questione sociale forte e radicata dietro i fenomeni di disagio sociale, occorrono politiche pubbliche per trovare, insieme al privato sociale, una strada nuova per Messina.
Intervento sui social di Domenico Siracusano (PD) dopo la rissa delle litoranea nord: << Le immagini della rissa sulla litoranea nord evidenziano come la #questionesociale sia centrale, decisiva per la Città di Messina.
Forse non è corretto parlare di emergenza, perché alcuni fenomeni segnalano da tempo la condizione della città.
Forse non è corretto parlare di emergenza, perché alcuni fenomeni segnalano da tempo la condizione della città.
Come evidenziato, qualche giorno fa, in riferimento all’operazione antidroga, è fondamentale andare oltre il dato criminale o quello dell’ordine pubblico per leggere i mutamenti della nostra comunità e provare a costruire risposte capaci di incidere.
Al netto delle ragioni o delle motivazioni relative ai singoli fatti, è del tutto evidente che siamo di fronte ad un #disagiosociale radicato e capillare.
Utilizzare facili stereotipi come “movida selvaggia” o “gruppi di zalli” rischia di creare un rischioso approccio autoassolutorio.
Al netto delle ragioni o delle motivazioni relative ai singoli fatti, è del tutto evidente che siamo di fronte ad un #disagiosociale radicato e capillare.
Utilizzare facili stereotipi come “movida selvaggia” o “gruppi di zalli” rischia di creare un rischioso approccio autoassolutorio.
Quello che accade di notte, quello che accade nelle periferie in mano alle mafie, quello che accade nelle scuole con altissimi tassi di dispersione ci riguarda tutte e tutti. La politica in primo luogo, la sinistra soprattutto.
Non è affare di bar tender o metronotte, di preti di periferia, di assistenti sociali, di insegnanti in scuole di frontiera, di forze dell’ordine o di operatori della comunità terapeutiche. Ma è affare di tutti.
Non è affare di bar tender o metronotte, di preti di periferia, di assistenti sociali, di insegnanti in scuole di frontiera, di forze dell’ordine o di operatori della comunità terapeutiche. Ma è affare di tutti.
Servono politiche pubbliche, con il coinvolgimento del privato sociale, che, a livello locale, indichino una strada chiara che riduca disagio e diseguaglianze e parli di futuro. Una strada che oggi manco si intravede.
Per questo, con un gruppo di attiviste ed attivisti, stiamo proseguendo una fase di ascolto e di approfondimento, a partire da chi alcuni fenomeni li vive e li attraversa, per cercare di rimettere insieme i fili e costruire risposte condivise e partecipate.>>
Per questo, con un gruppo di attiviste ed attivisti, stiamo proseguendo una fase di ascolto e di approfondimento, a partire da chi alcuni fenomeni li vive e li attraversa, per cercare di rimettere insieme i fili e costruire risposte condivise e partecipate.>>