Stasera ore 18:30 ne parleremo nella nostra diretta sulla pagina FB De Luca Sindaco di Messina! Invito li colleghi della stampa che ha dato spazio alle paturnie di Antonio SAITTA di garantire il mio sacrosanto diritto di replica.
L’appello arriva tramite i social scritto dal Sindaco di Messina Cateno De Luca che così continua: <<“Antonio Saitta, più volte candidato a Sindaco di Messina e mai eletto, ci fa sapere oggi di essere ancora politicamente vivo.
E ci fa piacere.!
Per diffondere questo messaggio approfitta di un riferimento giornalistico ad un presunto retroscena delle ultime elezioni amministrative riferito all’On. Giampiero D’Alia. E per renderlo pubblicabile lo condisce con attacchi e battute sarcastiche rivolte alla mia persona, che rappresentano un condensato di inesattezze e luoghi comuni raccolti in chissà quale salotto dell’alta società messinese o in quale stanza dorata dei palazzi romani che lui frequenta.
Su un punto, però, posso dargli ragione: lui non ha perso le elezioni per colpa di Giampiero D’Alia. Le ha perse perché gli elettori sapevano chi è Saitta e cosa rappresenta, ovvero l’esatto contrario degli interessi della gente.
E – purtroppo per lui – le elezioni non funzionano come i concorsi universitari: è molto difficile indovinare (o sapere prima) di chi sarà il vincitore!
E sono anche d’accordo con Antonio Saitta quando scrive che avrebbe governato Messina in modo diverso. Sicuramente diverso dal mio, ma anche da quello di altri esponenti del PD, Presidenti di Regione (come De Luca in Campania) e Sindaci (come Gori a Bergamo) che sono stati in prima linea nella guerra al Covid e non hanno risparmiato aspre critiche al Governo nazionale e alla Regione Lombardia, senza che nessun professorino con la erre moscia li accusasse di voler “strumentalizzare la pandemia”.
E se a qualcuno fosse rimasto il dubbio su come avrebbe diversamente governato Saitta, possiamo consigliare un ripasso della sua esperienza di assessore nella Giunta Providenti e di vicesindaco in quella guidata da Francantonio Genovese. I messinesi, però, hanno buona memoria e non hanno avuto difficoltà a prevederlo.
Pur considerando lo scarso impatto sull’opinione pubblica delle considerazioni del prof. Saitta, ci sono alcune affermazioni che necessitano una replica.
Si dice che Messina sarebbe oggi “emarginata da ogni contesto istituzionale e politico”. Sinceramente non si comprende cosa si voglia significare con tale accusa. Certamente non si riferisce alla nostra capacità di ottenere finanziamenti, perché su questo tema possiamo dare lezioni a tutti. Forse vuol dire che non siamo allineati – o, come sarebbe meglio dire, asserviti – ai potenti di turno a Roma e a Palermo? Ed allora non si comprende che – nell’instabile sistema politico ed istituzionale italiano – questo rappresenta un punto di forza, non di debolezza! Non è infatti con i rapporti personali con Ministri ed Assessori regionali che si fa il bene della città. Tutt’al più, con questi sistemi, si ottiene un incarico di consulente.
A proposito, cosa ha ottenuto Messina da quel Ministro per il Mezzogiorno a cui Saitta ha strappato l’ennesimo incarico? Nulla! E lo dimostreremo anche nella nostra iniziativa pubblica sul Recovery Fund in programma lunedì prossimo. Nulla per Messina, ma qualcosa per loro stessi: questo è il risultato dell’amore per la città che certi politici dicono di avere.
E Saitta dovrebbe pure ricordare – sebbene siano passati circa tredici anni – che, quando lui era il Vice di Genovese e Francesco Rutelli era il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, dopo un ampio dibattito durato per settimane, ovvero la decantata Conferenza Economica Cittadina sulle prospettive di rilancio della città, Rutelli si presentò a Messina per tirare le conclusioni. Quale fu il risultato di tante analisi e proposte? Qualche migliaio di euro per il restauro della Chiesa di Grotte!!!
Che dire poi – per venire a tempi più recenti – dei benefìci ottenuti dalla nostra città dal governo regionale guidato Crocetta e sostenuto dal PD? Meglio tacere, per carità di Patria!
Noi siamo, invece, dell’idea che con le istituzioni non servano le chiacchiere ed i rapporti politici o personali, ma bisogna confrontarsi avendo le carte a posto (progetti, programmi, cofinanziamenti) e soprattutto tenendo la schiena dritta!
Ed ancora, la più ridicola delle accuse rivoltemi da Saitta è quella di “aizzare istituzioni e cittadini gli uni contro gli altri”. Anche in questo caso non è chiaro di che si parli in concreto. Se si tratta delle mie denunce pubbliche nei confronti di un manager e la sua mala gestio della emergenza sanitaria in corso, allora avremmo la conferma che anche negli ambienti frequentati da Saitta si avverta forte la preoccupazione che questo Sindaco possa accendere i riflettori sugli affari di uno dei pochi centri di vero potere – come quello della sanità – che ancora esistono in questa regione e nella nostra provincia.
Se, invece, si parla di mancata collaborazione, si ripete una bugia già formulata da altri. Abbiamo, infatti, sempre garantito totale disponibilità all’azienda sanitaria locale e – soprattutto nella prima fase della pandemia – abbiamo sopperito a talune sue inefficienze intervenendo direttamente e senza risparmio di uomini, risorse e mezzi.
E nella cosiddetta seconda ondata dei contagi, dopo decine di tavoli tecnici e di pubbliche denunce, cosa di più avremmo potuto fare?
Visto che qualcuno – come Saitta, ma non solo – tenta di fare leva sulle difficoltà di qualche imprenditore (che comunque esistevano già prima delle ultime chiusure) per distrarre l’opinione pubblica dall’allarmante escalation dei decessi per Covid a cui stiamo assistendo da mesi, mi sia consentito di usare un’espressione forte e priva di ipocrisia istituzionale: non si può chiedere a nessuno di collaborare con il proprio carnefice! Nemmeno se la richiesta viene dai salotti buoni della città o dai palazzi del potere. Su questo non transigo. E non ci sarà minaccia che potrà farmi cambiare idea!
Dimenticavo le “pecore” citate da Saitta. Posso dire che in questa città fino al 2018 finivano in pasto ai “lupi” della politica con la promessa di un posto di lavoro, di un corso di formazione o di una raccomandazione. Da due anni e mezzo, a Messina, sono i lupi – rimasti senza prede – a lamentarsi. E le parole di Saitta lo dimostrano!
Comprendo che per alcuni io sarei inadeguato a fare il Sindaco di Messina, perchè non ho conti in Svizzera o a Montecarlo e neppure la erre moscia. Non ho coperture, parentele e protezioni negli ambienti che contano. Però non ho mai esitato ad impegnarmi con tutte le mie forze – senza se e senza ma – per ripagare questa comunità dell’onore di avermi scelto come sua guida e dell’affetto che mi ha sempre dimostrato.
Forse aveva ragione Dante: “Non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.>>