Si è svolta ieri al Palacultura la prima conferenza del ciclo, organizzato dalla Fondazione Architetti nel Mediterraneo e dall’Ordine degli Architetti di Messina, dal titolo “Opere e figure del secondo novecento a Messina”.
Il prof. Francesco Cardullo ha parlato di Giuseppe Samonà, grande maestro dell’architettura italiana, poco conosciuto ai non addetti ai lavori, che ha operato nella nostra città per diversi anni. Una conferenza, che ha visto la partecipazione di tantissimi architetti, ingegneri, storici dell’arte e comuni cittadini, divisa in due parti: una prima improntata su cenni bibliografici, scritti, opere e progetti significativi; una seconda riguardante le opere realizzate e i piani urbanistici a Messina.
“Un incontro stimolante – ha detto entusiasta il Presidente dell’Ordine Pino Falzea – su una figura straordinaria del 900 che ha operato e lasciato idee per la città, prendendo in considerazione, forse per primo, l’area integrata dello stretto”.
“Ci sono dei temi di grande attualità nel dibattito che si svolge a Messina da diversi anni – ha detto Cardullo – che hanno visto operare e lasciare riflessioni personaggi come Samonà; un lascito che noi cittadini del 2018 potremmo ancora considerare vivo e attivo, reinterpretandolo”.
“Oggi abbiamo parlato di architettura, – ha evidenziato il Presidente della Fondazione Umberto Giorgio – intesa però come cultura architettonica, non fine a stessa, bensì capace di stimolare la ricerca”.
Il 14 dicembre il prof. Antonio Marino parlerà di Roberto Calandra e l’8 febbraio 2019 il prof. Vincenzo Melluso chiuderà il ciclo con i progetti di Vincenzo Pantano e Filippo Rovigo. Anche di Calandra, Pantano e Rovigo, che hanno operato attraverso piani urbanistici e progetti di architettura, si tratteggeranno le figure e si illustreranno le opere realizzate costituenti patrimonio architettonico di qualità della città.