“Una boccata di ossigeno per tutti i lavoratori stagionali del settore del turismo in una battaglia partita da Messina e Taormina. Ma non basta, è necessaria una rivisitazione normativa complessiva per gli addetti del settore coinvolti”. Pancrazio Di Leo, segretario provinciale della Fisascat Cisl, giudica così la notizia della sospensione per il 2015 della nuova Naspi per i lavoratori stagionali del turismo. La decisione del Governo, su indicazione del consulente Stefano Sacchi, arriva dopo l’allarme lanciato proprio dai sindacati sull’emergenza che si sarebbe venuta a creare con l’introduzione della nuova Naspi per tutti quei lavoratori stagionali (250mila in Italia) che non riescono a coprire almeno otto mesi contrattualizzati ogni anno. Un allarme che ha visto il suo culmine nella grande manifestazione nazionale che si è tenuto lo scorso 15 aprile a Taormina.
“È solo una sospensione, abbiamo guadagnato qualche mese – continua Pancrazio Di Leo – adesso però il Governo deve intervenire nei confronti delle aziende alberghiere per proporre soluzioni e incentivi che possano allungare la stagionalità delle aperture e garantire maggiore lavoro per tutti. Un intervento che deve interessare tutte le Amministrazioni locali che gestiscono le licenze annuali e possono dare respiro alle attività. Come Fisascat siamo sempre convinti che una stagionalità lunga di almeno otto mesi sia possibile, soprattutto nel nostro territorio provinciale che può vantare mete di assoluto prestigio come Taormina e le Isole Eolie. Agli imprenditori – afferma – chiediamo di avere coraggio nell’investire sulla stagionalità lunga”.
“Il lavoro stagionale nel turismo è da sempre un fenomeno permanente in Italia e pertanto i lavoratori del settore necessitano di una soluzione strutturale per il sostegno al reddito – ha stigmatizzato il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri – La nuova Naspi avrà effetti devastanti sui 250.000 lavoratori stagionali del comparto turistico che vedranno dimezzarsi la durata ed il valore del sussidio finora garantito per un periodo uguale alla prestazione lavorativa”.
“Al Governo – continua Raineri – chiediamo il superamento della riduzione del 50% della durata e del valore del sussidio con l’effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato.
Per la Fisascat l’applicazione della nuova normativa Naspi potrebbe esporre l’Italia – che già negli ultimi anni ha perso posizioni nella classifica delle mete turistiche internazionali – ad una ulteriore perdita di competitività.