In riferimento all’articolo pubblicato stamani su Repubblica a firma di Fabrizio Bertè e alle dichiarazioni del direttore operativo di Siciliacque, Burruano sia il sindaco di Messina Federico Basile che quello di Taormina Cateno De Luca intendono fare alcune precisazioni.
“Innanzitutto, le dichiarazioni del direttore operativo di Siciliacque, Burruano, – si legge nella nota stampa – risultano fuorvianti e non completamente accurate, lasciando spazio a interpretazioni errate dei termini della convenzione tra Taormina e Siciliacque.Taormina interviene chiarendo ancora una volta che Siciliacque è obbligata per convenzione, risalente al 2005 e approvata con delibera di giunta n. 106 del 31/03/2005, a fornire a Taormina 44 litri al secondo su base annua, un valore che, per le esigenze della città in alta stagione, dovrebbe essere incrementato a 88 litri al secondo.Attualmente, Taormina riceve da Siciliacque 30 litri al secondo dalla fonte di Cuculunazzo e 14 litri al secondo tramite il bypass del vettoriamento, per un totale di 44 litri al secondo, un flusso inferiore a quanto previsto (88 litri al secondo)”.”Questa situazione”, afferma De Luca, “è migliorata notevolmente grazie agli interventi di efficientamento realizzati a Taormina negli ultimi 12 mesi sul sistema di approvvigionamento e distribuzione delle risorse idriche, che hanno consentito di recuperare almeno 20 litri al secondo.
Tale miglioramento ha reso non più necessario il soccorso dei 5 litri al secondo forniti da AMAM a Taormina da oltre 20 anni e, grazie alla strategia del vettoriamento, ha permesso a Taormina di non utilizzare l’intero plafond di acqua di Siciliacque (88 litri al secondo). Grazie al nuovo punto di consegna tramite l’acquedotto Fiumefreddo di AMAM, un flusso di soli 14-16 litri al secondo è ora paragonabile a circa 50 litri al secondo rispetto al vecchio punto di consegna dell’acquedotto Alcantara di Siciliacque. Questo miglioramento contribuisce significativamente all’efficientamento del sistema di pressione. Tuttavia, il giornalista ignora che, grazie a una buona amministrazione, si è riusciti a garantire un risparmio di oltre 40 litri al secondo con il nuovo punto di consegna.
Ma perché nessuno si chiede quali sarebbero stati gli effetti sull’intero territorio servito da Siciliacque se Taormina avesse richiesto l’intero quantitativo d’acqua previsto dalla convenzione, esclusivamente dal punto originario?
La strategia del vettoriamento ha permesso un’ottimizzazione delle risorse idriche, che appartengono a tutti, non solo a Messina o Taormina. Consiglio al cronista le prossime volte di essere presente alle nostre conferenze stampa così da poter instaurare un corretto contraddittorio, anche con eventuali disegnini, utili per coloro che spesso hanno la penna inzuppata da preconcetti”. “Dispiace ancora una volta”, dichiara il sindaco di Messina Federico Basile, “dover tornare su questa vicenda, e soprattutto dispiace constatare il tentativo di gettare ombra e discredito a tutti i costi sull’operato della mia amministrazione rispetto alla gestione di questo momento difficile per alcune zone della mia città.Ciò che infatti si continua ad ignorare e qui chiediamo una volta per tutte anche il chiarimento di Siciliacque è che Siciliacque non avrebbe comunque potuto destinare quella risorsa idrica a Messina.Con una nota del 27 giugno, AMAM ha richiesto una fornitura aggiuntiva di acqua.
La risposta è arrivata il 1° luglio, firmata dall’amministratore delegato Giuseppe Alesso, in cui Siciliacque comunica che, ‘stante il perdurare della crisi idrica attualmente in atto e la conseguente riduzione della portata emunta e disponibile dalla sorgente di Mojo Alcantara, non è, suo malgrado, attualmente nelle condizioni di fornire un quantitativo idrico superiore a quello attualmente prestato.’Questi sono i fatti. Le considerazioni del tutto personali del cronista così come gli intendimenti del tecnico di Siciliacque riportate nell’articolo sono prive di logica.
Il sindaco Basile non ha ritenuto irrilevante quella quantità di acqua, semplicemente non era destinata a Messina e, anche richiedendola, come abbiamo fatto, non ci è stata concessa per il semplice fatto che non c’è. Convenzione o no, triangolazione o meno, Messina avrebbe comunque avuto solo la quantità di acqua che le spetta, come si evince chiaramente dalla nota di Siciliacque”.