Il Consigliere Comunale Angelo Burrascano (Lista Crocetta) scrive al Vicesindaco e Assessore alle Politiche Finanziarie Guido Signorino e al Presidente del Consiglio Emilia Barrile. Di seguito il testo integrale della nota: <<
In merito alla questione da Lei sollevata in qualità di Vicesindaco e Assessore alle Politiche Finanziarie, mediante nota diramata dalle agenzie stampa, credo sia bene, a scanso di equivoci, precisare quali siano i criteri che orientano le scelte ed i comportamenti dei consiglieri e dei gruppi assembleari, per ragioni di trasparenza e di chiarezza verso i cittadini.
Evidentemente Lei non ha ben chiaro, non essendo mai stato eletto in seno al consiglio, che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo.
L’astensione è una manifestazione della volontà di non partecipare alla discussione ed al voto, giacché il risultato cui mira, con piena consapevolezza, il consigliere che si astiene è quello di non concorrere all’adozione dell’atto collegiale.
Le espressioni da Lei usate hanno il solo scopo di indurre i lettori, specie i più superficiali, a pensare che il sottoscritto – unitamente agli altri Consiglieri – diserterebbe l’aula per sottrarsi alle proprie responsabilità pensando esclusivamente ai propri interessi e non a quelli della cittadinanza che lo ha eletto.
Tale rappresentazione dei fatti è chiaramente distorta e tendenziosa e, come tale, non vera e non civile, ed ha soltanto lo scopo di cavalcare l’onda generale del malcontento verso la politica, sfociando nella sterile propaganda.
Basti solo considerare che io ho personalmente firmato, dall’insediamento ad oggi, 15 (quindici) interrogazioni rivolte al Sindaco o agli organi comunali, ho una media di 33 (trentatré) presenze mensili, tra consiglio e commissioni e sono ogni giorno presente presso gli uffici del mio gruppo politico comunale, sempre disponibile a ricevere sia i miei numerosi elettori nonché i cittadini tutti, per far fronte alle loro richieste, con ciò denotando, ritengo, un chiaro interesse alla carica ricoperta e ad assolvere con successo il ruolo istituzionale da me assunto con il mandato.
Entrando nel merito della vicenda del debito fuori bilancio nei confronti dell’ATO ME3, mi preme sottolineare come tale delibera sia stata sottoposta alla commissione in maniera assolutamente anomala, senza che quest’ultima abbia avuto la benché minima possibilità di approfondire le tematiche con dovuta cognizione di causa, poiché presentata solo un giorno prima del voto, malcostume ormai reiterato della Sua Amministrazione.
In particolare, vi sono delle gravi criticità insite nello stesso documento rilasciato dalla Giunta: il parere dei revisori sulla delibera appare di orientamento diverso rispetto a quello espresso sul conto consuntivo (nonché privo del parere tecnico del dirigente del dipartimento) ed inoltre mancano i requisiti di certezza, esigibilità e liquidità delle fatture stesse che, ricordo a me stesso, sono atto di parte e non giudiziale.
Ritengo, al contrario, che alla luce di tali aspetti, sia irresponsabile proprio il Suo comportamento accusatorio, offensivo ed irrispettoso nei confronti di un organo pubblico rappresentativo legittimamente insediato, il quale non può essere “tirato per la giacca”, piegato ed umiliato solo per asservire le logiche ed i voleri dell’Amministrazione, votando per “atto di fede” un debito di circa 12 milioni di euro.
Se Lei automaticamente addita e tratta, alla stregua di un reprobo o di un reietto, il politico che legittimante dissente utilizzando gli strumenti forniti dalle istituzioni, evidentemente, il Suo modo di intendere la politica evidenzia un chiaro deficit di democrazia difficilmente colmabile.>>