Una ulteriore pagina inquietante, per di più poco conosciuta, del devastante progetto definitivo del ponte sullo Stretto, è quella riguardante la subsidenza ed i danni che potrebbe causare.
Le rivelazioni del Comitato “No Ponte Capo Peloro” gettano ulteriori ombre sul già controverso progetto definitivo del ponte sullo Stretto. Questa volta, l’attenzione si concentra sulla subsidenza e sui danni potenziali che essa potrebbe causare, portando alla luce una pagina poco conosciuta ma decisamente inquietante del progetto.
Il termine proposto è “subsidenti”, indicando coloro le cui case potrebbero subire danni a causa della subsidenza del terreno dovuta allo scavo dei tunnel. Ma quanti edifici sono coinvolti e con quale grado di danno?
Il comitato sottolinea: “Chi rischia di perdere la propria casa/terreno viene chiamato espropriando, chi abita nei pressi dei cantieri viene denominato frontista. E coloro che rischiano danni lievi o strutturali alle proprie abitazioni a causa dei lavori del tunnel ferroviario sotto la città come si chiamano? Li potremmo chiamare “subsidenti” in quanto le loro case rischiano di avere danni a causa della “subsidenza” ovvero dello sprofondamento del terreno dovuto allo scavo dei tunnel. Ma quanti edifici saranno interessati e con quale intensità di danno?”
Sono 944 gli edifici analizzati in sede di progetto definitivo – viene spiegato – di cui 198 in zona “Faro”, 26 in zona “Le Fosse”, 75 in zona galleria “S.Agata” e 645 in zona galleria “S.Cecilia”.
Sulla base dei danni che potrebbero subire, gli edifici vengono classificati secondo classi di danno:
0 (crepa sottile) Fessure capillari
1 (danni molto lievi) Il danno è limitato agli intonaci delle pareti interne.
2 (danni lievi) Fessure anche visibili all’esterno
3 (danni moderati) Possibile blocco di porte e finestre. Rottura di tubazioni
4 (danni severi) I telai di porte e finestre si distorcono; percepibile pendenza di pavimenti.
5 (danni molto severi) Le travi perdono l’appoggio, i muri si inclinano fortemente. Pericolo di instabilità
“Ma dove sono ubicati gli edifici sensibili? Sono circa una trentina le tavole che evidenziano gli edifici sensibili da nord a sud di Messina. Quelli più a rischio si trovano nel tratto della circonvallazione compreso tra viale Europa e via T.Cannizzaro con un preoccupante numero di edifici a massimo rischio proprio in via T.Cannizzaro alto, all’altezza dell’Orto botanico (in allegato alcune tavole).Il tema della subsidenza evidenzia l’ennesimo ed insostenibile danno “collaterale” che la città subirebbe a causa della costruzione del ponte, che si aggiunge agli innumerevoli danni documentati con le osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati noponte”.
“Le informazioni – precisa la nota – si basano sui documenti del progetto definitivo del ponte, accessibili sul sito del Ministero dell’Ambiente, nelle tavole con le sigle SS0277-F0 e SF0133-F0″.