ufficio-migrantesIl raggiungimento dell’arduo accordo sulla regolarizzazione dei lavoratori in nero, ottenuto dalla maggioranza di Governo mercoledì 13 maggio dopo varie settimane di trattative, ha scaturito non poche polemiche.

Mirante a contrastare il lavoro irregolare e lo sfruttamento imperanti in alcuni settori lavorativi, apporterebbe vantaggi per soggetti quali badanti, braccianti, colf e migranti. La regolarizzazione avverrà tramite due canali: l’autodenuncia da parte del datore di lavoro ed il relativo pagamento di 400 euro; la presentazione in Questura, da parte del lavoratore straniero, di una domanda di permesso semestrale (che con l’esibizione del contratto diverrà permesso per motivi di lavoro) e il pagamento di 160 euro. Ovviamente, tale provvedimento non include datori di lavoro condannati negli ultimi cinque anni per immigrazione clandestina, induzione alla prostituzione e simili, così come non ammette stranieri coinvolti in provvedimenti di espulsione, ritenuti una minaccia per l’ordine pubblico o rei di specifici reati quali lo spaccio.

La sanatoria ha, però, suscitato delle critiche da parte dell’opposizione, unitamente a commenti di delusione di una parte di coloro che ne erano favorevoli. Essa risulterebbe «una mediazione politica, un compromesso al ribasso che ha lasciato fuori dalla regolarizzazione tanti migranti, uomini e donne che rimarranno nel limbo dell’invisibilità, merce per il mercato nero e la tratta lavorativa.

Certamente una buona notizia per quanti potranno usufruire di questo provvedimento, ma secondo noi si doveva e si poteva fare di meglio». Queste le parole dell’Ufficio Migrantes di Messina, che da sempre si batte per l’uguaglianza e l’inclusione sociale.

Tra i settori a loro avviso trascurati vi è l’edilizia, l’artigianato e la ristorazione, ambiti dove viene molto sfruttata la manodopera immigrata, per la quale la situazione rimarrà così invariata. Questi lavoratori dovranno, quindi, continuare a seguire strade alternative e assunzioni fittizie per poter formalizzare la tanto agognata regolarizzazione. Altro punto discusso è rappresentato dai requisiti richiesti, ritenuti talmente restrittivi da non consentire a molti cittadini stranieri di richiedere il permesso di soggiorno semestrale.

L’Ufficio diocesano Migrantes evidenzia, quindi, il paradosso delle limitazioni imposte: «Ci chiediamo, insieme a tutti i soggetti aderenti alla campagna Ero Straniero: la garanzia di un contratto, in un qualsiasi settore, non è già un elemento sufficiente perché la persona assunta possa vivere dignitosamente e contribuire alla società?». Per contrastare simili vincoli, propone una legge organica che regolamenti l’immigrazione e il diritto di asilo, superando la “Bossi-Fini” e cancellando i “Decreti sicurezza” per fornire opportunità di ingressi regolari. Tale proposta tenta di ridare dignità alla categoria nella sua totalità, con benefici effetti dal punto di vista economico, sanitario e di sicurezza, per una completa ed efficace lotta all’invisibilità.

Cristina Trimarchi

 

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