“Caro Vincenzo, la tua proposta, come sai, mi era ben nota ed il tuo dirigente generale l’aveva presentata nel corso degli incontri, evidenziando la grande disponibilità da parte di Cartour ad affrontare ingenti sacrifici economici, pur di alleviare qualunque tipo di disagio che la città dovesse avere per il passaggio diurno dei TIR. Tuttavia, ha chiaramente comunicato che non ci poteva essere alcuna disponibilità a pianificare un passaggio solo notturno dei TIR in città né oggi, né l’anno prossimo, né mai, fino a quando non sarà pronto il nuovo porto grande di Tremestieri.
Ed è proprio per questo che è scattata quella che tu chiami <emotività di un momento carico di significati simbolici>, ti assicuro però che il momento è passato ma la mia determinazione è sempre più forte, soprattutto in considerazione che, di fronte alla sfida che vi ho posto, cioè dimostrare alla propria città che una grande impresa come la Cartour può riuscire a pianificare la propria attività nel rispetto della vivibilità, mi si risponde che alla città siete disposti a dare un sostegno solo per alleviare il disagio creato ma che non c’è alcuna disponibilità ad evitare totalmente quel disagio.
Cioè, ad evitare le situazioni di pericolo per l’incolumità delle persone, di congestionamento del traffico cittadino, di inquinamento acustico, di inquinamento atmosferico in una città che vuole cominciare a respirare aria pulita. Più che una sfida, la mia proposta era un’opportunità per il raggiungimento di un grande obiettivo che mi sta a cuore ed è legato al concetto della creazione di senso di comunità, era una mano tesa per un percorso condiviso che in un anno avrebbe potuto rendere compatibile attività d’impresa, occupazione e vivibilità. Sarebbe stata una svolta epocale, un segno che tutti in città: amministrazione, imprenditori, sindacati, lavoratori, tutti i cittadini, vogliamo cambiare e costruire una città vivibile e sostenibile, con una prospettiva futura finalmente positiva per le nuove generazioni. Purtroppo al rifiuto oggi si aggiunge quello che i giornali locali hanno definito come il <classico ricatto>: per colpa delle decisioni dell’Amministrazione si potranno perdere 100 posti di lavoro. Mettere così a confronto il rischio di perdita di posti di lavoro in un periodo di grave crisi economica con le problematiche di sicurezza dei cittadini non è un esercizio intellettualmente onesto. La sfida/opportunità che ho lanciato di collaborazione tra amministrazione e imprenditori, che ha trovato valide soluzioni in altre realtà, nel nostro specifico caso avrebbe potuto portare ad avere, mediante le autostrade del mare, TIR in città solo di notte, automobili di giorno, con la prospettiva che, con la realizzazione del porto grande di Tremestieri, tutto il traffico di passaggio verrà dirottato totalmente fuori città giorno e notte. Quando le logiche del mercato, pur creando opportunità di occupazione, devastano la vivibilità e la dignità dei cittadini, è fondamentale e doveroso opporsi; i messinesi mi hanno voluto Sindaco anche per questo ed io, da tuo Sindaco, ti dico che nessuno vuole negare la libertà d’impresa ed il vero cambiamento è che la libertà d’impresa deve adeguarsi sempre ai diritti primari dei cittadini, che per questa Amministrazione non sono negoziabili”.
Renato Accorinti, Messina 26 giugno 2014.