L’Arch. Principato Nino Principato: “Demolizione del Complesso dei Gesuiti di Piazza Cairoli: uno scempio culturale e il volantino del Partito Radicale”.

Nell’aprile del 1975 veniva demolito dalla più becera speculazione edilizia palazzinara, con la connivenza delle pubbliche istituzioni, lo splendido complesso del Collegio gesuitico S. Ignazio con annessa chiesa di Santa Maria della Scala in piazza Cairoli. L’imponente architettura progettata dall’architetto palermitano Antonio Zanca, autore del Municipio, iniziata nel 1922 e consacrata il 29 giugno 1933, cedeva così il posto al vello d’oro del dio denaro sotto forma della Standa, prima, e dell’Oviesse, oggi. Soltanto noi del settimanale “il soldo” diretto da Franco Pirrone e editato e stampato dal grande, indimenticabile Aurelio Samperi e per il quale io collaboravo, in perfetta solitudine denunciammo coraggiosamente più volte con articoli e inchieste la demolizione che ebbe per protagonisti il sindaco Merlino, il ministro Gullotti e l’imprenditore Franza, tanto che si mosse la Magistratura con il dott. Elio Risicato. Non riuscimmo lo stesso a salvare il complesso religioso e il giorno dell’inaugurazione della Standa, pubblicammo sul nostro settimanale il 26 giugno 1977 un volantino del Partito Radicale. Ve lo ripropongo, integralmente, affinché ciascuno ne tragga le conclusioni che vuole e nell’auspicio che, tutti noi messinesi, facciamo fronte comune per far sì che in futuro tali scempi non avvengano più.Nino Principato(la foto è di Saro Armone)“Alla fine del 1972 i messinesi scoprono che il collegio S. Ignazio di piazza Cairoli sarà chiuso. I padri gesuiti hanno bisogno di danaro per “curare” le anime (!!!), molto danaro.Non basta loro quello che lo Stato Italiano, cioè noi cittadini, versa ogni anno nelle casse del Vaticano: 60 miliardi; non basta quello che gli ingenui credenti regalano; non basta quello ricavato dalle operazioni finanziarie delle società per azioni con capitale della Santa Sede. Forse non sapremo mai il costo unitario di ogni anima “curata”, sicuramente deve essere altissimo. Evidentemente il cattolicesimo non potrà mai professare in una società di poveri: pensare che molti hanno sempre creduto il contrario. Lo Stato Italiano, intanto, dimentica che giuridicamente dei vincoli impediscono di cambiare la destinazione dei locali religiosi.Consiglio Comunale, Università, nel 1973 si occupano del caso; e come sempre accade quando gli interessi non sono quelli dei cittadini, i discorsi, le riunioni, le dichiarazioni, hanno, con la loro falsità, il solo scopo di beffare tutti e continuare nel vero disegno di servire gli interessi di pochi e determinati gruppi.Nel giugno del ’73 veniamo a sapere che il titolare della società che ha acquistato il palazzo, l’ing. Franza Giuseppe, con scopi umani edificherà un teatro e dei locali pubblici: così dichiara nella compiacente Gazzetta del 27-6-73; quanto altruismo e bontà (demo) cristiana.Nel giugno del ’77 scopriamo invece che il teatro non c’è e i locali pubblici sono quelli della Montedison di Cefis: la Standa.Per costruire 1400 m1. e circa 40.000 mc. di stupidità, con orari di lavoro disumani a ritmi da lavori forzati, si sono distrutti: un edificio con un significato urbanistico e sociale; tutti gli alberi stupendi che lo circondavano; si sono occultati i resti archeologici scoperti negli scavi; si è occultata la verità delle norme edilizie della legge urbanistica non facendo completare al pretore Romano nel settembre ’76 l’inchiesta in corso e sorteggiando per la conclusione dell’istruttoria il pretore Materia. Si è fatta beffa di tutti i cittadini messinesi, che con inspiegabile assuefazione accettano ogni sopruso.Vogliamo renderci conto che se una società Statale come la Montedison in deficit pauroso, versa svariati miliardi a un privato, la Fraim dell’ing. Giuseppe Franza, è perché esistono sporchi interessi politici per i quali paghiamo in termini di soldi con tasse impossibili, con posti di lavoro inesistenti, con città caotiche e assurde, con le nevrosi e tutte le malattie tipiche di questa società cresciuta con l’ideale del dio danaro per il quale è permesso tutto: anche tenere il potere sul corpo e sulla vita della gente.E’ dovere urgente della Magistratura tutelare i diritti lesi dei cittadini, intervenendo e indagando con scrupolo e rigore. E’ dovere urgente della classe politica della sinistra unirsi e battersi con impegno e senza cedimenti.E’ dovere urgente di tutti noi cittadini dialogare, intervenire e stimolare le lotte contro chi da sempre ci “usa” per interessi che non sono nostri.Partito Radicale”

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