Ormai ci ho fatto il callo: è da oltre 40 anni che combatto, in perfetta solitudine, in difesa delle testimonianze della nostra Storia e della nostra Cultura.
Molte sono riuscito a salvarle dalla demolizione e dal trafugamento, come il palazzo ottocentesco all’inizio di via Martino-piazza Padre di Francia destinato ad essere raso al suolo ed oggi egregiamente restaurato e abitato, e, lo splendido portale settecentesco dell’originaria Chiesa Madre di San Nicola a Zafferia, insieme a Francesco Gallo, pronto per essere asportato.
Oggi tocca all’Ex “Irrera Mare” per il quale una scellerata proposta ne vuole la demolizione in nome di un mistificatorio affaccio a mare che, per ora si vede dal viale della Libertà perché è stato demolito l’ex Teatro in Fiera e che una volta edificato il nuovo edificio col Teatro e gli uffici dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto, sarà nuovamente nascosto.
Dell’”Irrera Mare” di Vincenzo Pantano, vincolato ope legis perché edificio di proprietà pubblica il cui autore non è più vivente e la cui esecuzione risale ad oltre 70 anni e di cui si sta interessando la Soprintendenza ai Beni Culturali per effettuarne la verifica di conferma del vincolo di tutela, in un mio precedente intervento ne ho messo in luce alcuni dei tantissimi pregi architettonici; adesso, contro l’insensato scippo di questa importante testimonianza della storia di Messina, avanzo la mia proposta: perché non farne un Museo del Cinema?
I motivi ci sono, e tantissimi. Il più importante risiede proprio nella natura dell’edificio, sede della prestigiosa Rassegna Cinematografica Internazionale.
Dall’1 al 9 agosto 1955, infatti, all’”Irrera Mare” si tenne la Prima “Rassegna Cinematografica Internazionale”: si concretizzava così l’idea che nacque fra un gruppo di amici, fra i quali Arturo Arena titolare del cinema Garden e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Salvatore Bernava (cinema Olimpia), Giuseppe Di Stefano (cinema Metropol), Giovanni Bellamacina (cine-teatro Savoia) ed Enzo Calveri segretario dell’AGIS (Associazione Generale Italiana Spettacolo).
Dal terrazzo frontistante e dai locali dell’”Irrera Mare”, passarono centinaia di attori e attrici di fama internazionale ma anche musicisti di altissimo livello, fra i quali l’orchestra cubana del Maestro Orefice; Peggy Wolsh che intonava “Amorre basciami”; Abbe Lane che incarnava i desideri morbosi degli italiani con le sue sculettature mozzafiato, accompagnata dall’orchestra del marito Xavier Cugat con in mano l’inseparabile Cachita, un cagnolino Chiwawa; il chitarrista Peter Wan Wood, detto l’”Olandese Volante”, che faceva addirittura “parlare” la sua chitarra con “Butta la chiave”.
Ricordo quanto disse Nino Genovese, grande storico messinese del Cinema, durante una puntata de “L’Altra Messina” condotta da Anthony Greco e Daniela Conti: “A Torino c’è il Museo del Cinema, a Catania un Museo pubblico e a Siracusa e Gela due privati, io penso che anche a Messina si potrebbe creare un Museo. Intanto la base potrebbe essere una Cineteca, con tutte le pellicole fatte acquistare dal Cineforum Orione al Comune di Messina dall’Angelicus Film insieme ai grandi manifesti, senza dimenticare che a Messina Giovanni Rappazzo inventò il cinema sonoro nel 1914 e che Messina è stata la location di film di grande successo e città natale di attori del calibro di Adolfo Celi, Febo Mari, Nino Frassica, Tano Cimarosa, Maria Grazia Cucinotta e tanti altri”.
Bene, “Iacta alea est”, un Museo del Cinema in un luogo storico da preservare ad ogni costo qual è l’”Irrera Mare” che significa attrazione turistica, indotto economico, posti di lavoro!
Ma, vi prego, almeno in questa battaglia a favore di Messina, non lasciatemi solo.
Nino Principato

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