Il Comune di Messina ha aderito al progetto “Un anno contro lo spreco”, promosso a livello nazionale dall’Università di Bologna, sottoscrivendo la “Carta per una Rete di Enti Territoriali a Spreco Zero” che indirizza regioni, province e comuni alla riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari. Coerentemente con la Risoluzione europea, la Carta prevede che gli Enti aderenti si impegnino nel territorio, nelle comunità economiche e civili di loro competenza a prevenire lo spreco alimentare; condividere e promuovere con propri mezzi di comunicazione la campagna “Un anno contro lo spreco”, patrocinata dal Parlamento europeo-Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore positivo del cibo, dell’alimentazione e sulle conseguenze dello spreco alimentare dal punto di vista economico, ambientale e sociale al fine di favorire una cultura economica e civile improntata ai principi della sostenibilità e della solidarietà dell’equità e della responsabilità; rendere operative alcune indicazioni contenute nella Risoluzione europea contro lo spreco alimentare per contribuire concretamente all’obiettivo di dimezzare entro il 2025 gli sprechi alimentari. Nello specifico l’obiettivo è sostenere le iniziative – organizzazioni pubbliche e private – che recuperano a livello locale i prodotti rimasti invenduti e scartati lungo l’intera catena agroalimentare, per ridistribuirli gratuitamente alle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo.
Last Minute Market permette non solo di donare cibo agli indigenti, ma anche di ridurre a monte i rifiuti alimentari; modificare le regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera in modo da privilegiare in sede di aggiudicazione, a parità di altre condizioni, le imprese che garantiscano la ridistribuzione gratuita a favore dei cittadini meno abbienti e che promuovano azioni concrete per la riduzione a monte degli sprechi, accordando la preferenza ad alimenti prodotti il più vicino possibile al luogo di consumo; istituire programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere il consumatore consapevole degli sprechi di cibo, acqua ed energia e dei loro impatti ambientali, economici, sociali e insegnare come rendere più sostenibile l’acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale degli alimenti. Inoltre le amministrazioni si impegnano a promuovere a livello normativo nazionale e comunitario, sensibilizzando le rappresentanze politiche del territorio attraverso la regolamentazione delle vendite scontate, quando un prodotto è vicino alla scadenza oppure presenta un difetto; invece di gettarlo via o donarlo a chi ha bisogno, va ceduto al 50 per cento o meno ancora. La vendita scontata ha un doppio effetto contro lo spreco (meno rifiuti), ma anche contro la crisi, perché riduce il costo dell’alimentazione a parità di qualità degli alimenti.
Inoltre si rendono necessarie la semplificazione delle diciture nelle etichette degli alimenti per la scadenza, che deve essere unica ma con due date, una che si riferisca alla scadenza commerciale (si può vendere entro una certa data), l’altra che riguardi il consumo ed in questo modo verrebbe garantita la sicurezza alimentare ma non si lascerebbero sullo scaffale prodotti prossimi alla scadenza; e l’istituzione di un osservatorio o agenzia nazionale per la riduzione degli sprechi con l’obiettivo di minimizzare tutte le perdite e le inefficienze della filiera agroalimentare, favorendo la relazione diretta fra produttori e consumatori e coinvolgendo tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di rendere più eco-efficiente la logistica, il trasporto, la gestione delle scorte e gli imballaggi. Diversi Paesi europei si sono già dotati di questo strumento, l’Italia non ancora. Le amministrazioni si impegnano inoltre ad adottare come orizzonte di lungo periodo lo Spreco Zero, ovvero promuovere la riduzione progressiva degli sprechi mediante il controllo e la prevenzione di tutte le attività pubbliche e private che implichino la gestione di cibo, acqua, energia, rifiuti, acquisti, mobilità e comunicazione; a confrontare, condividere, valutare e mettere in rete le buone pratiche, tecnologie, processi, progetti finalizzati a prevenire lo spreco alimentare e costituire infine una rete di amministrazioni a Spreco Zero; a prevedere sgravi fiscali per le imprese e gli esercizi commerciali che aderiscano all’iniziativa e dimostrino di aver ridotto gli sprechi.
Il Parlamento europeo ha votato in seduta plenaria lo scorso gennaio una “Risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE”, redatta dalla Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale vista la “Dichiarazione congiunta contro lo spreco”, elaborata da Last Minute Market nel quadro della campagna europea “Un anno contro lo spreco”, sottoscritta da personalità della cultura e della scienza. La Risoluzione del Parlamento europeo intende lo spreco alimentare come l’insieme del prodotti scartati dalla catena agroalimentare per ragioni economiche o estetiche o per prossimità alla scadenza di consumo, ma ancora perfettamente commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati ad essere eliminati e smaltiti, producendo esternalità negative dal punto di vista ambientale, costi economici e mancati guadagni per le imprese. Si pone infine l’obiettivo di ridurre del 50 per cento gli sprechi alimentari entro il 2025 e di dedicare il 2014 come Anno Europeo di lotta agli sprechi alimentari attraverso una strategia per migliorare l’efficienza della catena alimentare degli Stati Membri.