La mancata patrimonializzazione di MessinaServizi Bene Comune preoccupa la Fit Cisl di Messina. La società, a quasi un anno dalla delibera della Giunta Comunale, non ha predisposto gli atti da sottoporre al Consiglio Comunale. «La domanda è se quella dei dirigenti sia una scelta politica nell’attesa del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo», afferma il segretario generale della Fit Cisl Messina, Letterio D’Amico.
La MessinaServizi, anche se in ritardo rispetto al cronoprogramma approvato il 20 agosto 2018, ha già investito molte risorse finanziarie nel noleggio dei mezzi necessari, in acquisti di mastelli per tutta la città e nel bando per l’assunzione di cento operatori. Le norme che regolano l’intero ciclo dei rifiuti impongono il raggiungimento di livelli di raccolta differenziata pari al 65%, questo determina la necessità di attuare un programma di interventi per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal decreto legislativo 152/2006 passando per lo step intermedio del 30%.
La Fit Cisl chiede, inoltre, che fine abbia fatto il contratto di servizio dei servizi aggiuntivi che dovevano essere affidati alla società, dal lavaggio delle strade alla rimozione dei veicoli abbandonati, dalla pulizia di vasche e fontanelle, alle disinfestazioni e derattizzazioni.
«Siamo molto preoccupati – continua D’Amico – perché MessinaServizi è una società vuota che non dispone di propri beni aziendali né di proprie risorse economiche e, ad oggi, non siamo certi che le risorse finanziarie siano sufficienti a garantire il costo del servizio ed i relativi investimenti. «Al tavolo concertativo del SalvaMessina – ricorda ancora il segretario della Fit messinese – il sindaco ha preso l’impegno di dotare la società di gambe e braccia per affrontare la sfida del progetto del 65% della differenziata. E questo aspettiamo».