Alla galleria «Kafkart» di Messina sono in mostra le opere di Leandro Pergolizzi, un pittore dall’estro e tecnica tanto originali, nati dalla commistione di tecniche antiche e moderne, da poterlo definire un moderno classicista. All’inaugurazione, dopo il saluto della titolare della pinacoteca, l’artista Vittoria Arena, la quale ha auspicato che gli amanti dell’arte possano trovare nel sito da lei gestito la casa dove potere esporre le loro opere esprimendo tutto il loro pensiero, la Dott.ssa Laura Mauro, curatrice d’arte, ha esposto la biografia dell’autore evidenziando i tratti personali presenti nei suoi dipinti, frutto di una passione verso le arti figurative incoraggiata dal maestro Angelo Barbera, in grado questi di fargli raggiungere una maturità pittorica permettendo al Pergolizzi di conseguire nel corso degli anni molteplici riconoscimenti a livello nazionale e regionale.
Lo storico dell’arte Rodrigo Foti ha rilevato come le nature morte e le vedute traggono ispirazione da una nostalgia verso quel passato idilliaco promanante dalla semplicità delle cose: se nelle prime vi è un influsso caravaggesco mitigato da cromatismi più luminosi e gli oggetti raffigurati rappresentano la caducità dell’esistenza nonché l’invito a vivere la vita, i paesaggi possono definirsi suggestivi, poiché la natura è percepita come un ambiente nel quale le persone provano differenti sensazioni entrando in armonia con essa. Fra i suoi lavori panoramici spicca il capolavoro dal titolo «Isola Bella», in cui s’intreccia un vedutismo caratterizzato dalla commistione fra pittoresco e sublime, dove le manifestazioni naturali sono animate da un’incommensurabile esplosione di energia e la luce è raffigurata come un’autonoma identità atmosferica, con l’Impressionismo di Claude Monet promanante la sensazione percepita in quel momento della giornata. Il forte simbolismo, di cui è pregno il quadro, contiene il precipuo messaggio del rinnovarsi quotidiano della vita, che dopo la tenebra mortale ritorna trionfante. Il poeta Roberto Lo Presti ha analizzato la componente chiaroscurale, il cui contrasto viene adoperato per dare rilievo agli oggetti, ma rappresenta un inestricabile legame col mondo antico nel quale il pittore si rifugia costantemente. Le immagini della serata sono state scattate da Antonio De Felice, sempre sensibile alle manifestazioni artistiche nel capoluogo.
Non potevano mancare all’evento le note ed i canti del cantastorie peloritano Gianni Argurio, che sulla scia dell’illustrazione dell’«Isola Bella» ha cantato una filastrocca inneggiante alle bellezze naturali della Sicilia, la quale è stata oltremodo omaggiata sia con canti folkloristici di natura mitologica, sia con un canto d’amore in voga nel XVIII secolo, risultato di una ricerca storica, intitolato «A la carrittera» contraddistinto da un lessico dell’epoca. Egli a conclusione della serata ha cantato un brano beneaugurante dal titolo «Vegni in Sicilia» definendola isola dell’amore. Il contributo musicale di Gianni Argurio ha corroborato l’atmosfera affascinante della mostra, i cui dipinti di Pergolizzi esprimono uno scopo inteso a confortare e contemporaneamente a ricordare a ciascun essere umano l’importanza di valori, quali la schiettezza dei sentimenti e lo stare in sintonia con la natura, che non hanno tempo, né scadenze, ma che sono sempre di fondamentale attualità.
Foti Rodrigo