Si appresta ad arrivare in Consiglio comunale la proposta di Regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni. Oltre cento comuni italiani si sono dotati di strumenti simili, essenziali per un uso del patrimonio comunale che sia basato sul principio della sussidiarietà e del valore sociale delle attività che si svolgono al suo interno. Uno strumento che mette al centro associazioni, collettivi, circoli e anche singoli gruppi di persone, ritenendo che tutti debbano avere diritto ad utilizzare quel patrimonio comune costituito da spazi di proprietà della città, indipendentemente dalla capacità economica e dalla redditività delle attività. Fissando criteri chiari, trasparenti, semplificando le procedure di richiesta ed assegnazione, garantendo diritti per tutti e per tutte.
Una proposta di Regolamento che, tra l’altro, nel caso di Messina viene fuori non da un singolo consigliere o assessore, ma dal lavoro di quelle tantissime persone che hanno deciso di mettersi in gioco all’interno del Laboratorio per i beni comuni e le istituzioni partecipate, discutendo, avanzando proposte e deliberando in maniera collettiva il testo che ora passerà all’esame dell’aula, grazie anche al lavoro svolto per più di due anni dal Dipartimento Patrimonio e dalla X Commissione consiliare.
In passato il Civico consesso ha bocciato tutti gli atti che miravano ad estendere le aree della partecipazione: dal Regolamento sugli istituti di partecipazione alle varie Consulte ambientalista ed animalista. Una grande opportunità persa, a nostro avviso. Ci auguriamo che questa volta, invece, si scelga di dotare la città di una conquista importante: il Regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni non è di Renato Accorinti, né dell’assessore Ialacqua, né di Cambiamo Messina dal Basso. E’ della città intera. Impegniamoci tutte e tutti per difenderlo.