“Le funzioni di centralità amministrativa non possono essere sottratte ai capoluoghi delle Città Metropolitane”. Lo hanno ribadito il sindaco, Renato Accorinti, ed il vicesindaco, Guido Signorino, nel corso della riunione dei sindaci delle Città Metropolitane, svoltasi stamani a Roma, nella residenza del Ministero degli Esteri, riferendosi in particolare alla necessità di mantenere in tutte le Città Metropolitane Corti d’Appello, Camere di Commercio, sedi della Banca d’Italia. La riunione, tenutasi a Villa Madama, ha preceduto il seminario “Start City”, organizzato dall’Anci in collaborazione con lo Studio Ambrosetti e Intesa San Paolo, sul ruolo delle Città Metropolitane come traino istituzionale dello sviluppo dei territori. Nel corso del ristretto convegno è emerso che tutte le Città Metropolitane, malgrado la crisi finanziaria che riguarda la più gran parte dei comuni capoluoghi (da Napoli a Torino, a Catania, a Reggio Calabria, a Venezia, a Messina), già attualmente hanno tassi di crescita, produzione di conoscenze, attrazione di investimenti maggiori della media nazionale. Nei Comuni delle 14 Città Metropolitane si concentra il 37 per cento della popolazione ed oltre il 50 per cento del Pil nazionale. Il seminario è il secondo step del progetto “Start City”. Nella riunione mattutina dell’Advisory Board, i sindaci delle Città Metropolitane hanno incontrato i consulenti per definire le linee fondamentali per la pianificazione strategica delle Città Metropolitane. E’ stata quindi evidenziata la necessità di fare squadra esaltando le differenze di ciascuna città e di selezionare le politiche fondamentali: rigenerazione urbana, protezione del territorio, risparmio di suolo, cambiamento climatico, solidarietà sociale. Le Città Metropolitane possono perseguire queste finalità, nell’ambito di funzioni ben definite e attribuite con carattere di esclusività.
Come sottolineato dal sindaco Accorinti e dal vicesindaco Signorino, l’eterogeneità delle esperienze locali deve essere interpretata come ricchezza e risorsa per lo sviluppo, in un quadro che conservi l’identità locale nell’ambito di una visione condivisa nazionale. Nel pomeriggio il meeting è proseguito con la presenza dei ministri, degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, del Lavoro, Giuliano Poletti, e del presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, proponendo un confronto dei sindaci con esponenti della finanza e dell’industria, moderato dal direttore del Corriere della Sera, Francesco De Bortoli. La business community ha confermato che le Città Metropolitane saranno (e già sono) il punto di riferimento per la destinazione degli investimenti. Occorre però realizzare infrastrutture, anzitutto sociali e tecnologiche, anche perché la più grande opportunità delle Città Metropolitane è la costruzione di una reale “comunità”. Questo senso di aggregazione sociale, che definisce l’identità del territorio, rende realmente attrattivo il contesto metropolitano. “Messina – hanno concluso il sindaco Accorinti e il vicesindaco Signorino – aperta al suo entroterra e al suo interfaccia calabrese, costruisce la sua identità spendendosi sulla logistica internazionale (trasporti via mare, porto), sull’attrattività turistica e sulla crescita delle conoscenze. Lo sviluppo del territorio (industria, terziario, amministrazione) va costruito come espressione di queste vocazioni, investendo risorse in queste direzioni. Il progetto della piattaforma logistica di Tremestieri, la valorizzazione delle attrattività territoriali e lo sviluppo del sistema della ricerca e dell’innovazione (Università, CNR) sono le infrastrutture materiali ed immateriali su cui il territorio crescerà. Ruolo della politica è garantire la realizzazione delle opere e la tutela di tutte le fasce della popolazione. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di coniugare la produzione della ricchezza con la costruzione della comunità, la qualità dei servizi con la custodia dell’anima dei popoli e delle persone, superando gli egoismi, perché con le Città Metropolitane o vinciamo tutti insieme o perdiamo tutti insieme. Dobbiamo mettere al centro di tutto il senso dell’umanità”.