Migliaia di fedeli hanno seguito la tradizionale processione della Vara. Nessun imprevisto, anche la virata in via I Settembre è avvenuta senza problemi. Messina ha rinnovato il suo abbraccio, l’appuntamento con l’evento più atteso e più caro ai fedeli, quello con la processione della Vara. E’stato come sempre un bagno di folla, migliaia di fedeli provenienti da tutta la Sicilia e dalla Calabria per il passaggio del ceppo della Vara. Una tradizione che si rinnova, sempre intatta nella sua forza e intensità, da 477 anni.
Nessuno intoppo, anche la virata in via I Settembre, che i messinesi vivono con il cuore sospeso fino a quando la Vara non supera la curva tra applausi e lacrime di gioia, è avvenuta senza problemi. La machina votiva è arrivata in Piazza Duomo alle 21.15, con un leggero ritardo rispetto ai tempi previsti, ma ad accoglierla, come sempre, è stato un tappeto di fazzoletti bianchi sventolanti e lo scampanìo dal Duomo.
Qualunque cosa accada, afa torrida o pioggia, crisi o periodi di ripresa,per i messinesi la processione del 15 agosto resta il giorno più atteso. E lo si capisce guardando anche i volti di chi segue la processione, anche quest’anno in migliaia, volti di messinesi che tornano, di gente profondamente legata alla sua terra, ma anche turisti e fedeli dalla vicina Calabria. La Vara ha seguito il suo percorso secolare, con le tradizionali soste per la preghiera alla Madonnina del Porto e poi, dopo la virata l’arrivo in piazza Duomo. Nelle parole di monsignor D’Arrigo c’era il ritratto di una città che soffre, come tutti in questo momento, ma che non si arrende. Una Messina piegata dalla crisi, dalla disoccupazione, dalla precarietà, ma dove la speranza e la solidarietà continuano ad essere fiammelle accese, esattamente come la fede che ha portato in processione migliaia di fedeli. Anche il Prefetto Alecci si è voluto soffermare sull’amaro momento che sta vivendo la popolazione messinese, che si affida alla sua Patrona.
Più di 1200 i tiratori e tra questi gli srilankesi che hanno fatto richiesta di essere iscritti all’albo dei tiratori, simbolo di una Messina multiculturale. Certo, sarebbe bello che se questo essere fianco a fianco non si limitasse solo alla Processione di un pomeriggio ma divenisse capacità quotidiana di civiltà senza confini né etnie, ma è un passo che è stato compiuto. C’è poi un altro capitolo, che è quello degli atti intimidatori nei confronti dei giovani di Addiopizzo, una ferita che non può essere ignorata ed alla quale dedichiamo altri articoli.
All’Assunta, alla Patrona di una città profondamente Mariana, son arrivate oggi migliaia di preghiere, da chi stava tra le corde, da chi era affacciato al balcone o la seguiva passo passo per la strada, da chi l’ha seguita in Tv, da chi l’ha attesa a Piazza Duomo sentendo il vociare sempre più vicino.
Preghiere silenziose che si son levate alte, a volte scandite dal grido “Viva Maria”. E’ una città intera che ha rinnovato il suo voto, il suo legame e che anche in uno dei momenti più bui ha saputo guardare in alto, cercando il volto della speranza.
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