E’ stata inaugurata, nei locali della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera”, la mostra antologica dal titolo “Omaggio a Giulio D’Anna”. L’iniziativa, organizzata dal Servizio “Cultura” della Città Metropolitana di Messina e curata da Virginia Buda, storico dell’arte della Soprintendenza ai BB.CC. di Messina, si inserisce nell’ambito della Settimana Quasimodiana, giunta alla sua ottava edizione.
Alla cerimonia sono intervenuti il dirigente della V Direzione, Anna Maria Tripodo, lo storico dell’arte della Soprintendenza ai BB.CC. di Messina, Virginia Buda, e il direttore della Galleria d’Arte, Angela Pipitò. L’evento espositivo, in occasione del centodecimo anniversario della sua nascita e nel quarantennale della sua morte che ricade proprio quest’anno, ripercorre sinteticamente l’intera attività artistica di D’Anna, dagli esordi futuristi fino alla metà degli anni Settanta, e rappresenta un dovuto omaggio all’artista, di cui la Galleria possiede un dipinto, “Donna a mezzobusto”.
Giulio D’Anna (Villarosa 1908- Messina 1978), messinese d’adozione, è stato uno dei maestri del Futurismo siciliano, oltre a costituire una tra le voci più interessanti del Secondo Futurismo italiano. Autodidatta e unico pittore futurista a Messina, entra in scena alla fine degli anni Venti quando inizia a frequentare il vivace ambiente palermitano, venendo a contatto con la pittura dei futuristi Pippo Rizzo, Antonino Varvaro, Vittorio Corona e del giovane Renato Guttuso. Le sue opere vengono notate e valorizzate da Guglielmo Jannelli che gli consente di conoscere Balla, con il quale D’Anna mantiene frequenti contatti epistolari, e Fortunato Depero. Trasferitosi a Messina con il fratello Giacomo, si dedica all’attività della libreria che diventa presto luogo di incontri con l’ambiente culturale del tempo.
Nel 1931 tiene la sua prima personale presso la Galleria Vittorio Emanuele III, dove viene notato da Filippo Tommaso Marinetti che lo incoraggia a continuare nella sua attività pittorica. E’ il primo pittore messinese ad esporre nella XIX Biennale di Venezia nel 1934 ed alla Quadriennale di Roma nel 1935, vincendo il primo premio tra i giovani artisti presso la Mostra d’Arte Coloniale di Parigi con il dipinto “Lettrice futurista”. Partecipa alla I Mostra internazionale di Pittura Città di Messina e nel 1958, nel venticinquesimo anniversario della sua carriera di pittore, espone nella Galleria “Il Fondaco”, fondata, insieme all’Accademia della Scocca, dalla Libreria OSPE e luogo di incontro tra artisti ed intellettuali attorno a cui gravitavano nomi come Antonio Saitta, Salvatore Pugliatti, Giorgio La Pira, Vann’Antò, Salvatore Quasimodo.
D’Anna interpreta con spontaneità l’idea del Futurismo: la vitalità e l’entusiasmo emanano dalle sue opere che, attraverso il libero e spregiudicato uso dei colori, le studiate intersezioni di piani e linee, il polimaterismo e il collage, concretizzano visivamente i concetti di movimento e simultaneità su cui si focalizzavano le ricerche futuriste, esprimendo in maniera personale ed intima la poetica aeropittorica come manifestazione di stati d’animo più che rappresentazione di vertiginose vedute aeree. Ostacolato dal fratello, che gli impedisce di allontanarsi dalla città di Messina, mette un freno alla sua produzione artistica ed alla fine degli anni Quaranta riprende a dipingere continuando ad attingere agli innumerevoli spunti offerti dal Futurismo, coerente con la propria formazione ma attento alle tendenze artistiche più aggiornate.
In linea con gli interessi manifestati già dagli anni Trenta, si rivolge al Cubismo ed alle sue diverse declinazioni, in particolare al Cubismo orfico di Delaunay, al quale rimandano i dipinti degli anni Cinquanta con le loro scomposizioni prismatiche di colori intrisi di luce. Inoltre è costante in lui l’attenzione all’opera di Picasso e alle sue rivoluzionarie sperimentazioni. Sebbene gli siano più congeniali il razionalismo e la sintesi geometrica delle forme, che lo conducono senza forzature ad esiti astratti, non rinuncia a confrontarsi con le opposte suggestioni offerte dalla figurazione espressionistica di Corrente e della Scuola Romana e in alcuni dipinti dell’immediato dopoguerra guarda all’atmosfera rarefatta e sospesa del Realismo Magico e della Metafisica.
Nelle opere della piena maturità mantiene immutati la giocosa vivacità e l’entusiasmo degli anni giovanili e con autonomia creativa continua fino alla fine a dedicarsi alla pittura, alla manipolazione dei materiali, al riutilizzo di oggetti e al collage. Muore a Messina il 18 novembre del 1978.
“Omaggio a Giulio D’Anna” sarà visitabile fino al 7 gennaio 2019, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17,30; sabato 15 visite guidate alla mostra con gli studenti dell’Alternanza scuola lavoro dell’Istituto Jaci e dell’Istituto Minutoli e 22 e 29 dicembre apertura straordinaria della Galleria d’Arte con visite guidate alla mostra dalle 9 alle 13.