L’Oratorio della Parrocchia San Matteo di Giostra come simbolo di una periferia che vuole essere protagonista. È stata questa la sede dell’Esecutivo provinciale della Cisl Messina che vive sul territorio la sua mission di sindacato accanto alla gente.
«Il sindacato deve stare tra la gente, dove c’è bisogno e dove si rivendicano condizioni economiche e sociali migliori. E qui si comprende bene come l’operazione di risanamento di questa città è una straordinaria opportunità di lavoro e di qualificazione sociale prima ancora che urbanistica», ha detto il segretario generale Tonino Genovese.
«È un lavoro che parte da lontano – ha aggiunto il segretario regionale Sebastiano Cappuccio – e che ha avvicinato la nostra organizzazione sul territorio, dove c’è il bisogno e dove c’è bisogno del sindacato».
Vertenze ed occupazione sono state al centro dei lavori. «Messina – ha detto Genovese – per scelte incomprensibili è stata vocata al consumo e le grandi vertenze sulle aziende che si occupano di distribuzione e commercializzazione sono la testimonianza della condizione di difficoltà e della fragilità di sistema difficile da recuperare se non si immagina una revisione di cosa rende produttivo il nostro territorio».
Sulle ex Province, il segretario generale ha ricordato come «si deve risolvere problema non solo per i lavoratori ma per le opportunità che ci sono. Le azioni del sindaco De Luca – ha detto – ancorchè eclatanti, hanno la sostanza di pretendere una soluzione che non sia tampone ma strutturale. Le province devono essere utilizzate come volano, e non come palla al piede».
«Anche oggi ci sarà un incontro in sede regionale – ha aggiunto Cappuccio – per capire le difficoltà, l’emergenza e qual è il progetto sulle ex province. C’è l’esigenza di far comprendere anche il ruolo importantissimo che hanno, dalla viabilità, alla scuola, socialità e sanità e il Sindacato si sta spendendo a 360 gradi».
Ma l’Esecutivo è stato, soprattutto, l’occasione per fare il punto della situazione sul percorso del SalvaMessina, con un’attenzione particolare alle azioni previste dal Piano di riequilibrio. «A che punto sono?», chiede Tonino Genovese, «quelle poste in essere stanno mantenendo le previsioni di impegno finanziario o no?». Il segretario generale della Cisl Messina lancia un appello alla chiarezza e alla trasparenza chiedendo di conoscere a che punto sono le «transazioni con i creditori, le azioni poste in essere per contrastare le elusioni del pagamento delle tasse comunali e dei tributi alle partecipate».
Tanti i temi sul tavolo, compresa la ristrutturazione dei costi che investono il Comune e le società partecipate, la riorganizzazione della macchina comunale. «Ci sono ritardi nella riorganizzazione degli uffici e delle funzioni dove, in particolare sull’allocazione della Polizia Municipale nell’assetto organizzativo, riscontriamo delle criticità in un organigramma che non è organico ed omogeneo, immaginato più sugli uomini che sulla funzionalità e che non garantisce lo snellimento delle procedure. Si deve definire, inoltre, l’utilizzo delle risorse da destinare alle progressioni orizzontali del personale e bisogna individuare una soluzione per i concorsisti dei vigili urbani», ha detto Genovese che ha anche commentando con soddisfazione la «positiva conclusione delle procedure per la stabilizzazione del personale precario».
Sulle partecipate, il segretario generale della Cisl Messina ha fatto un’analisi specifica azienda per azienda. A cominciare da Messina Social City «dove – ha evidenziato – è palese il ritardo. Si è creata un’impasse negli elementi fondamentali: la mancanza della figura del direttore generale, la definizione della long list, la mancanza del regolamento dell’ufficio dei servizi, l’allineamento dei servizi ai bisogni dei cittadini. E restano da definire, tra le altre cose, gli assetti organizzativi che portano all’utilizzo funzionale ed ottimizzato del personale in atto in servizio e della strada da seguire per dare una soluzione a coloro, ex 328 ed ex Casa Serena, che al momento sono rimasti fuori dal percorso di assorbimento nella Social City».
Ma anche sulla Social City, per la Cisl è necessario e fondamentale l’approfondimento sulle partite finanziarie: «Vogliamo sapere se l’attuale assetto organizzativo è funzionale, se la previsione finanziaria ipotizzata è stata soddisfatta sia attraverso le risorse comunali che quelle extra bilancio comunale per dare garanzie ai lavoratori e conseguentemente ai servizi per la comunità».
Su MessinaServizi, la Cisl è in attesa di conoscere un ulteriore approfondimento richiesto in merito all’applicazione della legge Madia «e – ha affermato Genovese – quindi alla possibilità di mantenere l’attività in capo a Messina Servizi con l’eventuale attribuzione di eventuali nuovi servizi».
Ma il segretario cislino ha posto l’attenzione su un altro aspetto che rischia di creare malcontento a breve in azienda. Il ritardo sull’avvio del servizio della raccolta a domicilio rispetto ai tempi programmati rende impossibile il raggiungimento della soglia del 65% per la raccolta differenziata che farebbe scattare il premio di retribuzione concordato per i lavoratori. «È necessario – ha detto Genovese – un incontro per spostare in avanti questa data. Non essendo ancora partito il servizio, i lavoratori non hanno potuto contribuito al miglioramento e non possono essere penalizzati per responsabilità non proprie».
Sull’ATM, Genovese non è voluto entrare nel merito del funzionamento del servizio ma ha evidenziato come i ritardi per le procedure di avviamento di nuovi autisti «non stanno aiutando la buona qualità del servizio stesso. Va ridefinito il modello organizzativo e vanno accelerate tutte le procedure per addivenire, subito, alla messa in liquidazione dell’attuale Atm e la costituzione della nuova Atm spa». Il nodo, per la Cisl, è sulla tempistica perché le procedure da porre in essere non sono semplici né si possono completare in poche settimane «e quindi – ha detto Genovese – si corre il rischio di spostare tale processo ad una data non a breve, con tutti quelli che sono i problemi, i vincoli ed i limiti finanziari che hanno compromesso l’attuale azienda». E sulla revoca dello sciopero, Genovese ha commentato «positivamente la decisione, arrivata anche da Cgil e Uil, a conferma della bontà dell’impianto che abbiamo contribuito a costruire».
Anche su AMAM la Cisl registra ritardi rispetto alle azioni previste sul piano di riequilibrio. «Serve accelerare – ha aggiunto Tonino Genovese – per la definizione del nuovo assetto organizzativo, della dotazione organica e le modalità di assorbimento del personale precario, ex Agrinova e letturisti». Ritenuto positivo, invece, l’incremento della dotazione organica con le assunzioni delle nuove figure professionali necessarie, la stabilizzazione del personale storico (ex Cea) e le procedure per il governo di Amam come gestore del servizio per ATI e il piano degli investimenti infrastrutturali, per l’impiantistica e per la captazione di nuove fonti idriche.
Dopo il dibattito costruttivo promosso dai segretari generali delle Federazioni, il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, nel suo intervento ha messo in evidenza il tema delle infrastrutture «sul quale come Cisl, nel corso del recente convegno, abbiamo svolto un’analisi delle difficoltà in termini spesa e realizzazione con la nostra proposta di allargare e consolidare una cabina di regia che faccia punto della situazione e metta in campo tempi per la realizzazione delle opere e per la sburocratizzazione dei percorsi che li hanno penalizzati».
Cappuccio ha, quindi, anticipato i contenuti della manifestazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil per il 22 giugno a Reggio Calabria. «Una manifestazione per il Mezzogiorno, non in termini rivendicativi ma per dire che se non cresce e si rilancia il Sud, non si rilancia l’intero Paese. Il 22 giugno il Sud lancerà la proposta di ricongiungerlo all’Italia attraverso infrastrutture, lavoro, occupazione, con investimenti che guardino al Mezzogiorno come elemento di crescita del nostro territorio».
«Non rivendichiamo le cose che mancano – ha aggiunto Genovese – ma quelle che servono e cioè una rete infrastrutturale che connetta la Sicilia all’Italia. Per questo il 22 giugno a Reggio Calabria non è un’iniziativa fine a se stessa, ma si mette il Mezzogiorno al centro dell’agenda politica italiana».