paolo-chilleUna battaglia difficile, una cura costosa d’oltreoceano, un obiettivo che sembrava inaccessibile e che, eppure, la solidarietà dei messinesi stava cercando di far raggiungere a tutti i costi. Si conclude amaramente la lotta per la vita di Paolo Chillé, che stava coinvolgendo l’intera cittadinanza e anche generosi donatori esterni.

Dopo il triste annuncio di domenica sera sulla pagina Facebook ufficiale di raccolta fondi, martedì mattina si è svolta la commovente cerimonia in cattedrale cui ha partecipato una folta moltitudine di messinesi. Duecento i partecipanti ammessi all’interno del duomo, mentre all’esterno attendeva il feretro una folla di concittadini commossi. A celebrare la messa padre Enzo Maestri, parroco di S. Maria della Consolazione di Gazzi, insieme a padre Pietro Scolaro che ne ha ricordato le qualità umane.

funerale-paolo-chille-2Si spegne così, a soli ventotto anni, il giovane Paolo soprannominato “l’eroe” per la sua incessante battaglia e per l’incrollabile amore per la vita.

Numerosi e sentiti messaggi di cordoglio sono giunti alla famiglia, segno di una città che aveva contribuito e sperato fino all’ultimo nella salvezza del ragazzo.

Centocinquantamila euro raccolti nel sostenere le sue cure sperimentali in America, a fronte sei seicentomila euro necessari, ma complicazioni subentrate ne avevano rallentato la terapia, come la perforazione all’esofago causata dalle ripetute sedute di radioterapia.

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Le ultime notizie fornite risalivano ai primi di giugno, con la narrazione di una necessaria alimentazione tramite flebo per quasi un mese, in attesa che la perforazione si chiudesse e si potessero riprendere le terapie statunitensi. Ma purtroppo è giunto il tragico epilogo.

Vogliamo concludere con le parole di speranza pronunciate dal giovane Paolo, con il suo dolce sorriso che tanto lo caratterizzava: «C’è tanto calore. Veramente io mi sento circondato da tante persone, mi sento protetto dalle persone. Io cerco di affrontarla più positivamente possibile. Sempre nella vita ho fatto così, non solo nella malattia. Per me se una cosa va male, cerco quell’appiglio positivo che mi possa permettere di andare avanti. Io non riesco a prendere la vita negativamente, perché per me la vita è un dono troppo bello e non deve essere sprecato».

Un grande insegnamento di vita, entusiasmo e coraggio per tutti.

Cristina Trimarchi

 

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