Uno degli elementi fondamentali di una terapia vincente è la diagnosi precoce della patologia, ed oggi più che mai l’incombente pandemia da Covid-19 ha richiesto la rilevazione veloce del virus quale fattore determinante nella cura di coloro che ne sono affetti e nella prevenzione di ulteriori contagi. Per tale motivo l’Azienda Ospedaliera Papardo ha recentemente attivato dei test di individuazione rapida del gene N dell’ormai noto Coronavirus.
Dopo il tempestivo avvio di attività di screening atte a valutare lo stato immunitario del paziente, è da qualche giorno usufruibile una procedura di rilevazione della durata di soli venti minuti presso il laboratorio di Patologia clinica dell’ospedale. Ciò contribuisce a velocizzare l’individuazione dei casi sospetti e la loro cura, così come indicato dal Primario di Patologia Clinica, Giuseppe Falliti: «Tale attività sta contribuendo a defatigare la mirabile attività degli operatori della Virologia e ad accelerare il ricovero dei pazienti critici che arrivano al Pronto Soccorso».
Con l’avvicinarsi della tanto attesa Fase 2 si richiede così un nuovo protocollo sanitario pronto a fronteggiare le imprevedibili conseguenze della riduzione della quarantena, seguendo le indicazioni emanate in merito da parte dell’Assessorato Regionale alla Salute. Le direttive prevedono test sierologici quantitativi non solo sui medici operanti nei Covid-Hospital, ma sull’intero personale sanitario appartenente ad ospedali pubblici e privati.
Questo screening risulta necessario in quanto rivolto ad un bacino di soggetti più a rischio a causa delle maggiori probabilità di infezione, specialmente per coloro che lavorano presso le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) ormai tristemente note dalla cronaca odierna. Tale bacino include ovviamente anche i pazienti anziani affetti da patologie preesistenti, come indicato dalle direttive assessoriali.
Pertanto, anche l’ospedale Papardo ha attuato lo screening interno richiesto, primariamente rivolto al personale del reparto di Oncologia per poi procedere seguendo il programma cronologico fissato dal Dottor Giuseppe Ranieri Trimarchi, Direttore Sanitario della struttura.
Dopo quarantotto decessi in città e provincia, attualmente sono novantatre i soggetti ricoverati a Messina, seconda provincia siciliana con 376 casi di contagio su un totale di 3085 positivi. Un dato confortante è rappresentato dal boom di guarigioni, aumentate in un solo giorno di ventisei unità.
In attesa del prossimo lunedì 4 maggio, data in cui vi sarà un allentamento nelle vigenti restrizioni alla libertà personale, qualsiasi pronostico risulta imprevedibile. Ma certamente la rilevazione precoce degli infetti resta sempre la modalità migliore nel prevenire il dilagare dell’epidemia, così come dimostrato positivamente dal modello veneto ed emulato sinora dall’alta percentuale di tamponi effettuati in Sicilia.
Cristina Trimarchi