rai1Proseguono le critiche dei cittadini e la gogna mediatica in merito al discusso corteo funebre di Rosario Sparacio, fratello dell’ex boss messinese Luigi, avvenuto sabato scorso violando le restrizioni nazionali contro l’epidemia Covid-19. Dopo la narrazione di questa scabrosa infrazione alla quarantena e ai divieti di assembramento da parte di vari giornali italiani ed esteri, venerdì è giunto il turno di “Storie Vere”, trasmissione mattutina di Rai 1 che ha ritratto negativamente la città di Messina.

«Durante la trasmissione si parla di vergogna a Messina, con parole che esprimono una condanna morale e lasciano intendere che nella città dello Stretto vi sia l’abitudine a violare le regole, come la stessa conduttrice preannuncia lanciando il servizio» contesta il primo cittadino Cateno De Luca, intenzionato a querelare il programma condotto da Eleonora Daniele. «Per l’ennesima volta dunque la Rai confeziona un servizio falso, riportando le notizie in modo tendenzioso, non solo discostandosi dai fatti, come rappresentati nelle immagini, ma aggiungendo anche particolari del tutto falsi pur di screditare per l’ennesima volta Messina e i suoi cittadini» prosegue contro quelli che lui definisce “mistificatori di professione pagati a peso d’oro dai contribuenti”.

web-tv-okIn difesa della città dello Stretto e della sua immagine così denigrata, il sindaco richiama l’Ordine dei Giornalisti e la Commissione di Vigilanza della Rai al fine di difendere i messinesi, e i siciliani in generale, dall’arcaico stigma del terrone mafioso e tendente all’illecito. Fake news che menzionano un “funerale” anziché un corteo funebre e la presenza di “duecento persone” anziché un gruppo di familiari e amici durante l’accompagnamento della salma al cimitero. Un corteo spontaneo non autorizzato e non legato ad alcuna celebrazione religiosa, cui complessivamente ha preso parte una trentina di persone che hanno seguito il percorso fino all’esterno del cimitero. Ciò è stato accertato dalla Polizia Municipale e a riguardo indaga la Procura.

De Luca afferma la sua contrarietà ad accettare un eventuale spazio televisivo per chiarire nuovamente la vicenda e ribadisce l’attività diffamatoria subita più volte dalla stampa nazionale: «La tv di Stato non perde occasione per denigrare Messina, come già accaduto con precedenti servizi sul Tg1, dove pur di non dare ragione al sindaco De Luca, che chiedeva controlli più serrati nello Stretto e l’utilizzo di una banca dati per prenotarsi ed evitare gli assembramenti e gli arrivi di massa, ha confezionato un servizio dove si negavano le presenze di numerose auto, facendo vedere una nave ferma».

Parole forti quelle del sindaco, che intende ribadire la sua lontananza dagli ambienti malavitosi, come supposto da vari giornalisti in relazione a una sua eventuale autorizzazione al corteo di sabato scorso. «Ho già espresso più volte il mio disgusto per la mafia e il desiderio che la mia Amministrazione e Messina non siano più accostati a queste storie dalle quali prendiamo ancora una volta la distanza». Questa la sua ferma conclusione.

Cristina Trimarchi

 

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