Politiche abitative: a quando uno specifico bando per la mobilità negli alloggi popolari? “Si vari uno specifico bando per la mobilità negli alloggi popolari per tutte qu elle famiglie le cui esigenze iniziali all’atto dell’assegnazione dell’alloggio siano mutate nel tempo”. E’ quanto chiede all’Amministrazione il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consi glio Comunale Libero Gioveni. Ho sempre sostenuto e rappresentato negli anni – spiega Gioveni – la reale esige nza di parecchie famiglie che, già assegnatarie di alloggi popolari, si ritrovan o ad affrontare diversi disagi di natura abitativa per mancata corrispondenza de ll’alloggio destinato alle necessità personali e familiari. Le cause di questi disagi – prosegue il consigliere – sono molteplici e si ricon ducono principalmente in: 1) situazioni di sovraffollamento o sottoutilizzazione rispetto allo standard a bitativo; 2) inidoneità oggettiva dell’alloggio occupato, che non garantisce condizioni di vita e di salute appropriate per la presenza, nel nucleo familiare, di componen ti anziani, di portatori di handicap, o di persone comunque affette da gravi dis turbi prevalentemente di natura motoria; 3) esigenze di avvicinamento al luogo di lavoro, o di cura e assistenza qualora si tratti di anziani o persone diversamente abili; 4) ulteriori motivazioni di rilevante gravità. Ritengo fondamentale, quasi al pari del bando per l’assegnazione di alloggi dal quale i primi 25 nuclei dei 51 complessivi della graduatoria attendono ancora le chiamate dal Dipartimento politiche della casa ─ sottolinea l’esponente di FdI ─ in relazione alle suddette restrizioni e contesti o a un’eventuale variazione dei requisiti originari, questo bando da parte dell’Amministrazione che deve dar e attenzione alle necessità di numerosi nuclei che nel corso del tempo hanno mod ificato le loro peculiarità, così come avviene in molte altre città italiane; ba ndo che si dovrebbe basare su un programma di mobilità dell’utenza in seno al pr oprio patrimonio edilizio disponibile, da effettuare sia attraverso il cambio de gli alloggi assegnati, sia mediante l’utilizzazione delle unità abitative resesi disponibili. È evidente come tale programma ─ conclude Gioveni ─ dovrà poi essere finalizzato alla stesura di una graduatoria formata dagli assegnatari aspiranti alla mobili tà, ai quali tuttavia, a mio avviso, si potrebbe continuare a mantenere l’opzion e (come per altro bonariamente si fa o si è fatto in passato) per lo scambio con sensuale di alloggi, qualora questo servisse a soddisfare tutte le esigenze mess e in campo dagli inquilini interessati al “baratto”.