CMdB: Diritto allo studio, diritto alla sicurezza: riconoscere entrambi senza populismo e demagogia. Piglio da padroncino, parole cadenzate stile ordini militari, tono di comando con qualche urlo qua e là, provvedimenti drastici, immediati, da caterpillar: questo ci pare essere lo stile che il neosindaco ha deciso di adottare, costruendosi in poche settimane quel personaggio decisionista che piace alla pancia di molti. “Adesso arrivo io e sistemo tutto” sembra essere il suo motto; ma purtroppo, fino ad ora, non lo abbiamo visto far altro che “scoprire l’acqua calda” e cercare di intimorire tutti con minacce di castighi, perché tutti hanno uno scheletro nell’armadio. Il copione si ripete su molte questioni, anche cruciali.
Una che avevamo compreso subito fosse destinata a far parlare tanto è quella della chiusura, tramite ordinanza, di tutti i plessi scolastici. Ed anche le fasi dello schema le avevamo immaginate: pugno duro, ordini ferrei e drastici, poi, passo indietro personale con scaricamento di responsabilità sugli altri (Prefetta, Dirigenti comunali e scolastici). Risultato? Un quadro desolante emerge dalle relazioni tecniche, lui si fa l’eroe e con la “sciacquazza” mediatica si prende un po’ di articoli di giornale, presidi e docenti stanno per giorni nella suspance di non poter riaprire, rischiando di sottrarre a bambini e ragazzi il diritto allo studio – o di dover costringere famiglie ai disagi di tripli e quadrupli turni: un delirio. Infine, la delibera 458 approvata ieri, che modifica l’ordinanza della chiusura di tutti in plessi e ne genera un’altra, in cui si distinguono le poche scuole a norma (dove la “norma” è spesso il possesso materiale di alcuni certificati) dalle moltissime che non lo sono, e per quelle che lo sono parzialmente prevede il sistema dei turni.
Ora, è evidente come la questione sia di capitale importanza: abbiamo l’obbligo di garantire che gli studenti svolgano le loro attività in sicurezza, a maggior ragione in una zona ad alto rischio sismico, ma vorremmo provare a leggere cosa c’è sotto polverone il sollevato da De Luca, e per farlo non possiamo non rendere noto, ancora una volta, il lavoro enorme svolto anche su questa questione dalla precedente amministrazione. L’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle verifiche di vulnerabilità sismica su edifici scolastici è del marzo 2003 e obbligava le amministrazioni ad effettuare le verifiche sismiche in tutte le scuole di loro proprietà entro il 2010: ma al momento dell’insediamento dell’Amministrazione Accorinti solo 2 scuole comunali su 112 avevano effettuato verifiche e successivi lavori di adeguamento sismico.
Anno 2015 | Verifiche su 3 edifici scolastici + lavori di adeguamento sismico sulla scuola “G.Leopardi” |
Masterplan: destinati 3.040.000 euro al programma per verifica vulnerabilità sismica in tutte le scuole comunali nell’arco di 3 anni | |
2017 | Avviate, con 2 distinti bandi, verifiche sismiche in 18 edifici scolastici |
2017-2018 | Ammessi a finanziamento 24 edifici scolastici con bando Assessorato Regionale e 10 con fondi MIUR |
Questi dati fanno emergere come l’Amministrazione Accorinti, partendo da una situazione di sole 2 scuole su 112 (1,8%), abbia avviato una concreta programmazione con le risorse necessarie per arrivare entro il 2018 alla verifica sismica su altre 55 scuole (3+18+24+10) ovvero circa il 50% del totale, percentuale in linea con la situazione delle altre realtà della nostra nazione.
Contestualmente al lavoro di progettazione per ottenere finanziamenti, la precedente Amministrazione ha avuto ripetute interlocuzioni sulla questione della sicurezza scolastica con la Prefettura, l’ANCI, l’allora Ministro competente, in particolare per la richiesta di una proroga sul conseguimento dei certificati di prevenzione incendio (di fatto mai arrivata: sono ancora il 60% le scuole in Italia non a norma!).
Situazione CPI (Certificazione Prevenzione Incendi) al 13 febbraio 2018: necessari 27.540.000 euro per l’esecuzione di tutti i lavori |
n.6 plessi (La Pira 1, Pajno, Passamonte, Montepiselli elementare, Battisti, Mazzini media): realizzati impianti antincendio, occorre conseguire SCIA |
n.6 progetti finanziati (Martino, Bisconte, L.Da Vinci, Beata Eustochia, Giampilieri Sup., S.Lucia sopra Contesse media); in corso procedure di affidamento progettazione esecutiva o appalto lavori |
n.3 progetti (Tremestieri 1, Giovanni XXIII, Gallo-Mazzini) inseriti nel PON FESR 2014-2020 |
n. 2 progetti (Boer, Galatti-Cannizzaro): in corso procedure affidamento progetto |
n.11 progetti definitivi approvati, occorre reperire finanziamenti (800.000 euro) per progettazione esecutiva ed appalti |
n.22 plessi: richiesto impegno sul fondo di rotazione per affidamento incarichi progettazione |
È, infine, solo durante l’Amministrazione Accorinti che Messina figura nel rapporto annuale di Legambiente “Ecosistema Scuola”: prima non venivano raccolti dati, né inviati i questionari.
Cosa fa o ha De Luca in più rispetto al sindaco Accorinti e agli Assessori Pino e Alagna? Probabilmente il bisogno di crearsi un profilo mediatico di un certo tipo. In meno, certamente, il senso di responsabilità che un buon amministratore dovrebbe avere: un sindaco attua provvedimenti, non si limita a lanciare allarmi tramite ordinanza aspettando che qualcun altro gli risolva il problema e intanto lavandosene le mani. Un’operazione così drastica come la chiusura di tutti i plessi scolastici (peraltro con l’ipocrisia di tenerla aperta al personale, come se eventuali rischi toccassero solo gli studenti e non chiunque ha continuato a stare sotto quei tetti) non si fa con ordinanza sindacale senza prima una relazione tecnica o il parere dei vigili del fuoco, a meno che non sia tutta una sceneggiata per apparire come eroe dalla voce grossa e il pugno duro, salvo poi sottrarsi alle responsabilità delle conseguenze.
Da sempre Cambiamo Messina dal Basso esprime preoccupazione per una diffusione del concetto di sicurezza sempre più declinato nei termini della difesa dal “diverso” e sempre meno in quelli della sicurezza di strade, scuole, ospedali, territori. E’ evidente, dunque, che la questione vada posta, ed anche urlata, in tutte le sedi, per chiedere una conversione della politica a livello nazionale con ricadute su Regioni e Comuni.
Ma, dato l’esito prevedibile di questa vicenda messinese, riteniamo più che legittimo il sospetto che lo schema deluchiano del “faccio casino, ti creo il disagio, poi faccio un passo indietro e tu tiri un sospiro di sollievo, intanto io sono apparso come eroe prima deciso e poi comprensivo e misericordioso, e se problemi aperti restano, sono affari di altri” si stia ancora una volta ripetendo: motivo per cui alla preoccupazione sulla sicurezza degli studenti di tutta Italia sommiamo quella per la sempre più preoccupante deriva populista di una politica che crea confusione tra un sano, coraggioso, responsabile e coerente spirito di protesta verso le ingiustizie, e il caricaturale scalpitare sconnesso di chi si mostra spavaldo e forte, facendo credere che sia quello il modo di ottenere le cose, e scaricando la responsabilità finale (nello specifico, quella su doppi e tripli turni) a presidi e genitori.