All’ATM serve coraggio per un progetto serhio: trasformarla in holding per gestire tutto il sistema trasporti. Sulla raccolta rifiuti: eliminare sprechi e incrementare la differenziata. Sarà ancora Vincenzo Testa a guidare la FIT Cisl di Messina. Testa, giunto al terzo e ultimo mandato, è stato eletto nuovamente segretario generale della Federazione Trasporti della Cisl dai delegati al X Congresso provinciale che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Messina alla presenza del segretario regionale Amedeo Benigno e del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese.

 Eletti in segreteria provinciale anche Domenico De Domenico e Rosaria Perrone. Un Congresso dai contenuti interessanti quello della Fit per i diversi fronti caldi che vivono i settori di rappresentanza della Federazione Trasporti. Tante vertenze che Vincenzo Testa ha affrontato nella sua relazione di apertura dei lavori, a cominciare da una constatazione amara. “La mancata realizzazione del Corridoio 1 Berlino-Palermo, la mancanza di un vero sistema infrastrutturale moderno ferrovie, autostrade, porti e grandi opere come il Ponte sullo Stretto, il costante taglio dei fondi Statali al cosiddetto Servizio Universale, l’azzeramento di quasi tutti i collegamenti ferroviari Nord-Sud e la riduzione a 2 unità del numero delle navi impegnate per l’attraversamento dei treni sullo Stretto di Messina. Scelte scellerate in cui a pagare è stato il nostro territorio. Abbiamo perso oltre 1500 posti di lavoro, tra ferrovieri e aziende dell’indotto, mentre l’Amministratore Delegato delle Ferrovie Moretti continuava a spostare tutti gli investimenti ferroviari disponibili sull’Alta Velocità e continuava a inaugurare nuove tratte ferroviarie, con costi per Km. mediamente tripli rispetto a quelli di Francia e Spagna, penalizzando il Sud e la Sicilia in particolare. Il tutto nel più religioso silenzio della Giunta Lombardo”.

Quindi un nuovo affondo del segretario della Fit messinese: “L’ipotizzata costruzione del ponte ha dato l’alibi al gruppo Ferrovie dello Stato di non investire più nemmeno un euro, né sull’infrastruttura ferroviaria a terra, né sul naviglio impiegato sullo Stretto, decimando la flotta impegnata per il trasporto ferroviario passato da 6 a 2 unità, tagliando di conseguenza, treni passeggeri Nord-Sud passati da 28 a 10, di cui uno solo per Milano. Ma c’è ancor di più, perché senza disponibilità di navi attrezzate per il trasporto delle merci su ferro, si è prima preferito e poi dovuto, spostare tutto il trasporto delle merci dal ferroviario al gommato, con conseguente notevole aggravio dei costi di trasporto, in quanto al già grosso divario iniziale di costi per tonnellata trasportata, dovuti alla distanza, si sono poi dovuti aggiungere tutti i rincari del prezzo del gasolio e del traghettamento, con il risultato finale di aver fatto perdere altra competitività alle nostre Aziende. Nasce da qui – ha sostenuto ancora Testa – l’esigenza di ammodernare il sistema di mobilità dell’isola diversificando i vettori, specie quelli per le merci, per abbassare i costi e aumentare la competitività dei nostri prodotti. Messina, in questa ottica, dovrà governare e non farsi governare dai flussi di traffico, se non vorrà rimanere ancora una volta soffocata dai TIR, come purtroppo sta nuovamente accadendo in questi ultimi mesi. Il parziale inutilizzo degli approdi di Tremestieri per consentire l’esecuzione di alcuni lavori ha dato l’opportunità ai due principali vettori di trasporto gommato a riportare la quasi totalità delle corse rispettivamente su Rada S. Francesco e sugli imbarcaderi delle Ferrovie. Sembra essere ritornati indietro nel tempo, come negli anni che avevano fatto scattare le ordinanze del Governo Nazionale sull’emergenza traffico TIR a Messina. Bisogna accelerare l’iter per l’inizio dei lavori del nuovo Porto di Tremestieri – ha continuato il segretario della Fit – e vanno riqualificate e utilizzate al meglio le immense aree ferroviarie oggi sotto attacco

speculativo da parte dei soliti potentati economici. Il Porto deve diventare fonte di ricchezza e sviluppo per la città, quindi si dia seguito senza tentennamenti al progetto che prevede l’allungamento delle banchine sino all’area antistante la Fiera, all’interno della quale va costruito il vero terminal crocieristico, capace di dare risposte a tutte le esigenze dei croceristi, compresa quella di visitare la città. Anche la Rada S. Francesco dovrà essere liberata e utilizzata (come da progetto) per attività connesse e alla navigazione da diporto. Una scelta che può fare di Messina uno dei più importanti scali turistici del Mediterraneo, ma stranamente negli ultimi mesi nessuno parla più di queste cose”.

Testa ha toccato anche il capitolo delle Partecipate del Comune, ritendendo necessario avviare “qui più che in altre città, una forte politica di razionalizzazione della spesa pubblica e di lotta agli sprechi”.

“Il risanamento – ha ricordato – passa necessariamente attraverso il pagamento dei debiti pregressi, ma deve tenere conto anche dal nuovo obbligo di legge che impone ai Comuni il pareggio di bilancio, che in pratica si traduce in “meno soldi per tutti”. Atm e Messinambiente dovranno veramente a fare i conti con questi nuovi scenari. Da sette anni almeno, sosteniamo che a queste condizioni operative l’ATM non ha un futuro, abbiamo avanzato proposte concrete ma mai ascoltate. Si preferisce mantenere l’Azienda Trasporti come “dependance” della Politica, con incarichi di sottogoverno che servivano ad accontentare politici non eletti e funzionari. Non si mai pensato di affrontare il problema del risanamento dell’Azienda per paura di perdere consenso politico. Oggi che la situazione sembra essere degenerata al punto che non si riesce più neanche a pagare gli stipendi, l’ATM, con i suoi oltre 40 milioni di debiti, senza bilanci approvati, con il peso dei suoi 600 dipendenti e con solamente 20 autobus in circolazione, è sicuramente un’Azienda senza futuro. Adesso, il presupposto fondamentale per partire con il risanamento dell’ATM è quello dell’adeguamento alle nuove disposizioni di legge in materia di trasporto pubblico locale e quindi della trasformazione in S.p.A., requisito di legge senza il quale non si può più usufruire dei contributi regionali. Il dibattito in corso sulla forma societaria se misto, pubblico/privato o interamente pubblica, non ci appassiona più di tanto, considerato che le norme di legge in materia parlano chiaro. Quello che ci interessa di più è invece, conoscere la tempistica per la sua trasformazione e quale sorte si vorrebbe riservare ai lavoratori, che ribadiamo ancora una volta non potrà essere quella della messa in mobilità del personale.

Per assicurare il futuro e garantire a tutti la piena occupazione si dovrà necessariamente allargare il raggio di azione delle attività, creando una nuova ATM, la cui missione non può continuare ad essere quella del passato, ossia solo Tram e Bus, ma quella di una “holding” che in compartecipazione con altri, si faccia carico di tutte le attività connesse al sistema della mobilità del territorio, che dovrà inglobare tutte le attività interne all’azienda, a partire dalla manutenzione di bus – tram, linea tranviaria, semafori, parcheggi, ganasce e carri attrezzi, per poi passare ad un nuovo sistema di

trasporto integrato treno-tram che, utilizzando i famosi collegamenti a “pettine” con i paesi collinari, dia nuova vita alla Metroferrovia Giampilieri – Messina, oggi messa in disparte da Trenitalia. Bisogna pensare alla diversificazione di alcune attività aprendo a nuovi scenari di trasporto, entrando a far parte del lucroso “business” dell’attraversamento dello Stretto, operando scelte del tipo di quelle fatte in passato da grandi città come Venezia e Como.

E’ indubbio che per far ciò bisognerà fare ricorso a una massiccia riconversione professionale del personale. Riteniamo, però, che in momento così drammatico per il futuro dell’Azienda e per il mantenimento dei posti di lavoro, questo possa essere considerato il male minore e non ci tireremo indietro nell’affrontare questa sfida epocale”.

Altro versante caldo è rappresentato dalla raccolta dei rifiuti. “Un settore – ha detto Testa – da anni in perenne emergenza a causa di leggi non sempre all’altezza di governare un contesto operativo delicatissimo sotto tutti i punti di vista. Un problema controverso e travagliato che negli ultimi anni è stato sottoposto a vari esperimenti, dall’istituzione delle ATO alla previsione e quasi realizzazione dei termovalorizzatori, per poi cancellarli, senza però aver previsto altri sistemi di smaltimento alternativi. Aspettando la TARES e in attesa che il Governo Regionale definisca la Riforma delle ATO, ma anche la delicata materia dello smaltimento e della gestione delle discariche, bisognerà intanto incrementare la raccolta differenziata, considerato che ad oggi nella nostra Provincia le percentuali sono ben distanti sia dalle medie nazionali, ma anche da quelle di altre province dell’isola visto che non si riescono a raggiungere neanche valori del 10%. Questa sarà la sfida che ci aspetta per i prossimi anni”.

Il segretario regionale della Fit Amedeo Benigno ha reiterato la denuncia lanciata ieri sul taglio dei treni dalla Sicilia dal prossimo orario che entrerà in vigore tra un mese. “E’ paradossale – ha detto Benigno – che Mentre Regione e Ferrovie dello Stato organizzano la firma di un protocollo che sostituisce il contratto di servizio, l’azienda fa sapere che dal prossimo 10 marzo taglierà 105 treni. Il sistema ferroviario è fondamentale per il rilancio del territorio messinese e della Sicilia, abbiamo la necessità di lanciare proposte su trasporti e ambiente. E’ necessario creare un bacino provinciale che affronti i problemi del trasporto pubblico locale, comprese autolinee pubbliche e private, perché è indispensabile fare sistema”. E a proposito di trasporto pubblico, Benigno ha approfondito la situazione dell’Atm di Messina. “Non appena verranno risolti i problemi del Comune di Messina – ha sostenuto Benigno – si deve intervenire sull’eliminazione delle cose che non servono. Occorre sistemare subito la questione NewCo, inserendo nella nuova società tutte le attività dell’Atm e degli autoservizi che possono dare produttività. Il problema è legato, invece, alla mancanza dei mezzi. C’è un disastro all’Atm, mancano molti mezzi, gli autisti stanno dentro i depositi perché non sanno come uscire e c’è un problema anche di rifornimento dei mezzi stessi”.

Ultima battuta di Benigno sui rifiuti: “Il settore rifiuti sta scoppiando – ha concluso – ed è incomprensibile che i sindaci non vogliano applicare la circolare del presidente della Regione del 29 dicembre scorso”.

“Ancora una volta – ha detto Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina – si alza forte il grido sui trasporti in Sicilia e soprattutto a Messina che rappresenta un vero hub naturale. A fronte delle denunce della Cisl e di apprezzabili sostegni di alcuni politici del nostro territorio, la realtà disegna sempre lo stesso scenario. Manca una politica dei trasporti in Sicilia, ma anche nei pochi spunti proposti Messina non è inserita. Messina, quindi, non esiste come se fosse un piccolo paese di montagna. Continuiamo ancora ad alzare la voce e rivendicare i trasporti necessari, presupposto indispensabile per ogni ipotesi di crescita e sviluppo per il territorio. A fronte di ciò – ha continuato Genovese – assistiamo a mancate scelte o colpevoli tolleranze. Come i ritardi nell’esecuzione dei lavori al molo di Tremestieri che ha determinato l’ennesima invasione della città con i TIR. Cosa si aspetta? L’ennesimo decesso per versare lacrime di coccodrilli? Forse si sottovaluta il peso, la portata e i rischi di tutto ciò. O forse ci sfugge qualcosa. Siamo consapevoli che il futuro passa dalla portualità e dalla riconquista del mare e del suo affaccio, così come siamo convinti che salvare Messina significa definire il nodo dei trasporti. Crediamo – ha concluso Genovese – sia arrivato il tempo delle decisioni, possibilmente condivise ma anche non condivise. Insomma, per Messina è il tempo di decidere o morire”.

 

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