Il coraggio della Partecipazione: con la relazione del segretario generale Antonino Alibrandi si è aperto il XX congresso della Cisl Messina.

L’analisi di Alibrandi. Nella sua relazione valori, opportunità, giovani e sviluppo, attrattività, territorio, dissesto e risanamento, infrastrutture e Ponte sullo Stretto, periferie, anziani e marginalità».

Domani l’elezione della segreteria provinciale che guiderà il sindacato per i prossimi quattro anni.

La partecipazione, i giovani e il lavoro, legalità e sicurezza, conciliazione vita lavoro, formazione e istruzione, politiche industriali, transizione energetica e sociale. La povertà e il contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni, l’aggregazione nelle periferie. Ma soprattutto infrastrutture, viarie, digitali, sanitarie, pubbliche e sociali.

Sono solo alcuni dei temi che ha toccato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, nella relazione che ha aperto questo pomeriggio, il XX congresso territoriale che si concluderà domani pomeriggio presso l’Aula Magna “Andrea Donato” del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina al Papardo.

Un pomeriggio aperto dal ricordo di Sara Campanella e delle altre vittime di femminicidio letto da Angela Verso. Decine gli interventi di rappresentanti istituzionali ed ospiti, di particolare commozione quella del primario del CCPM di Taormina, Sasha Agati e dei genitori di un piccolo paziente, la conclusione del segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, 200 i delegati provenienti dalla provincia. Il programma dei lavori prevede la ripresa dalle ore 9,30 con il dibattito e le conclusioni del segretario nazionale Andrea Cuccello. Nel pomeriggio, invece, le votazioni per l’elezione del segretario generale e della segreteria della Cisl Messina per i prossimi quattro anni.

La premessa.

Una Organizzazione, la Cisl, fortemente ancorata ai valori fondativi quelli della Dottrina Sociale della Chiesa, consapevole di quanto la partecipazione responsabile, la rappresentanza sociale e la rappresentanza del lavoro, nel continuo mutamento dei contesti storici, economici e sociali, richieda una costante predisposizione non solo alla comprensione di quanto accade in un dato momento, ma anche alla capacità di interpretare per tempo e nel tempo i cambiamenti, ponendo in essere strategie utili ad anticipare e governare, l’innovazione e le transizioni in tutte le sue articolazioni.

Da questo è partito Alibrandi che ha richiamato il tema della partecipazione: «Solo così si può essere attori sociali e protagonisti del cambiamento per accompagnare e sostenere la transizione sociale e lavorativa che stiamo vivendo in questo tempo».

I valori Cisl

«La base valoriale della Cisl è rappresentata dalla prima linea dei sindacalisti di prossimità, impegnati ogni giorno ad incontrare, intercettare e rispondere ai bisogni di lavoratori e cittadini».

Coraggio, Passione, Servizio, Bene comune, Gratuità, Sacrificio, Fratellanza le parole chiave che hanno caratterizzato la stagione congressuale 2025.

Basta paure.

«Apriamo gli occhi, guardiamo la nostra Messina senza lamentarci di tutto e di qualunque cosa», è il monito di Alibrandi. «Un atteggiamento che alimenta soltanto la cultura del “no” o , ancor peggio, la cultura del “a Messina non c’è niente e non si può fare nulla”».

«Siamo convinti, anzi certi, che Messina abbia potenzialità enormi, bisogna accelerare sul cambiamento culturale creando opportunità». È la chiave di volta per il nostro territorio.

Quindi l’appello. «Dobbiamo continuare tessere reti e consolidare rapporti con chi ha la cultura del fare. Bisogna continuare ad essere da stimolo alla politica, mettere da parte la conflittualità che non significa sopprimere il pensiero diverso o omologarsi alle idee o alle visioni di chi governa. Coesione e contrattazione siano la via maestra di questo tempo. Lo sciopero è lo strumento più importante, più alto e più nobile che i lavoratori e le Organizzazioni Sindacali hanno e per questo non va mortificato».

Verso nuove sfide. Arginando la fuga di giovani

Coesione e sinergia, quindi, nel rispetto dei ruoli e delle competenze. «È il vero strumento utile a traghettare il nostro territorio alle sfide dell’innovazione e del futuro per i nostri giovani, ma anche per i nostri anziani, che sempre più rischiano di invecchiare in solitudine e lontani da figli e nipoti che continuano ad andare via. Noi abbiamo il dovere di arginare il fenomeno della fuga in massa di giovani dal nostro territorio. Negli ultimi 10 anni da Messina sono andati via circa 30.000 giovani, uomini e donne, un dato ancora più drammatico però perché dalle informazioni che raccogliamo dai nostri associati: molti ragazzi, infatti, pur vivendo fuori dal nostro territorio già da anni, non hanno mai cambiato la residenza e quindi non risultano nei dati ISTAT».

Andare via non per necessità è il messaggio. «Per aumentare e potenziare conoscenza e competenza, non una costrizione perché nel proprio territorio mancano le opportunità. Il gap che il nostro territorio ha creato in questi anni ha spinto le nostre intelligenze, il nostro futuro a “fuggire”, creando uno spopolamento anche culturale e valoriale». Gli studi ci dicono che se dovesse continuare così tra 73 anni non esisterebbero più abitanti in città.

Dati che, affiancati anche a quelli diffusi dall’Inps con il rendiconto di genere del 2024 dal quale emerge il costante calo demografico nell’ultimo decennio, impongono la necessità di costruire una riflessione comune sugli strumenti utili ad invertire questa tendenza: da un nuovo welfare ai sostegni alle famiglie, alla conciliazione vita-lavoro che non metta, soprattutto le donne, nella condizione di dover scegliere tra famiglia e lavoro.

Attrattività

«Mancano da troppi anni politiche di sviluppo che guardino al territorio provinciale nel suo insieme e che operino per valorizzare tutto l’ecosistema: produzione artigianale e industriale, attrattività turistico-ricreative, religiose, gastronomiche nonché paesaggistiche e storico-culturali. A tal proposito, siamo convinti che il tema principale sia l’attrattività dell’intero territorio».

Territorio e Infrastrutture

Rapporto tra territorio e infrastrutture fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e ambientale.

«L’orografia di Messina fa comprendere come il tema delle infrastrutture oltre ad essere strategico è di vitale importanza per evitare lo spopolamento delle aree interne e la desertificazione del tessuto economico e produttivo di tutto il territorio provinciale. Le infrastrutture modellano il territorio, influenzano positivamente la qualità della vita.  Messina ha caratteristiche uniche, con il suo porto naturale strategico, la posizione strategica al centro del Mediterraneo e le sue potenzialità nel settore industriale, turistico e commerciale. Bisogna riprendere il grande tema dell’area integrata dello Stretto che rappresenta lo strumento per poter, una volta per tutte, riappacificare il rapporto tra mare e terraferma, abbandonato da troppo tempo.

Investire su infrastrutture moderne, sostenibili e integrate significa potenziare il futuro della città e renderla pronta per le sfide dell’innovazione.

Un sistema infrastrutturale degno di questo nome potrebbe rappresentare la cinghia di trasmissione del sistema produttivo rendendolo funzionale e attrattivo con le conseguenziali ricadute positive in termini occupazionali, economici e sociali.

Formazione e competenze

La formazione e l’aumento delle competenze sono strumento chiave, ma serve avviare politiche di incrocio offerta-domanda che diano risposte occupazionali per le mutate esigenze del mondo del lavoro. Assistiamo, infatti, all’assurdo paradosso della difficoltà di far incontrare domanda e offerta per la mancanza di lavoratori con idonee competenze da inserire nei vecchi e nei nuovi contesti occupazionali che il mercato e le aziende richiedono.

Le fragilità

Il territorio sconta forti criticità in comparti fondamentali e strategici: sanità e socio-sanitario, soggetti anziani e fragili, delle disabilità, dei giovani con i problemi legati al lavoro e all’offerta lavorativa, alla qualità del lavoro e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alle periferie territoriali e sociali, alla dispersione scolastica, al disagio giovanile, alla criminalità, all’uso dilagante e preoccupante delle droghe, alle discriminazioni e alle violenze di ogni genere che penetrano il tessuto sociale e le comunità di una società sempre più disorientata e smarrita che si allontana da valori cristiani, etici e sociali.

Periferie

«La Cisl non può ignorare le periferie, territoriali e sociali, anzi deve farsene carico in prima persona per allargare lo spazio dei diritti e ridurre al contempo le situazioni di marginalità.

Con questo spirito abbiamo costruito varie collaborazioni all’interno di alcune aree di periferia, una cooperazione con altri attori sociali come le parrocchie, associazioni, strutture sportive e istituzioni così da avviare un processo di animazione di periferia utile ad aggregare giovani ed anziani, anche insieme, creando spazi di scambio utili alla costruzione di luoghi fisici dove generazioni diverse e considerate lontane possano interagire e arricchirsi vicendevolmente.

L’esempio di come questa modalità possa produrre effetti sociali positivi lo viviamo in alcune delle nostre periferie dove abbiamo avviato progetti di aperture di nuove sedi e ammodernamento delle esistenti per farle tornare ad essere presidi sociali e di legalità.

Le iniziative in campo, per esempio, nel quartiere di Ritiro in collaborazione con la parrocchia di Santa Maria di Gesù superiore e con il CSI – Giovanni XXIII, ne sono state un chiaro esempio che hanno prodotto una sempre più coinvolgente partecipazione della comunità e di aggregazione di tante associazioni che operano in città e nel quartiere».

Allarme droga e truffe anziani

«Il crack al costo di 2.5 € testimonia come la presenza delle associazioni in sinergia con le istituzioni, può essere considerato un deterrente importante. Non a caso, in questa direzione il ruolo attivo della Cisl è stato con grande orgoglio riconosciuto anche dall’Arma dei Carabinieri, che ringraziamo per il sostegno, con la quale abbiamo avviato in città e in tutta la provincia, iniziative di formazione e prevenzione al fenomeno delle truffe agli anziani.

Una collaborazione che sta producendo un grande risultato, che continueremo e contiamo di rafforzare e consolidare su tante altre materie incontrando anche giovani e studenti.

Siamo convinti che il tema della legalità sia la precondizione per rendere libero e attrattivo il nostro territorio, per questo motivo bisogna puntare esclusivamente a coltivare ed alimentare il senso di giustizia e legalità.

La “periferia” sanitaria

Il tema delle periferie incrocia quello della povertà sociale, sanitaria e del sistema di assistenza.  Perché partendo dalla conoscenza della complessa orografia del nostro territorio, periferie vengono considerate spesso anche le aree interne.

In molti casi abbiamo assistito alla chiusura di reparti importanti e strategici per la sopravvivenza di plessi ospedalieri lasciando intere comunità senza presidi di assistenza sanitaria e di punti di emergenza-urgenza in luoghi ad alta densità abitativa.

La provincia di Messina ha una peculiarità tutta unica, dove occorre integrare la presenza pubblica – che deve rimanere prevalente – con il supporto, solo in alcuni ambiti specialistici, della sanità privata convenzionata. A questo aggiungiamo anche le più volte denunciate carenze del sistema di emergenza-urgenza: non è possibile che una ambulanza del 118 debba, nella stragrande maggioranza dei casi, viaggiare senza medico a bordo».

E poi, liste d’attesa e numero unico di prenotazione, la necessità di una riorganizzazione del fabbisogno sanitario, le progettualità Pnrr, Guardie Mediche, medicina del territorio.

Il tema sicurezza nei Pronto Soccorso e la possibilità che gli ospedali siano strutture operative H24 per tutte le prestazioni. «Dobbiamo proteggere la nostra sanità. Non è concepibile continuare a parlare di accorpamenti di ospedali strategici nei rispettivi distretti: ad esempio le strutture di Milazzo e Barcellona dove il bacino di utenza è enorme e dove c’è la presenza di siti industriali ad alta incidenza rilevante di rischio, hanno ciascuno un ruolo ben definito e strategico per il loro territorio di riferimento. Stesso discorso vale per Mistretta, Sant’Agata Militello e Patti. Non è possibile, e come Cisl lotteremo al fianco dei medici, del personale sanitario e delle famiglie dei piccoli pazienti, perdere una eccellenza come quella del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo di Taormina.

Inutile nasconderci, dalla presenza del CCPM dipende anche il mantenimento dell’intera struttura dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, una delle mete turistiche principali del MONDO! che non può essere priva di un punto di riferimento sanitario attrezzato».

Industria e Infrastrutture

Il grande tema dell’industria e delle infrastrutture che alle nostre latitudini si scontra costantemente con tante contraddizioni e luoghi comuni, lavoro o ambiente, il più delle volte eccessivamente ideologiche. Tra chi vuole il lavoro generato da un sistema economico produttivo con un giusto equilibrio tra ambiente, industria, turismo e servizi. E chi invece pensa che questo possa avvenire senza la parte dell’industria, in tutte le sue declinazioni.

«Il risultato sul nostro territorio è sotto gli occhi di tutti: aree industriali e artigianali abbandonate con ripercussioni negative sul tema delle opportunità di lavoro per giovani e meno giovani, difficoltà sulla accessibilità di nuove imprese o startup determinando di fatto una totale assenza di attrattività delle stesse aree, degradate e poco sicure. Stiamo pagando l’assenza di progettazione e di programmazione utili a creare comunità energetiche che possano, con accordi preventivi, fornire energia a basso costo agli insediamenti e alle strutture pubbliche e sociali del territorio dove insistono questi insediamenti. Serve che ci sia la consapevolezza dell’indispensabilità della interconnessione tra i sistemi produttivi, economici, sociali e istituzionali».

Dalla Raffineria di Milazzo, alla A2a, dalla Duferco alla cantieristica navale. «Per gli investimenti che la RAM ha posto in essere dal 2013 al 2023 sono “ricaduti” sul territorio provinciale 855 milioni di euro. Investimenti importanti e strategici che garantiscono occupazione ed un gettito economico notevole per tutto il comprensorio messinese.  Adesso serve che le Istituzioni, a tutti i livelli, insieme alle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, costruiscano e pianifichino una politica industriale utile a rilanciare l’industria messinese senza lasciare zone scoperte da programmazione e risorse. L’obiettivo comune deve essere l’ammodernamento del sistema industriale, supportando processi di riconversione e transizione, riportando il territorio ad una attrattività persa nel passato.

Le grandi infrastrutture a sostegno del territorio

Lo sviluppo e il recupero delle aree industriali, unitamente all’infrastrutturazione di tutto il territorio della città metropolitana, sono strategici e non più rinviabili.

Le opere di infrastrutturazione, dalla nuova via Don Blasco al Porto di Tremestieri, il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, devono rappresentare solo l’inizio di una nuova stagione, di ripartenza in termini occupazionali, economici e sociali dell’intero territorio della città metropolitana, fermo da troppo tempo e con una grave perdita di opportunità.

«Occorre ripensare al modo in cui si deve sviluppare la città, con un piano regolatore generale che tenga conto delle nuove tecnologie per recuperare suolo e patrimonio storico-artistico.

Ponte sullo Stretto veicolatore di opportunità

Serve una visione, complessiva, su come dovrà essere la Messina del futuro e siamo convinti che la questione “Ponte sullo Stretto” sia cruciale.

Il ponte a campata unica più grande del mondo rappresenterebbe lo shock economico per stravolgere le sorti del nostro territorio e renderebbe la Sicilia una piattaforma logistica naturale al centro del Mediterraneo e delle rotte commerciali. Quel ruolo che l’isola ha sempre avuto nella storia. E le aree Zes diventerebbero strategiche per lo stoccaggio delle merci. Altrimenti rimarrebbero aree perimetrate a bassa ricaduta economica e sociale».

Noi della Cisl, che siamo sempre stati convinti che il Ponte sia un veicolatore di opportunità, riteniamo sia necessaria una seria e attenta pianificazione e programmazione per mitigare i disagi che produrrà la fase di cantierizzazione e realizzazione dell’opera.

Siamo convinti che i vantaggi saranno di gran lunga superiore a condizione che il sistema Messina sappia organizzarsi per tempo e rendersi pronto a soddisfare tutti i bisogni che saranno determinati dall’avvio di questa mega opera: dalla formazione ed occupazione di personale giovane e meno giovane, alla sinergia tra scuola, università e organizzazioni sindacali, il potenziamento di tutte le strutture di vigilanza per garantire il rispetto della legalità e soprattutto della sicurezza, le strutture di accoglienza e ricettività, quelle della fornitura di servizi.

Attorno ai cantieri del Ponte, sia quelli della struttura che delle opere collegate e compensative, occorrerà potenziare tutto il territorio, dalla sanità agli uffici pubblici che dovranno affrontare una mole di lavoro superiore in contesti che vivono già una carenza strutturale di organico (Sanità, Giustizia, Ispettorato Lavoro, Inps, Inail, tanto per fare alcuni esempi…).

Risanamento e recupero del suolo

Ripensare con una nuova visione di città alla luce della realizzazione del Ponte sullo Stretto significa anche guardare con occhio diverso il territorio.

Il lavoro avviato da qualche anno in città grazie alla legge speciale sul Risanamento ci fornisce la possibilità e lo strumento per un recupero del suolo reale in tutte quelle aree interessate allo sbaraccamento.

Come Cisl riteniamo che il tema del risanamento sia talmente delicato e complesso che non possiamo permetterci di abbassare la guardia sul grande lavoro che sino ad oggi si è fatto e su quanto deve essere ancora fatto per garantire un alloggio dignitoso alle tante famiglie che vivono ancora il disagio abitativo.

Questo deve essere coniugato con la presa in carico delle famiglie che vanno accompagnate in percorsi di riscatto sociale, per dare loro libertà e dignità.

Sul fronte del risanamento e del recupero del suolo, riteniamo vada valorizzato quanto sia stato ottenuto nei primi mesi del 2025 con la cessione di porzioni di territorio strategicamente molto importanti da parte della Regione Siciliane e di Ferrovie dello Stato al Comune di Messina con la consegna delle aree della ex Sanderson, delle Officine Grandi Riparazione di Ferrovie e della caserma di Bisconte.

Su queste aree, che, come CISL, abbiamo che sempre ritenute strategiche per lo sviluppo di attività utili al rilancio delle periferie e del territorio, ci piacerebbe assistere alla valutazione di fattibilità utile a poter ospitare il grande e ambizioso progetto del Grande Acquario dello Stretto con il Polo scientifico internazionale per la tutela della biodiversità marina e il Parco blu delle Sirene.

Dissesto idrogeologico

«Territorio, risanamento, sicurezza fanno rima con dissesto idrogeologico. Un territorio, il nostro, che si è confermato anche nelle ultime settimane fragile ed a rischio. Su questo tema è fondamentale una adeguata programmazione degli interventi di prevenzione.

Sicurezza, valore assoluto

«Come Cisl abbiamo più volte sottolineato come sia necessario aumentare la sinergia tra Istituzioni e parti sociali per lavorare sulla cultura della sicurezza, a partire dalle scuole.

Sulle quali bisogna intanto lavorare per la messa in sicurezza degli edifici, ma si può fare di più, magari trovando spazi nuovi e più ampi per ospitare le comunità scolastiche, dagli asili nido agli istituti superiori. A proposito di lavori, è fondamentale e non più rinviabile alzare l’attenzione sul tema degli appalti e dei subappalti, del lavoro nero e del lavoro a basso costo nascosto da contratti non regolari».

«Potenziare il personale per gli organi di vigilanza con nuove assunzioni di ispettori e medici del lavoro, rafforzare e finanziare l’attività di controllo in ambito lavorativo, a partire dalle grandi opere fino ad arrivare a quelle di minore dimensione e nei contesti di maggior rischiosità. Sostenere e supportare le famiglie delle vittime sul lavoro e potenziare la prevenzione per ridurre gli infortuni gravi che rappresentano una forte limitazione della vita professionale e personale, a volte anche invalidante».

Violenza di genere

Tema di grande attualità. «Diventa sempre più preoccupante il fenomeno della violenza di genere e della discriminazione nei luoghi di lavoro che sempre più tocca le donne. Riteniamo sia necessario, anche qui, promuovere in maniera più incisiva campagne di sensibilizzazione, programmi educativi e politiche di inclusione sociale, a partire dalle scuole. La violenza e la discriminazione non è solo quella fisica, ma anche economica e psicologica».